Buon pomeriggio amici lettori!
Torna la nostra rubrica "Spazio agli autori", una sorta di vetrina che dà la possibilità agli scrittori di far conoscere le loro opere e che aiuta i visitatori del nostro blog nella scelta dei libri da leggere.
Oggi facciamo la conoscenza dell'autrice Francesca Compagno e di alcuni dei suoi romanzi 😊
Francesca Compagno ha scritto il suo primo romanzo noir all'età di sette anni con il consenso e il plauso della maestra della scuola elementare e, soprattutto, dei suoi amati nonni. Coltiva da sempre l'amore per la scrittura, il pianoforte e la pittura, anche se le ha per un po’ abbandonate in un periodo particolarmente difficile della sua vita, ma l'incontro con un amico dell'adolescenza l'ha portata a una rinascita interiore, spingendola a riscoprirle.
Si è anche creata una famiglia, ha adottato cinque cani, si è sposata nel luglio del 2015 ed è diventata mamma nel luglio del 2016.
Come scrittrice ha esordito nella narrativa per ragazzi con il fantasy Freeing – La terra delle fiabe (ed. Sarnus, 2014) da lei scritto e illustrato.
Sul numero 88/89 di giugno 2017 del periodico trimestrale di letteratura “Il Portolano” ho pubblicato il racconto intitolato Sophie.
Ha partecipato al 2° concorso letterario “La pelle non dimentica” pubblicando il racconto L'uomo di neve (secondo classificato – giuria popolare – sez. racconti) nell'antologia “La pelle non dimentica” edita da Le Mezzelane Casa Editrice nel 2018.
Ha partecipato nel 2018 al concorso Black Moon Street pubblicando nel settembre del medesimo anno con Le Mezzelane Casa Editrice il libro fantasy Tocco Nero.
Ha partecipato nel 2018 al concorso “Oscure presenze” classificandosi al terzo posto e pubblicando il racconto La bambola nell'antologia “Oscure presenze” edita da Le Mezzelane Casa Editrice nel novembre 2018.
Ha partecipato nel 2018 al concorso letterario “Terre delle Nebbie – Premio Biren – Miglior racconto giallo” pubblicando il racconto Bignè alla crema nell'antologia “L'impronta del giallo” edita da Freccia D'oro nel novembre 2018.
Ha pubblicato nel novembre 2018 il libro Dal lato sbagliato della mezzanotte edito da Le Mezzelane Casa Editrice.
Ha partecipato al 3° concorso letterario “La pelle non dimentica” pubblicando il racconto Fine turno (quarto classificato – giuria tecnica – sez. racconti) nell'antologia “La pelle non dimentica” edita da Le Mezzelane Casa Editrice nel marzo 2019.
Ha inoltre vinto il 1° premio nella sezione romanzi inediti nel medesimo concorso, libro che verrà pubblicato nell'anno 2019.
Ha pubblicato diversi racconti su Amazon.
Ha pubblicato il romanzo thriller Mauro Belli – Casi di santi e di folli, su Amazon, giugno 2019.
Ha pubblicato il romanzo romance Come cigni neri, su Amazon, agosto 2019.
Oltre alla scrittura, attualmente si dedico, nel tempo libero, alla pittura, alla lettura, a collezionare fate e folletti di ogni genere e ai miei amati cani.
Titolo: Come cigni neri
Autore: Francesca Compagno
Genere: Romance Young Adult
Disponibile in ebook a € 2,87
e in formato cartaceo a € 14,00
Pagina autore: Francesca Compagno - Autore
Trama: Lisa è la figlia sedicenne di ricercatori.
Sballottata fin da piccola di città in città, approda a Vaiano, in provincia di Prato, dove conosce Gianni ed è un colpo di fulmine come mai successo prima.
Tutto sembra andare per il meglio nella nuova scuola, quando nelle chat private dei compagni di classe iniziano a girare foto e video che la riguardano.
