sabato 4 giugno 2022

DOPPIA RECENSIONE "RULES" di Sarah Rivera

 

Doppia recensione per "Rules" dell'autrice Sarah Rivera, terzo volume della serie "Johns Hopkins Medical Series".
A cura di Franca Poli e Daniela Colaiacomo.



TitoloRules
Autrice: Sarah Rivera

Serie: Johns Hopkins Medical Series Vol.3

Genere: Contemporary Romance

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 10,90

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TRAMA:

Il successo deriva da due fattori: ambizione e costanza. Questo è ciò che contraddistingue il dottor Emanuel Ferrari, giovane neurochirurgo di origini italiane che ambisce a essere primario in uno degli ospedali migliori al mondo: il Johns Hopkins. La sua carriera è in ascesa e non sembra conoscere una battuta d'arresto.
Quando metterà piede al JH le sue certezze inizieranno a sgretolarsi, a partire dalle fondamenta. 
Una regina algida e bellissima invaderà i suoi pensieri e le sue sicurezze si dissolveranno, perché il loro legame è quanto di più sbagliato possa esserci.
Il prezzo da pagare per lei sarà altissimo e i compromessi inimmaginabili. Nel momento della resa dei conti riuscirà Emanuel a liberare la sovrana del suo cuore dal castello in cui si è barricata? 



"A ciascuno di noi è riservata una persona speciale.
Quando due persone si riconoscono reciprocamente,
non c’è vulcano che erompa con maggiore passione."
Cit. di Sarah Rivera

