sabato 27 febbraio 2021

DOPPIA RECENSIONE "INDOMITA E RIBELLE" di Sabrina Boccia

 

Recensioni a confronto per "Indomita e ribelle
dell'autrice Sabrina Boccia, edito Ode Edizioni.
A cura di Daniela Colaiacomo e Isabella Nanni.



Autore: Sabrina Boccia

Genere: Vittoriano - Historical romance

Casa editriceOde Edizioni

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 11,45

Contatto FacebookSabrina Boccia 



TRAMA: 

Philip Godart, conte di Derbyshire e futuro duca di Devonshire, poco avvezzo a tollerare i dettami dell’epoca, preferisce di gran lunga una corsa clandestina a un evento mondano. Adora trastullarsi con l’amante di turno e non desidera cambiare questo buon vezzo.
Lady Cristina Hepzibah Atwood rimanda anno dopo anno il suo debutto nella buona società, accampando miserabili scuse al solo scopo di conservare la sua preziosa libertà. 
Arguta e frizzante vuole godersi la vita e sposarsi per amore, non per dovere.
Cosa accadrà quando il destino farà a entrambi uno sgambetto? 
Soccomberanno agli eventi o lotteranno per far valere le loro ragioni? 



Lady Hepzibah Cristina vive con la nonna, la duchessa Hepzibah Dorothy Atwood, da quando, a sette anni, i genitori sono stati investiti da una carrozza. Non ha fatto ancora il suo debutto in società, rimandandolo di anno in anno con scuse più o meno plausibili, perché vuole che durante la sua prima stagione sia il fratello Jack, quarto duca di Bedford, a farle da chaperon e ad aiutarla a scegliere l’uomo adatto. Ma Jack - da anni al servizio della Corona con il grado di capitano - non è ancora tornato a casa e ora Cristy, a quasi venti anni, è praticamente una zitella.

Non le importava maritarsi, voleva trovare l'amore, come era stato per i suoi genitori e come aveva letto tante volte nei suoi amati romanzi, ed era sicura che non lo avrebbe mai scorto tra quei noiosi rampolli dell'alta società.

Quando il conte Philip Godart - grande amico di Jack con il quale è cresciuto e ha condiviso scuole e abitudini - accompagnando a casa il capitano, reduce da una bevuta colossale, incontra la ragazza alla dimora degli Atwood, rimane colpito dalla sua bellezza e dal suo modo di presentarsi, insolito e poco consono all’etichetta.

«Bentornato, conte Godart. Noto con piacere che siete diventato un gran bel fusto.»

Divertito da questo approccio anticonvenzionale e affascinato dalla freschezza della giovane, Philip sa però che, anche se prova un'immediata attrazione nei suoi confronti, in quanto sorella di Jack, è inavvicinabile, intoccabile. 

Schietta e diretta, forse un po' troppo per le consuetudini imposte dalla società, ma decisamente adorabile.

La presenza del fratello, oltre a darle conforto per il grande affetto che prova per lui, facilita il debutto di Cristy e soprattutto la frequentazione con il conte che, come Jack, accompagna la sorella Rosalyn nel suo, così che entrambi devono affrontare sentimenti ed emozioni sconosciute.

Philip si sedette al suo fianco e le accarezzò con delicatezza il viso, saggiandone i contorni. Quelle dita lasciavano una scia rovente sul suo volto, inebriato dal dolce attacco inaspettato. I loro occhi si incollarono gli uni negli altri. Nessuno dei due riusciva a fiatare o osava rovinare quell'attimo in cui le loro anime parevano fuse e i loro sospiri, in simbiosi, si disperdevano nell'aria.

Conscio della forte attrazione che lega l'amico alla sorella, considerandolo un incorreggibile e poco affidabile libertino, Jack decide di partire per un viaggio nel quale coinvolge il reticente conte. 
Afflitta dall'idea di separarsi ancora una volta dall'adorato fratello, Cristy escogita un folle piano che avrà conseguenze drammatiche, inimmaginabili.
Il racconto è ben scritto, la storia intrigante, calzante con il personaggio, anche se un po' inverosimile, di Cristina, arguta, ribelle, avventurosa e determinata.
La lettura, scorrevole e non molto impegnativa, offre qualche ora di svago e mi è piaciuta.


Una lettura poco impegnativa non deve necessariamente essere trascurata. Questo libro soffre prima di tutto di scarsa costruzione del rapporto tra i personaggi: al di là dell’attrazione fisica non si capisce su che base il conte perda la testa per una con cui ha scambiato sì e no 20 battute. La generale carenza di dialoghi è accompagnata da passaggi repentini tra termini eccessivamente forbiti a espressioni fin troppo moderne, una quantità eccessiva di frasi fatte e cliché, situazioni ben oltre la sospensione della credulità per l’epoca descritta, ecc. Credo che la verve creativa dell’autrice debba trovare una sua struttura più solida, possibilmente lasciandosi guidare da editor professionisti fin dalla prima stesura. Così com’è esprime molto entusiasmo, ma non lascia il segno in un settore particolarmente affollato come quello del romance storico ambientato nell’Inghilterra del 1800.


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