Uno in particolare, molto intimo, rivela che qualcuno a lei molto vicino la sta spiando e perseguitando.
Angosciata dagli eventi che la vedono protagonista, Lisa si allontana da tutti: il suo ragazzo, il suo migliore amico e i genitori.
Pur di riacquistare la pace perduta sta per compiere un gesto estremo quando il suo nome risuona nell'aria.
Breve estratto: Con calma torniamo verso casa. Assaporo il movimento ondulatorio della moto, le accelerazioni e le frenate, ed è così potente da farmi sentire al sicuro.
Sono solo le undici, speravo di poter stare con lui ancora qualche ora, ma arriviamo presto a casa. Avverto come se ci sia qualcuno che rema contro di noi, e una sensazione di angoscia mi assale.
Sotto casa mi bacia sulla guancia con una passione tale da diventare quasi impossibile da contenere. Sento come un migliaio di spiritelli che corrono dentro lo stomaco.
«Fai la brava, ti chiamo dopo.» Mi strizza l'occhio infilandosi di nuovo il casco.
Lo guardo correre via, lontano da me. Quando scompare alla mia vista, mi metto a cercare le chiavi nella borsa e mi meraviglio nel trovare un cigno nero di carta nera profumata. Come fa a farlo apparire?
Glielo chiederò alla prossima occasione, se ci sarà.
Autore: Francesca Compagno
Genere: Thriller
Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 12,50
Pagina autore: Francesca Compagno - Autore
Trama: Elegante, intrepido, dall'acume affilato e sexy, l'ispettore Mauro Belli indaga su quattro casi di omicidi efferati, che gli mostreranno quanto profondo e oscuro è l'abisso della mente umana.
Brevi estratti: Sono io la causa del loro dolore, sono io che ho deciso le
sue sorti, io sono come Dio, sempre io devo decidere quando fare le mie mosse.
Un estraneo al mio fianco
Il rumore metallico era forte, l'odore di ruggine corposo.
Laura urlava disperata, non l'ho lasciata andare, non potevo. Le ho tagliato il
piede per darle una lezione, doveva capire chi amare.
Io sono Francesco
Non ci sono testimoni del mio delitto, l'unico che può
parlare è il fiume, ma l'acqua, si sa, non ha parole e lava via ogni traccia.
Posso riposare senza pensieri.
Il silenzio dell'acqua
Succede da tanto. La prima volta mi ha presa alle spalle,
era buio, non sono riuscita a reagire. Mi ha uccisa e ha ucciso il voto che mi
accingevo a fare. Io ho desiderato fare lo stesso.
Il santo peccatore
Autore: Francesca Compagno
Genere: Violenza sulle donne
Disponibile in ebook a € 2,79
e in formato cartaceo a € 11,05
Pagina autore: Francesca Compagno - Autore
Trama: Questa è una storia di donne violate, sfruttate, abusate da uomini da poco.
Questa è una storia sull’amore, sulla morte e su quella forza indomabile che è l’amicizia.
Questa è una storia di amori malati, di amicizia, di sorellanza. Di donne violate, sfruttate e abusate da uomini da poco. Racconta la forza dell’amore e l’implacabilità della morte. Un racconto difficile e doloroso che parla della realtà di tutti i giorni, spesso taciuta e tenuta nascoste. È una storia di lotta contro un male incurabile e di un uomo grande e degno di essere chiamato tale. Pagina dopo pagina il lettore si troverà davanti tutta la sofferenza che una donna possa sopportare nella propria vita, ma anche la capacità di trasformare una grande amicizia in amore fraterno.
Breve estratto: Un pomeriggio, era il suo giorno di riposo, rincasò
visibilmente alterata dai fumi dell’alcol. Per evitarle conseguenze
irrimediabili, accorsi in suo aiuto, bloccando i miei e implorandoli di darmi
l’opportunità di capire cos’altro fosse successo. Volevo essere io la prima a
parlarle: avrei risolto la situazione, evitando che mio padre la licenziasse.
