martedì 6 luglio 2021

RECENSIONE "L'URANIO DI MUSSOLINI" di Franco Forte e Vincenzo Vizzini

 

Buongiorno follower!
Recensione in anteprima per "L'uranio di Mussolini" di Franco Forte e Vincenzo Vizzini, edito Mondadori. A cura di Dario Zizzo. 

Un thriller mozzafiato nella Sicilia del ventennio, sullo sfondo dell’incontro/scontro tra il regime fascista,
la mafia, le più grandi potenze mondiali e il progetto per la bomba atomica.



Autori: Franco Forte e Vincenzo Vizzini

Genere: Giallo storico

Casa editrice: Mondadori

Disponibile in ebook a € 10,99
E in formato cartaceo a € 19,95

Contatti autori: Franco Forte - Vincenzo Vizzini 



TRAMA:

Ragusa, 1934. Il commissario Vincenzo Ibla, investigatore all’apparenza indolente ma acuto osservatore, viene spedito sotto il sole di luglio alle cave di Spaccaforno: tra le rocce è stato rinvenuto un cadavere, ma è al confine di due giurisdizioni, e le rispettive questure sono già pronte a rimbalzarsi a vicenda la responsabilità delle indagini. Appena vede la salma, però, Ibla capisce che il caso è suo, perché la vittima è Vittorio Borgia, un suo vecchio compagno d’armi, ora miliziano fascista. Sembra un semplice omicidio passionale, ed è quindi con una certa sorpresa che il commissario apprende dell’imminente arrivo da Milano di un certo Franco Durante, un funzionario fascista che, pare, Mussolini in persona ha inviato a Ragusa per coadiuvarlo nella ricerca dell’assassino di Vittorio. Uomo del nord tutto d’un pezzo, Durante segue con impazienza il lavoro di Ibla, che da parte sua ricambia con tutto il sospetto per un uomo di una cultura così lontana dalla Sicilia. Presto, però, i possibili moventi dietro l’omicidio di Vittorio raddoppiano e si ramificano verso mondi e intrighi sempre più oscuri e complessi, costringendo i due a proteggersi e sostenersi a vicenda, solo per scoprire che la combinazione delle loro peculiarità a prima vista incompatibili può rivelarsi la chiave per sciogliere l’enigma. Vittorio non è l’unico a nascondere una doppia vita, perché anche Durante ha i suoi segreti, e sono legati a filo doppio con il suo arrivo sull’isola: lo scienziato Enrico Fermi ha promesso a Mussolini un’arma straordinaria e terribile, ma per svilupparla ha bisogno di uranio, quello che il Duce ha in mente di estrarre in Ciad dopo averlo conquistato con la campagna d’Africa, per poi trasbordarlo in Italia.
Ispirandosi a eventi attestati ma poco conosciuti, Franco Forte e Vincenzo Vizzini tessono un thriller mozzafiato nell’Italia del Ventennio, sullo sfondo dell’incontro-scontro tra il regime fascista, le più grandi potenze mondiali e il progetto di quella bomba atomica destinata a segnare le sorti del Secondo conflitto mondiale, le pagine di Storia e l’anima di tutti noi.


BREVE ESTRATTO:

Vincenzo si sistemò sul sedile, cercando di dominare il nervosismo. Aveva pensato che non ci sarebbe voluto molto per liquidare il milanese, confinandolo in un angolo perché non lo intralciasse troppo nelle indagini, ma cominciava a capire che non sarebbe stato così facile. C’era qualcosa, nel suo sguardo e nel suo atteggiamento, che solleticava in lui la curiosità e gli faceva credere che ci fosse ben altro dietro quel viso fin troppo giovanile e dai lineamenti curati. Come un abito poco appariscente che sotto ne celasse un altro pronto per la festa.





