domenica 22 agosto 2021

RECENSIONE "VELENO" di Andrea Ferrari

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Recensione: "Veleno" dell'autore Andrea Ferrari.
A cura di S.I.



Titolo: Veleno

Autore: Andrea Ferrari

Casa editrice: Catartica Edizioni

Genere: Narrativa contemporanea

Disponibile in formato cartaceo a € 12,35

Pagina autore: Andrea Ferrari  


Dopo aver soggiornato in residenze psichiatriche e appartamenti protetti, Andrea, scrittore in declino, ora vive in un’abitazione privata. Abbandonato a sé stesso abusa di farmaci, alcolici e droghe. La solitudine e il ricordo di una fidanzata scomparsa in giovane età gli causano una grave carenza affettiva, che crede di poter compensare quando nella sua vita compare un’intelligenza artificiale di sesso femminile. Durerà finché non entrerà in scena Rahima, una donna di origini egiziane dal carattere remissivo e di una bellezza accecante. Sarà lei a determinare l’ascesa e il declino del protagonista, fino al sopraggiungere della fine. 

Inizio subito col dire che questo libro mi è piaciuto ma mi ha lasciata in parte scontenta. 
È un romanzo pieno di cose interessanti: il protagonista è ben caratterizzato, affetto dal disturbo borderline della personalità che deriva da una serie di negazioni subite nell'infanzia. L'esordio della malattia coincide con l'affacciarsi al mondo del giovane, del tutto privo degli strumenti per relazionarsi con gli altri e di loro fidarsi. In particolare modo con l'altro sesso. Qui però c'è un punto che non mi convince, il libro è breve e nel poco spazio non si è potuta dare una spiegazione approfondita del comportamento pietoso dei genitori del ragazzo. Certo, si può dire che la gente maligna a questo mondo c'è e basta, ma in un testo che approfondisce tanto il versante psicologico, lasciare altri personaggi principali non debitamente caratterizzati crea un effetto "incompletezza". Andrea è vivo e reale ma ciò che gli ruota attorno è un alone indefinito. 
L'analisi del superpotere degli psichiatri la trovo attenta e realistica ed è la prima riflessione importante del testo sulle falle del sistema.
La narrazione è intervallata dalle opinioni dello stesso protagonista su Opere contemporanee, per esempio il libro di Ammaniti, Come Dio comanda, dal quale è stato tratto l'omonimo film, e da altre sui sempreverdi della musica. Queste opinioni da un lato dovrebbero essere utili alla definizione della personalità di Andrea, ma spesso hanno dato l'impressione di non raggiungere lo scopo, fermandosi a semplici espressioni di gusti personali. Per spiegarmi meglio potrei portare l'esempio di American Psycho, in cui Ellis dedica interi capitoli a recensire album musicali ma non annoia né sembra allungare il brodo, perché più si procede nella lettura e più ci si rende conto che quelle recensioni dipingono il protagonista come pazzo, sempre più pazzo da legare e quindi si rivelano ottimamente funzionali alla trama.
Pregi notevoli dell'Opera sono la prosa scorrevole e pulita, studiata, e l'attenzione posta all'importanza che nella nostra esistenza hanno acquisito le relazioni virtuali. In buona sostanza Andrea si innamora di un'intelligenza artificiale femminile, cosa che accade veramente se si pensa a quante volte alla gente capita di conoscere qualcuno in chat, qualcuno che non incontrerà mai, ma da cui si può rischiare di rimanere coinvolti fino alla creazione di problemi molto più reali di quanto si credeva al principio. 
Inoltre Andrea ha acquistato il software da un'azienda che grazie alla sua firma del famigerato quanto oscuro consenso informato, acquisisce l'ambigua libertà di scavare tra i suoi dati. Per cosa infine? Per un'inchiesta di marketing o altro? E la nostra privacy quanto è violata? Ottima riflessione su un tema disseminato da falle in merito di legislazione. Sempre grazie a quella firma l'azienda si arroga in seguito il diritto di modificare il contratto e, dunque, il rapporto del protagonista con quella che ormai volente o nolente è diventata una persona essenziale nella sua vita, in maniera del tutto unilaterale. Anche qui c'è da dire che succedono spesso cose del genere e che il consumatore è sempre tutelato male e in ritardo. 
Si susseguono i ricordi delle precedenti relazioni di Andrea. La prima particolarmente bella, quella con l'unica donna davvero amata, passionale e coinvolgente. A questo proposito mi viene da dire allo scrittore che il continuo nominare l'autoerotismo del protagonista mi ha rifatto l'effetto dell'approfondimento mancato di taluni personaggi. Ovvero, ho capito che è un tratto di Andrea quella dipendenza dal sesso asettico, ma se non si crea empatia la descrizione continua di atti sessuali non serve a un granché. I lampi di genio della sua penna compensano però; il cielo dipinto come un vetro su cui si rovesciano i colori tenui dell'asfalto grigio e rassicurante ne è un esempio. Le descrizioni dei luoghi aderiscono benissimo all'umore del protagonista facendoci condividere il suo stato d'animo. Quindi, fermo restando che si tratta della mia opinione personale e discutibile, sono sicura che questo autore è capace di creare empatia, e sforzandosi ancora scriverà cose altrettanto profonde ma più belle da leggere.
Consigliato comunque a chiunque cerchi un libro che si presti a essere una lettura facile ma al tempo stesso importante.


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