Entrai senza complimenti nella sua camera e chiusi la porta dietro di me.
Gabriela andò in fondo alla stanza, si appoggiò con le
spalle alla finestra e restò in ascolto, seduta sul calorifero sottostante. Mi
guardava negli occhi, con un viso che mi parve molto stanco e segnato. La
raggiunsi e la spinsi sul letto, iniziando la mia predica. Sembravo più una
madre che un’amica, ma qualcuno doveva intervenire, prima che rovinasse la sua
vita perdendo il lavoro che le dava la possibilità di rimanere in Italia. Io
parlavo, parlavo, ma lei adesso teneva gli occhi bassi. Quando mi concessi alcuni
istanti di silenzio, per darle l’opportunità di replicare, lei pronunciò solo
tre parole: «Sono stata stuprata.»
Si gettò tra le mie braccia e scoppiò in singhiozzi. Io la
tenni stretta. Non sapevo cosa fare, cosa dire. Avevo letto del rimorso della vittima
che, non riuscendo a reagire, gridare o difendersi, si ritiene colpevole per
quanto accaduto. Sentirsi responsabile per un atteggiamento, per una parola non
detta, per non aver fatto qualcosa, è uno sbaglio imperdonabile. Dopo aver
asciugato le sue lacrime e calmato i singhiozzi che le spezzavano il fiato,
riuscii a domandarle quando fosse successo. Dove si trovava e se conosceva il
suo stupratore. Quanto emerse dal suo racconto mi lasciò senza parole. Non me
lo aspettavo. I ricordi erano affiorati dopo la morte di Ana. Lo shock causato
da un dolore così grande aveva riportato a galla tutto, investendola come un
fiume in piena. Ogni notte, verso mezzanotte, qualche dettaglio in più
emergeva. Prima erano semplici percezioni, poi si svegliava di soprassalto con
la sensazione di essere stata violata. In un bagno di sudore si alzava,
accendeva la luce sul comodino e controllava la stanza. Ovviamente nessuno era
entrato nella sua camera mentre dormiva. Poi erano cominciati dei veloci
flashback, anche durante il giorno, che le riempivano la mente. Sentiva sul
collo, sulla sua pancia e giù, fino alle parti intime un odore rancido di alcol
e tabacco; sentiva che queste ultime venivano prima dilatate manualmente, poi
con ripetute penetrazioni.
Sembrava tutto così reale da non riuscire a capire se
fossero ricordi di una vita che non le apparteneva o pura immaginazione. I
luoghi che intravedeva, un po’ sfocati, le ricordavano qualcosa che non
riconosceva. Più si sforzava, più tutto diventava confuso. Probabilmente la
vicenda della sorellina le stava provocando incubi ricorrenti, doveva solo
capire come riuscire a fermarli. Per un attimo pensai che la follia si stesse
impadronendo di lei o che avesse una fervida immaginazione. Desiderava
sfogarsi, parlare con qualcuno, ma quei pensieri la facevano vergognare di se
stessa, di suo padre, di tutta la sua famiglia. Quel pomeriggio, mentre era in
giro per il centro di Firenze con la sua amica Raika, si erano fermate in un
caffè a salutare il compagno russo di lei, che era in compagnia di un amico.
Inizialmente quel ragazzo le era sembrato gentile e carino, poi, scambiandola
per una delle dipendenti del russo, aveva esagerato, spingendosi un po’ oltre
con le avances. La mano posta sulla gamba, prima per scherzo, poi insistente
verso l’inguine, era stata come una scossa elettrica che aveva riacceso ciò che
era sopito e le aveva provocato una tale sensazione di disgusto da innescare
una sorta di esplosione. Per lungo tempo aveva difeso se stessa rinchiudendosi
nel suo dolore e fingendo che nulla fosse accaduto. Ora però la vita le aveva
presentato il conto: quelle sensazioni, quei mezzi ricordi, quegli incubi, non
erano frutto della fantasia. Era la sua vita passata. Non era stato un estraneo
ad abusare di lei, bensì suo padre. Per anni aveva violentato lei e le sorelle.