È un congegno ben oliato questo thriller di Franco Forte e Vincenzo Vizzini, un gioiellino che ci porta nei gangli del potere dello Stato fascista nell’anno 1934, un thriller storico incentrato su una parte di Storia rimasta in penombra, un libro buono per tutti, come tutti i libri scritti bene, con una prosa sorvegliata. 
Si parte dal ritrovamento del cadavere di Vittorio Borgia, miliziano fascista, a Ragusa, che, anche se praticamente non dice neppure una battuta, rappresenta forse il grande protagonista, col mistero nascosto dietro il suo assassinio conseguenza di un pestaggio. Su questo indaga un indolente quanto astuto commissario, Vincenzo Ibla, coadiuvato da una specie di Dioscuro col pallino del pugilato, l’attendente Caruso detto Carnazza; ma non sono i soli, perché il fattaccio scomoda il Duce in persona, amico di Borgia. Viene quindi mandato dal Nord un funzionario dei Servizi segreti, Franco Durante, milanese, che con la sua macchina fotografica Contax scatta delle foto alle persone per studiarne i caratteri somatici, nel tentativo di affinare la teoria lombrosiana, idea non condivisa da Ibla. I due non si prendono subito, con il primo desideroso di una maggiore collaborazione da parte del commissario riottoso, geloso della sua indagine.
Pare tra l’altro d’intravedere qualcosa degli autori nei due protagonisti: Durante è milanese come Forte, Ibla siciliano come Vizzini che è di Ragusa, chiamata Ragusa Ibla fino al 1937, ma al pari di questi finiscono con l’integrarsi, l’uno interrogando l’altro sui propri dubbi circa l’inchiesta, col lombardo, tra l’altro, che cede facilmente al fascino della sorella di Vincenzo, Rosetta, irresistibile come l’afa gravante su questo romanzo, quasi un personaggio tra i personaggi, per la sua persistenza.
Durante non è stato mandato solo per far luce sull’omicidio, ma ha anche una missione segreta legata alla promessa di Enrico Fermi a Mussolini di regalargli l’atomica; per questo necessita l’uranio del Ciad, da qui l’Operazione Ausonia, una campagna militare per conquistare parte di quello Stato. 
I personaggi sono felicemente rappresentati dal punto di vista fisico e psicologico, con i primi caratteri che in qualche caso si riflettono sui secondi, come nella descrizione di Durante:

C’era qualcosa, nel suo sguardo e nel suo atteggiamento, che solleticava in lui la curiosità e gli faceva credere che ci fosse ben altro dietro quel viso fin troppo giovanile e dai lineamenti curati. Come un abito poco appariscente che sotto ne celasse un altro pronto per la festa.

Altrettanto ben riusciti sono i gregari, come Rosetta, che così appare a Durante: 

Aveva delle movenze energiche eppure sensuali che riuscivano a stimolare qualcosa dentro di lui, e questo anche solo se si occupava di sparecchiare la tavola e riordinare.

Suggestivi sono i paesaggi, si legga per esempio:

L’impressione durò poco, perché all’ennesima svolta si accorse che proprio al centro della gola, abbarbicato sopra un colle leggermente più basso rispetto a quelli che facevano da corollario, c’era un grumo di case che davano l’impressione di essere state costruite con la terracotta, tutte modellate in modo da risultare ciascuna collocata sulle spalle di altre due, con vicoli strettissimi che consentivano a stento il passaggio dei carretti e delle persone, e un duomo che svettava a imporre la volontà del Padreterno per quella meraviglia scavata e modellata nel tufo.
 
Insomma, credo che all’ultimo lavoro del duo Forte-Vizzini non manchi proprio niente e il lettore debba solo sedersi sulla poltrona più comoda per gustare tutto il piacere della lettura. Buon libro a tutti.





Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Direttore delle collane Giallo Mondadori, Segretissimo e Urania, per Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, Carthago, Roma in fiamme, Cesare l’Immortale, La bambina e il nazista e la serie dei 7 re di Roma, avviata con il fortunato Romolo - Il primo re. 

Vincenzo Vizzini nasce a Noto nel 1958 e vive da sempre a Marina di Ragusa. È autore di racconti gialli per Mondadori, vicedirettore della Writers Magazine Italia e ha scritto il manuale bestseller Come si scrive un racconto. 


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