lunedì 10 maggio 2021

RECENSIONE "L'ASTRONAUTA DAL CUORE DI STAGNO" di Massimo Algarotti

 

Buongiorno follower, buon inizio settimana!
In uscita oggi per Ode Edizioni "L'astronauta dal cuore di stagno" dell'autore Massimo Algarotti. S.I. lo ha letto in anteprima per noi.


Autore: Massimo Algarotti

Genere: Narrativa

Casa editrice: Ode Edizioni

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 12,99

Contatto Facebook: Massimo Algarotti



TRAMA: 

Nove mesi per prepararsi ad accogliere Zoe: c’è un mondo da disegnare, da creare, una stanza da preparare con amore e perseveranza, soprattutto quando la solitudine piomba all’improvviso nella vita di Aleida. Diciannove anni e una vita da riscrivere. 
Zoe è una bambina che nasce con gli occhi chiusi a causa di una stella filante che voleva solo abbracciarla più forte. Grazie alla vicinanza di Selima, immensa amica, di suo padre e di un nuovo compagno, Aleida scopre che il destino traccia un solco su cui la vita affonda sempre le proprie radici per costruire, in ogni caso, un futuro.
Un viaggio che porta con sé Santa Lucia, Caravaggio, il Petrichor e un’Astronauta dal cuore di stagno


BREVE ESTRATTO: 

Perché è molto più facile pensare di cancellare e sorridere, anziché affrontare ogni singolo giorno con la consapevolezza di un domani che, per quanto potrà essere bello, non sarà mai davvero quello che avevamo sperato, sognato, inseguito e che, anche se non pianificato, ha spazzato via tutto il resto fino a sostituirsi alla realtà del giorno precedente.



L’astronauta dal cuore di stagno è una canzone, un libro scritto a strofe, metafore e più voci, con una melodia che fa da sfondo suonata dai capelli che diventano corde di violino.
Inizia parlando dello stagno che protegge gli altri metalli se impiegato in alcune lavorazioni ed è come l’amore materno-eterno. Si capisce subito che non è una musica allegra, tra molte citazioni e versi ispirati ad altri versi, si estrinseca un concetto basilare:

Neanche la musica è più la stessa e, quando la musica cambia, cambiano gli occhi con cui guardi il mondo.

La musica è cambiata per Aleida quando da un giorno all’altro la persona che amava, e da cui si ritrova ad aspettare un figlio, cambia completamente faccia. Chi l’ha illusa di essere l’Amore per lei si rileva un essere capace di fare i conti ma poco altro: calcola tutto, deve capire come gestire la “cosa”, deve programmare, progettare…
Nel mezzo di tanti dubbi, pause, riflessioni, solo una cosa è evidente: non ha minimamente messo in conto di crescere con lei quella figlia. Infatti s’allontana ritornando ogni tanto così come fanno gli uomini ombra, e anche le donne, devo dire.
L’uomo o la donna ombra, sono quelli che ci sono e non ci sono, nel frattempo tu cresci, trovi lavoro, ti laurei, ti sposi e loro lampeggiano. Fanno io ci sarò tu ci sarai, come la canzone, ma non ci sono stati mai.
Deve passare tanto tempo prima che Aleida trovi qualcuno che faccia davvero da faro nella sua vita, nel frattempo però si deve rendere conto che la vita è solo notte per lei che ormai depressa, incinta e sola, non riesce a rendersi conto dell’affetto vero del padre, l’unico genitore che ha.  È interessante l’incrocio costruito nella trama dall’autore: figlia senza madre e futura figlia senza padre. 
La madre di Aleida è una donna egoista, che ha vissuto solo per se stessa e nonostante tutto il libro sia permeato di “critiche” ai maschi, questo personaggio sembra messo lì a dimostrare che invece in quanto a indifferenza sappiamo essere alla pari, uomini e donne.
Il ruolo materno nei confronti della protagonista sembra venire assolto dalla ginecologa che si occupa di lei, e la si descrive con poche parole che fanno sorridere perché sono perfette per definire sia il ruolo di medico che quello di madre: lei durante la giornata tutto vede, sente, ascolta, prevede.
Noto che Massimo Algarotti ha uno stile che scorre ma lascia il segno, esattamente come quell’esistenza che lui paragona a un pezzo del grammofono:

Una vita che la sta segnando come una puntina fa sul disco che gira senza sosta.

Chi è l’astronauta viene fuori alla fine. Nello spazio va chi è uno scienziato, oppure, per chi non crede (come Aleida) che dopo le nuvole possa esistere nulla di divino, chi muore. 
Qualcuno in questa storia ci lascia la vita, e del resto già nell’incipit del libro l’autore afferma che non si tratta di un romanzo a lieto fine. 
Senza felici e contenti si resta comunque felici di averlo letto perché ha davvero saputo essere originale.





Massimo Algarotti (1984) è nato a Como e, dopo aver girato tra Torino e Milano, oggi vive a Sesto San Giovanni con la compagna Danays e il figlio Thiago.
Dal 2007 lavora nel campo della cooperazione con Emergency ONG con cui è stato più volte in Afghanistan, Iraq, Sudan, Sierra Leone.
Nel 2002 ha frequentato un corso di recitazione e nel 2005 ha partecipato ad un tour organizzato dal Gruppo Àcàrya di Como presentando le proprie poesie.
Nel luglio 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo “L’Anarchia dei punti di vista” (edito Bookabook).


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