La sera, quando rincasava tardi e ubriaco, sceglieva di quale figlia
approfittare. Osservandolo dalla finestra che affacciava sul giardinetto
frontale, più volte lo aveva visto serrare le mascelle e gettare il mozzicone
di sigaretta. Non sembrava contento di rientrare in casa, il che significava
che avrebbe sfogato la sua rabbia su qualcuno. Avrebbero dovuto dormire sonni
tranquilli, come qualsiasi altro bambino, invece si erano ritrovate a camminare
a testa in giù, dal lato sbagliato della mezzanotte, inseguite da un mostro in
carne e ossa.
Titolo: Tocco nero
Autore: Francesca Compagno
Genere: Fantasy
Disponibile in ebook a € 4,49
e in formato cartaceo a € 9,35
Pagina autore: Francesca Compagno - Autore
Trama: Riley e Marcus, due giovani sanguemisto magici, vengono attaccati e separati da Abraham, uno stregone. Mentre Marcus, che lotta con tutte le sue forze per riunirsi con la sua amica, è costretto a subire pozioni e anatemi che rischiano di ucciderlo, Riley si risveglia in una foresta tenebrosa, in cui trova i cadaveri di quattro fate. Catturata dagli orchi, verrà portata nel castello di Abraham, l’assassino dei suoi genitori. L’incontro con lui, però, le farà provare sensazioni inaspettate, soprattutto quando si renderà conto che lo stregone non è malvagio come aveva pensato. Deciderà così di unirsi a lui per trovare il responsabile delle misteriose morti delle fate. I due dovranno salvarsi dall’ira della regina delle fate, individuare un traditore e combattere un negromante appena risvegliato e assetato di potere. In un turbinio di incontri, scontri e tradimenti, nell'eterna lotta tra luce e ombra Riley dovrà scegliere da che parte stare e a chi donare il suo cuore.
Breve estratto: Lo avevo guardato fisso negli occhi, pronta a ucciderlo. Poi
avevo preferito lasciarlo in vita per condannarlo a un’esistenza senza magia,
come un comune essere umano. Grosso errore. Erano passati solo sei mesi dalla
mia sospensione da scuola per aver aggredito un insegnante quando me lo ero
ritrovato davanti, con nuovi poteri. Mi aveva presa alla sprovvista sul prato
del Big Lagoon State Park, pretendendo che andassi con lui senza spiegarmi il
motivo. Aveva gettato Marcus in uno dei due portali, poi aveva trascinato me
nell’altro. Giunta dall’altra parte, però, ero riuscita a liberarmi e a
respingerlo. Perso il contatto con lui, mi ero poi ritrovata da sola in quella
soffocante e intricata foresta. E ora eccomi qui, non so dove né ospite di chi.
Spero che quel maledetto non mi trovi e spero che a Marcus non sia successo
nulla di male.
«Sei mia.» Scossi la testa al ricordo di quella frase.
L’idea di appartenere a quell’assassino mi faceva rivoltare lo stomaco. Mentre
ricordi e pensieri mi affollavano la mente avvertii due mani possenti posarsi
sulle mie spalle strofinandomi la pelle. Il gelo che mi attanagliava
improvvisamente si dissolse. Il riflesso sul vetro della finestra mi fece
sobbalzare più del suo respiro sulla nuca. Era Abraham Asbury. Mi voltai
lentamente, fino a trovarmi faccia a faccia con il carnefice della mia
famiglia. «Tu? Avrei dovuto ucciderti quando potevo!» gli urlai contro. L’odio
e la sete di vendetta mi accecarono per un istante, ma sopraggiunse un
inaspettato imbarazzo. Mi sentii avvampare e per la prima volta notai di quanto
mi sovrastasse. I capelli neri, che a scuola teneva sempre lisciati indietro,
incollati con il gel, erano ora raccolti in una coda ordinata. Gli occhi blu
scuro, screziati di oro lucente, da quella distanza minima mi apparvero più
profondi di quanto ricordassi. Era giovane, incredibilmente giovane e attraente
per uno stregone centenario. Il suo abbigliamento era insolito, almeno per me
che ero abituata a vederlo in jeans attillati, sneakers ai piedi, camicie scure
aderenti, giubbotto di pelle avvitato e orecchino luccicante al lobo sinistro.