Eccomi qui a parlarvi del terzo libro di questa appassionante serie ambientata in un ospedale di Baltimora e più precisamente il Johns Hopkins Hospital.
Questa volta approfondiremo la conoscenza del dottor Emanuel Ferrari e incontreremo la dottoressa Lea Myers, entrambi neurochirurghi.
Di origini italiane, Emanuel Ferrari vive e lavora a Boston. A trentasei anni è già un affermato neurochirurgo, il suo desiderio però è quello di diventare primario e ottenere una cattedra all'università. Decide così di fare domanda al più importante e famoso ospedale del paese e uno dei primi al mondo, il Johns Hopkins. Durante il colloquio farà la conoscenza di colei che, se verrà assunto, diventerà il suo capo, ovvero la dottoressa Lea Myers, primario di neurologia e neurochirurgia. Considerata da tutti la regina di ghiaccio, algida, severa, questa bellissima donna creerà parecchi problemi al giovane medico. Fin dal primo sguardo Emanuel rimane folgorato da Lea. Sa che è la cosa più sbagliata che c'è, ma non può farci niente... è irrimediabilmente attratto da lei. Nonostante i tredici anni che li separano, lei ha quarantanove anni, nonostante il rischio di vedersi rovinata la carriera, Ema la desidera, vuole conoscerla al di fuori dell'ambiente ospedaliero. Desidera allacciare una relazione sentimentale con Lea a qualunque costo anche se sa che il prezzo da pagare sarà molto alto. Richiederà compromessi inimmaginabili da accettare, ricatti da parte di un collega che ha mal digerito la sua assunzione nel ruolo di vice primario, incomprensioni.
E Lea è attratta dal suo braccio destro? Sì, pure lei non è indifferente alla bellezza e alla bravura di Emanuel, ma lo deve nascondere. Anche se il suo matrimonio ormai è agli sgoccioli, ha due figli piccoli da proteggere e una carriera da salvaguardare, è inimmaginabile cadere in tentazione e iniziare una relazione con un ragazzo tanto più giovane di lei.
Ma sarà proprio così? Ce la farà a resistere alla tentazione, mettere a tacere il suo cuore e ascoltare la parte razionale di lei, oppure si lascerà andare e assaporerà un po' di felicità? Quella felicità che ultimamente le manca a causa del marito sempre più assente.
Emanuel riuscirà a liberare l'amazzone del suo cuore dalla gabbia in cui si è rinchiusa e renderla felice?
Come è successo con i protagonisti dei precedenti libri, anche con questi due sono entrata subito in empatia. Hanno personalità diverse, ma una cosa in comune, ovvero entrambi indossano una maschera per nascondere la loro vulnerabilità.
Emanuel Ferrari fisicamente e caratterialmente è il dottore che la maggior parte di noi vorrebbe. Affascinante, sexy, carismatico, disponibile con i pazienti...
Dopo aver vinto una borsa di studio, lascia Milano e la sua famiglia per trasferirsi negli USA, dove potrà specializzarsi in neurochirurgia. È sì ambizioso, ma ha a cuore il benessere e la salute dei propri pazienti. Ha due sogni nel cassetto: uno è quello di acquistare una fiammante e sportiva auto che porta il suo nome, l'altro è diventare primario e avere una cattedra all'università per insegnare e formare nuovi medici. È proprio quello che gli viene offerto dal Johns Hopkins, un'occasione da non perdere! Vice primario e braccio destro di uno dei più famosi luminari nella branca della neurochirurgia, la dottoressa Lea Myers. Il suo sogno sta per diventare realtà. Anzi entrambi, perché con lo stipendio che percepirà con il nuovo lavoro potrà finalmente permettersi anche l'auto che ha sempre desiderato. Ma non sarà tutto rose e fiori, anzi...
Alla soglia dei cinquant'anni Lea Myers è ancora una donna bellissima, che fa girare la testa agli uomini, ad esclusione del marito. È però considerata una persona algida, con il cuore di ghiaccio, un sergente di ferro. Ma questa è solo la maschera che indossa sul lavoro. Quando toglie il camice è una persona completamente diversa. Diventa una mamma dolce e protettiva nei confronti dei figli. È una donna che ha bisogno di sentirsi amata e desiderata, essere felice. Purtroppo con il marito, medico anche lui, le cose non vanno bene. Si sente trascurata, ferita, invisibile. Tra loro non c'è più dialogo, feeling, intimità, insomma quello che avevano all'inizio del matrimonio ora non esiste più. Da quando ha conosciuto Emanuel, il suo cuore e la testa non sono più in sintonia. Il primo non è indifferente alle attenzioni, ai piccoli gesti di affetto del giovane collega. La seconda, la parte più razionale le dice che è un errore lasciarsi andare, farsi coinvolgere, che sarà un disastro sia dal lato personale che da quello professionale. A chi darà ascolto Lea?
Per quanto riguarda i personaggi secondari devo dire che mi sono piaciuti quasi tutti: da Maxwell Cole, medico pure lui al JH e amico di Emanuel dai tempi dell'università a Milano, a James e Theo, i figli di Lea e alla sua amica Gwen.
In generale, tutti i personaggi sono ben caratterizzati. Alcuni di loro li abbiamo già conosciuti, altri sicuramente li troveremo nei prossimi libri della serie, sia come protagonisti che comprimari.
La scrittura accurata e lineare, la trama accattivante e dei dialoghi veloci rendono gradevole e rapida la lettura. La narrazione avviene con il pov alternato dei due protagonisti. Ci sono però dei capitoli dove saranno entrambi a raccontare gli accadimenti. In questo modo il lettore ha il punto di vista sia di Emanuel che di Lea, senza comunque sovrapporsi. Le scene intime tra i due protagonisti non risultano volgari e sono parte integrante della storia.
Ho apprezzato che l'autrice abbia iniziato alcuni capitoli con brevi frasi tratte dai suoi libri e da quelli di altri autori oppure da canzoni.
In questo libro l'autrice ha invertito un po’ l'ordine delle cose per quanto riguarda l'età dei protagonisti e il lavoro. Normalmente è l'uomo ad avere una differenza di età rispetto alla donna, a volte anche di parecchi anni, oltre ad essere quello ricco e molto spesso il suo capo. Questa volta invece è lei ad avere ben tredici anni in più rispetto a lui e ad essere il suo superiore, nonché mentore. Mi è piaciuta questa scelta un po' fuori dagli schemi a cui siamo abituati.
Libro decisamente consigliato da parte mia.
Ora non mi resta che attendere impaziente il prossimo romanzo della serie Johns Hopkins Medical Series.



Ho aspettato con ansia il terzo volume della Johns Hopkins Medical Series; avendo letto quasi tutti i libri di Sarah Rivera, ero piena di aspettative e non sono stata delusa, anche questo mi è piaciuto, Sarah riesce sempre a emozionarmi.
I protagonisti di questa bella e insolita storia sembrano distanti, per età prima di tutto ma anche per modi di vivere ma, come scrive Sarah ad introduzione del libro, quando due anime si riconoscono è impossibile e ingiusto ostacolare i sentimenti, cercare di opporsi alla passione che divampa come un vulcano.
Quando Gabriel Black, direttore strategico del Johns Hopkins di Baltimora - il grande bastardo - gli chiede un colloquio, Emanuel Ferrari è al settimo cielo.

Il Johns Hopkins è sempre stato il mio sogno.
La divisione di Neurologia e Neurochirurgia è tra le migliori del paese da decenni. Tutti i primari sono luminari e poter essere in quella rosa di scienziati mi galvanizza in modo incredibile.

