venerdì 30 luglio 2021

RECENSIONE "TUTTE LE PAROLE DEL MONDO" di Emily Pigozzi

 

Recensione: "Tutte le parole del mondo" dell'autrice Emily Pigozzi, edito Sperling & Kupfer. A cura di Franca Poli.



Autore: Emily Pigozzi

Genere: Contemporary Romance

Casa editriceSperling & Kupfer
Collana: All about love

Disponibile in ebook a € 4,99




TRAMA:

Ivan è taciturno, scorbutico, un vero orso.
Per lui la vita si è fermata in un terribile pomeriggio di tre anni prima.
Ma Celeste sta per sconvolgere la sua esistenza, portando in dono tutti i suoi incubi.
E tutti i suoi sogni.

«Le parole sono tutto, persino quelle che non si dicono.
Possono incidere un solco nel cuore. Per non farsi dimenticare mai più.»

Può un vecchio libro trovato per caso cambiarti la vita?
Celeste è a un'impasse: il suo contratto di lavoro come ostetrica non è stato rinnovato, la sua storia con Nicolò è finita da un po' e la voglia di scappare è tanta.
Saranno le parole di uno sconosciuto, lette per caso su un vecchio volume di poesia, nella libreria antiquaria di fiducia sui Navigli, a trascinarla in un'incredibile avventura. Le splendide frasi del misterioso Dario sono un filo invisibile che la conduce a Berlino, una città unica, moderna e visionaria, alla scoperta delle sue emozioni e delle parole che ha dentro. È qui che incontra Ivan, alto, massiccio e biondo, che più che un italiano emigrato in Germania sembra un vichingo. Taciturno e scorbutico, nasconde un passato doloroso che lo tormenta e per colpa del quale crede di non meritarsi più né l'amore né la felicità.
Celeste, con le sue domande e il suo ottimismo, stravolgerà le sue giornate e lei, che ha sempre trovato parole per tutto, imparerà che a volte non servono. A volte non dire niente è la cosa più potente del mondo. 



«Le parole sono tutto, persino quelle che non si dicono.
Possono incidere un solco nel cuore. Per non farsi dimenticare mai più.»

Decisamente un bel libro con una trama piuttosto originale e una delle due ambientazioni diversa dalle solite Londra, Parigi, USA. Sì, perché, se uno dei luoghi è Milano, l’altro è Berlino. Mi è piaciuta la descrizione della città tedesca, è molto dettagliata. Sembra quasi di esserci. Si può immaginare la neve che scende copiosa, i larghi viali alberati, i monumenti storici, gli studi di registrazione “Hansa Studios” dove il protagonista maschile lavora come arrangiatore e produttore musicale. Per non parlare dei pub e in particolare del “Malandrino”, una pizzeria gestita da Fabio, un italiano residente in Germania da diversi anni.
Celeste è una giovane ostetrica assunta a tempo determinato in una clinica di Milano. Abita in zona Navigli assieme alla sua stramba famiglia, che ama, ma che a volte la fa impazzire.
Poco prima di Natale, entrando nella sua libreria di fiducia per acquistare i regali per i familiari, trova una rara edizione di un libro del poeta turco Nazim Hikmet. Lo acquista e una volta a casa inizia a sfogliarlo. Scopre che, oltre alle poesie di Hikmet, ci sono delle bellissime frasi scritte da un’altra persona, probabilmente il precedente proprietario del libro. Decide di indagare e capire chi c’è dietro a quelle bellissime parole. Trova un nome, Dario, e un indirizzo di un B&B di Berlino. È così che per Celeste, incoraggiata dai familiari, inizia l’avventura in Germania alla ricerca di una persona che non conosce, ma che vuole assolutamente trovare. Fa la conoscenza di Fabio, il proprietario del B&B e di una pizzeria, e di un nutrito gruppo di italiani. Tra questi c’è anche Ivan Mancini, un arrangiatore e produttore musicale che lavora presso i famosissimi “Hansa Studios”. L’approccio tra i due non è dei migliori. Lei è solare, esuberante e si trova fin da subito perfettamente a proprio agio sia con il nuovo ambiente che con i suoi nuovi amici. Lui, alto, massiccio e biondo, taciturno e scorbutico, nasconde un passato doloroso che lo tormenta e per colpa del quale crede di non meritarsi più né l'amore né la felicità. Ivan non lo sa ancora, ma l’incontro con Celeste gli sconvolgerà la vita. Farà rivivere i suoi incubi e i suoi sogni infranti. Il tutto a causa di un libro. Il libro che la ragazza ha portato con sé a Berlino nella speranza di trovare Dario. Ma chi è questo Dario? Perché se lui è di Berlino il suo libro si trovava, in vendita, in una libreria di Milano? E Ivan cosa ha a che fare con tutto ciò? Sono tutte domande alle quali non posso rispondere. A causa, o per merito, di questo libro anche la vita della ragazza sarà comunque stravolta.
La scrittura di Emily Pigozzi è accurata e fluida e i dialoghi scorrono veloci. Decisamente molto belle le poesie inserite all’inizio di ogni capitolo. La trama è talmente ben delineata che non solo rende piacevole la lettura, ma permette a chi legge di essere trasportato all'interno della storia stessa, in pratica di essere un protagonista lui stesso, almeno questo è quello che è successo a me. La narrazione avviene in prima persona con il pov di Celeste e Ivan, anche se nell’epilogo, oltre a loro due, ci sarà una terza persona a parlare. Le caratteristiche dei personaggi, sia fisicamente che psicologicamente, sono ben delineate e dettagliate. Ci si può immedesimare facilmente con loro. Mentre leggevo mi sembrava di essere al loro fianco. Si può avvertire il dolore di Ivan, la sua rabbia, l’incapacità di lasciarsi andare, ma anche la sua generosità, la gentilezza e la passione per la musica. Mi è piaciuto questo ragazzo. Così come mi è piaciuta Celeste. Si trovava in un’impasse, ma grazie a un libro riesce a riprendere in mano le redini della sua vita, sia lavorativa che personale. Ho apprezzato molto anche gli amici italiani residenti a Berlino e la piccola Anne. Che dire poi della famiglia di Celeste? Li ho adorati! Madre, padre, fratello, zio materno, ma soprattutto la nonna. Una famiglia che non sa cosa voglia dire privacy, confusionaria, un po’ hippy, ma molto unita che aiuta, consiglia, senza emettere giudizi.
Concludo questa recensione con una poesia tratta dal libro.

“Tu sei forza
sei coraggio
sei quello che mi porta fuori
dal fuoco, dal nulla.
Salvi di me
tutto quello che non sapevo di avere.”

Ora non mi resta che consigliarvi questo romanzo e complimentarmi con Emily Pigozzi ringraziandola per avermi, ancora una volta, fatto trascorrere alcune ore in piacevole compagnia dei suoi personaggi. 


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