L’uomo in piedi davanti a me sembrava uscito da uno dei quadri che ornavano le
pareti della stanza: pantaloni da cavallerizzo, stivali al ginocchio, camicia
con sbuffi di merletti al petto e marsina. Vestiva come un lord dell’Ottocento,
ma questo lo rendeva ancora più affascinante. Rimasi a fissarlo inebetita per
diversi secondi, incerta su cosa fare, dire, persino pensare. Ero sopraffatta
dalle mie emozioni, alcune contrastanti tra loro. Fu lui a rompere gli indugi.
«Quando ci siamo affrontati, alla scuola di magia, sapevo bene che avrei potuto
avere la meglio su di te, ma ho capito che era giunto il momento di pagare per
i miei errori del passato, perciò ho lasciato che mi punissi. Dovevi castigarmi
per potermi perdonare, ti chiedo di farlo ancora per averti portata qui con la
forza, non avevo altra scelta.» «Do... dove mi trovo?» «Queste sono le terre
dell’Oscuro Mietitore.» Lo indicai, perplessa. «È un tuo parente, o...» Gli
scappò una risatina che lo rese quasi irresistibile. Inspirò prima di
rispondere e io gli osservai le labbra, attendendo la sua prossima parola come
se fosse oro. «Temo di essere io», rivelò, sforzandosi di non apparire troppo
scontento. «Abito in queste lande sperdute da moltissimo tempo. Presumo ti
chiederai perché ti trovi qui.» Odiai quell’ultima frase. Sapevo benissimo
perché mi trovassi lì: mi aveva rapita. L’idea di sentirmi ripetere che gli
dispiaceva, che cercava il mio perdono per la morte dei miei genitori, e altre
scuse, mi indispettiva. «Perché non desideravo nient’altro che rivederti»,
rivelò lui. Il mio cuore perse un battito, di colpo mi ritrovai le gambe molli
e il fiato corto. Non sapevo cosa rispondere, continuavo a provare un forte smarrimento.
La rabbia che covavo sembrava essere svanita del tutto e in quel momento,
mentre lo guardavo, non desideravo altro che baciarlo appassionatamente anziché
ucciderlo con le mie mani. Erano sentimenti inaspettati, che non riuscivo a
spiegarmi e che rifiutavo con tutta me stessa. Fu lui a mettere fine alla mia
guerra interiore blandendomi: «So che il mio invito a cena non è stato proprio
ortodosso, ma sarai affamata. Vieni.» Mi tese una mano, che restò a mezz’aria
un po’ prima che mi decidessi a sfiorarla. Nel momento in cui lo feci, percepii
un piacevole formicolio alle dita che mi incoraggiò ad appoggiare il mio palmo
sul suo. Con delicatezza lui mi strinse la mano e mi condusse al tavolo. Una
volta seduti non mi lasciò e quel contatto prolungato si riempì di potere e di
oscurità. Non era un tocco malvagio. Oscuro, sì. Una piccola scarica mi
percorse, riempiendomi tanto di energia, quanto di interrogativi.
Volevo rimanere lucida; allontanai la mano dalla sua e lo
incalzai: «Se eri così interessato a rivedermi, come mai mi hai rinchiusa come
una prigioniera nelle segrete del castello? Credevi che non mi sarei
indispettita per questo?» La sua aura divenne nera.
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