Il Johns Hopkins è anche una clinica universitaria, e se venissi mai selezionato per lavorare nello staff di dirigenza di reparto, potrei anche insegnare in cattedra. Per me sarebbe una soddisfazione enorme che non voglio assolutamente lasciarmi scappare.

Emanuel è un neurochirurgo trentaseienne, le sue competenze - ha approfondito la conoscenza di alcune particolari malattie neurologiche come la rara malattia di Chiari oltre che delle lesioni della spina dorsale - sono molto apprezzate da Lea Myers, primario sotto il quale deve operare come vice. Ambizioso e appassionato al suo lavoro, trova appoggio in Maxwell Cole - stimato psichiatra che lavora nello stesso ospedale -, il carissimo amico con cui ha condiviso l’appartamento, quando studiava a Milano.
Nello studio di Gabriel Black, dove si svolge il colloquio preliminare al suo impiego, l'incontro con Lea è una vera folgorazione.

Questa figa spaziale è Lea Myers?

Guardandola mi viene in mente tutto, tranne la neurochirurgia. È talmente sexy da togliere il fiato, fisso ammaliato le sue labbra carnose evidenziate da un velo di rosso. Mi parla con calma, decisa e con tono imperante. Faccio un sorriso tirato e mi accomodo meglio sulla poltrona, ma mi sembra di avere aghi sotto il sedere.

Bellissima e algida, a quarantanove anni Lea, famosa per il suo pugno di ferro, da quasi quindici dirige il Centro Neurologico del Johns Hopkins; sposata a Donald Vinson - un cardiochirurgo, primario dell’Heart Center nello stesso ospedale -, è l'affettuosa madre di James e Theodor, rispettivamente di dodici e sei anni. Sul lavoro, nel quale ricopre un ruolo essenziale, è una donna di pietra, sempre efficiente e perfetta, mentre a casa, dove osserva con dolore il lento ma inesorabile disgregarsi del suo matrimonio, è gravata da pesanti responsabilità. Il marito, da tempo, sembra aver perso ogni attrattiva nei suoi confronti e sfugge il chiarimento lasciandola in balia di angoscianti riflessioni e introspezioni.

Ho cercato disperatamente di stare a galla nel lavoro, e questo mi ha costretto ad affrontare un tour de force estenuante, covando un sordo rancore nei suoi confronti. Mio marito è come se avesse fatto solo da spettatore agli eventi che si sono susseguiti. Per lui i bambini sono una valvola di sfogo, un gioco, e con loro condivide solo i momenti di svago... per il resto ci sono sempre stata solo io.

Ora mi sembra che lui sia abbastanza felice in questa situazione così piatta che stiamo vivendo e non pare accorgersi del mio disagio o della mia sofferenza, benché abbia cercato di parlargliene qualche volta. Anche il sesso non è più come una volta, e mi angoscia il fatto che non mi coinvolge più come vorrei, e Dio solo sa quanto questo sia importante. Sono così delusa che non mi prende più emotivamente.

Anche Lea, pur manifestando un freddo distacco, non è indifferente al bellissimo giovane che le è stato presentato da Gabriel Black.

Non è con me, ma io sento ancora i suoi occhi addosso e non capisco perché, sento ancora la sua presenza nell’aria. L’aroma della sua colonia è ancora qui. Mi ha investito appena è entrato in questa stanza e dopo cinque minuti ne ero già stordita. Non so cosa cazzo mi succede. Come se la mia vita non fosse già abbastanza incasinata, cosa mi metto a pensare?

La mia testa è totalmente in subbuglio come i miei ormoni. Mi fermo a guardare oltre il vetro della mia stanza e vedo un uccello volare. È lì che vorrei essere anche io, vorrei librare nell’aria, vorrei volare via, vorrei sentirmi libera, invece mi sento ingabbiata in una vita da cui vorrei fuggire.

Anche se tormentata dai dubbi e dalle implicazioni sul suo matrimonio e, soprattutto, sui suoi figli, Lea fatica a tenere lontano dalla mente e dal corpo Emanuel che, d'altro canto, è afflitto da pensieri analoghi.

Mi ripeto come un mantra che è il mio primario quindi è off limits, ma decisamente il suo carattere e la sua femminilità mi hanno steso fuori da ogni logica.

Continuo a ripetermi tutte queste cose: che è più grande di me, che non è la donna giusta, che è il mio capo, che è sposata e che questa ossessione mi porterà solo in qualche casino, ma ciò che dice il mio cervello non sembra convincere il resto del corpo che reagisce quando la vede.

L'ammirazione di Emanuel è smisurata. 

È geniale, carismatica e quando parla pendo letteralmente dalle sue labbra. Conosce così tante cose che resto ammirato nell’ascoltarla e mi arricchisco di qualcosa di nuovo in relazione alla professione ogni giorno di più. Continuo a essere attratto da lei e quando lavoriamo insieme concentrarmi è complicato.

Come lo sono i sentimenti per la sua splendida, bella, dolce amazzone.

E so che purtroppo per me non è solo sesso. Mi piace tutto di lei, e nulla me la toglie dalla testa. Vorrei rapirla e portarla lontano da questo ospedale, amarla per ore, farla ridere, giocare con lei, perché so che ne è capace, anche se è sempre seria e perennemente imbronciata.

Sento un coinvolgimento che non avevo nemmeno la consapevolezza di poter provare e ogni parte di me, inclusa quella razionale, la sceglierebbe mille volte, nonostante tutti i casini e le circostanze avverse in cui ci troviamo. Percepisco di essere in connessione con lei come mai mi è accaduto prima, ecco cosa provo.

Per Lea è lo stesso.

«Ho letto cose mirabolanti di lei.

«È incredibile quello di cui parla in questo articolo. Posso affermare di aver eseguito personalmente un intervento seguendo la sua tecnica con risultati eccellenti.»

Mentre s'interroga sul suo matrimonio, deve affrontare una realtà difficile da accettare.

Mi chiedo ogni giorno se voglio trascorrere il resto della mia vita al fianco di un uomo che non mi parla, che non reagisce e che nemmeno mi vede!

Il confronto con Emanuel è inevitabile.

Perché mi capisce al volo? Inizio ad averne quasi paura...

L'attrazione tra Ema e Lea è troppo forte, soprattutto a livello mentale, la sintonia tra loro è stupefacente, ma qualcuno trama alle loro spalle e presto devono fare i conti con la scomoda situazione che stanno vivendo. 
Ho amato entrambi i protagonisti di questa dolce e tormentata storia, soprattutto Emanuel, l'uomo che tutte vorremmo al nostro fianco, bellissimo, dolce, sensibile, tenero e premuroso, attento ed empatico, l'incarnazione dei desideri di ogni donna. Cresciuto in un quartiere popolare dell’hinterland milanese è stato sostenuto dai genitori, soprattutto dal padre, un umile meccanico, ma un vero mago dei motori. Quando ho deciso di portare avanti i miei studi, prima al liceo classico e poi scegliendo Medicina, mi ha guardato con l’amore e l’orgoglio di cui è capace un genitore; ma un'incidente sul lavoro ha leso le sue vertebre cervicali riducendolo un vegetale e in breve tempo l'ha strappato alla famiglia.

La specializzazione in Neurologia poi per me è stata una specie di tormento. Volevo approfondire gli studi sul midollo spinale. La tragedia che aveva colpito mio padre mi ha portato a voler conoscere appieno questo argomento ed è stato naturale continuare su quella strada dopo averci dedicato le ricerche per la tesi.
Penso sempre che, se non ho potuto fare la differenza per lui, magari potrò farla per qualcun altro.

È un combattente - con la passione dei motori ereditata dal padre - che si è fatto avanti nella vita usufruendo di meritate borse di studio; la Ferrari Portofino M è il sogno che realizza, il primariato in ospedale il suo obiettivo.
Lea condivide i suoi turbamenti con Gwen, la carissima amica che la sostiene nei momenti più bui, ma, avendo come riferimento i suoi genitori - dopo cinquant’anni di matrimonio, sono ancora molto uniti - è molto difficile per lei ammettere di aver sbagliato nello scegliere Donald, la consapevolezza la logora profondamente, il fallimento è duro da accettare, ha bisogno di un uomo a cui appoggiarsi e al quale mostrare quello che è e la sue fragilità, la persona speciale, il compagno nel quale riconoscere sé stessa: Ema.
Il libro è bello, fluido scorre veloce fino all'imprevedibile conclusione, perché Sarah scrive bene. In prima persona e alternando il pov dei suoi protagonisti, mentre racconta i loro turbamenti e i sentimenti che provano, vivida è la sofferenza che pervade le menti e la passione che trasuda dai loro corpi, l'empatia è forte. 
Un'ultima considerazione va alle citazioni all'inizio dei capitoli, sono un tratto significativo dei libri di Sarah che apprezzo molto, in questo in particolare, è quella di Frida Khalo ad avermi colpito maggiormente. 


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