domenica 15 dicembre 2019

"E' UNO DI QUEI GIORNI" di Anita Notari



Buongiorno follower, buona domenica!
Vi segnalo "È uno di quei giorni" dell'autrice Anita Notari. Una storia d'amore ambientata a Torino dallo stile ironico, ma capace di toccare le corde più profonde del cuore.





Autore: Anita Notari

Genere: Romantico contemporaneo

Disponibile in ebook a € 0,99
e in formato cartaceo a € 8,90

Pagina autore: Anita Notari




TRAMA:

Chi non ha mai vissuto uno di quei giorni? Quei giorni folli, in cui la vita si diverte a rimescolare le carte in tavola. In poche ore il mosaico che con fatica avevi composto, si sgretola sotto i tuoi occhi, la serena routine viene interrotta da avvenimenti imprevisti, destinati a cambiare in maniera definitiva il corso degli eventi.
Per anni Ludovica, trentenne torinese, si è limitata a sopravvivere completamente immersa nel suo personaggio. Diventando interprete di se stessa si è reinventata donna forte e indipendente. Ma cosa succede se la vita una mattina ti mette di fronte al tuo passato? Ludovica si ritrova a dover lavorare a stretto contatto con Alessandro con cui ha condiviso un passato burrascoso. La loro convivenza è destinata ad inasprirsi ancor di più, perché il passato non è mai passato, soprattutto se è stato dissimulato. Nella città Sabauda, famosa per il nettare degli dei, si intrecciano con ironia amori, rancori e colpi di scena. Perché si sa, come nell'arte, anche in amore è dagli imprevisti che nascono i capolavori senza tempo.



BIOGRAFIA:

Anita Notari è una trentenne torinese innamorata pazza della sua città. È sposata. Legge di tutto e scrive su pezzi di carta sparpagliati per casa da che ne ha memoria. Ha una dipendenza per il cioccolato in tutte le sue forme.



DICE L’AUTRICE:

"È uno di quei giorni" nasce un po' per gioco sotto l'ombrellone. Il titolo è un omaggio alla famosa canzone di J Ax che racconta di quelle giornate dove sembra proprio che il cosmo ce l'abbia con te. Per Ludovica il fatidico "giorno" quando arriva, le sconvolge la vita.






BREVE ESTRATTO:

Prendo una boccata d’aria e camminando sulle punte, passo davanti alla porta, con la coda dell’occhio vedo Alessandro chino sulla scrivania intento a guardare dei fogli. Pericolo scampato, grazie al cielo almeno questa me la sono rispar... «Signorina Rossi, Signorina Rossi» come una secchiata d’acqua ghiacciata in faccia arriva la voce della centralinista che mi inchioda, giro solo la testa e vedo Alessandro che mi fissa con il suo sorriso beffardo. Non voglio dargli soddisfazione e lo ignoro, guardo Silvia dritta negli occhi e con sforzo notevole cerco di essere cordiale: «Dimmi Silvia, hai bisogno?»
«Volevo solo avvisarla che il Dottor Della Rovere voleva parlare con lei»
Faccio cenno di sì con la testa e mi avvio verso la porta aperta quando Silvia quasi urlando mi ferma: «Signorina, Signorina aspetti! Il Dottore mi ha detto di farla attendere qui, quando sarà libero verrà lui a chiamarla.» Vado a sedermi sulla sedia che mi indica e cerco di non dare a vedere quanto tutto questo mi innervosisca. Dopo quarantacinque minuti la mia pazienza è bella che finita, mi alzo di scatto e mi dirigo verso l’ufficio; Silvia vorrebbe rimandarmi al posto, ma la mia occhiata la fa desistere e si risiede alla sua scrivania. Entro nell’ufficio aperto senza neanche bussare e mi pianto con le braccia incrociate di fronte a lui. Alessandro alza gli occhi solo per un secondo e con aria di sufficienza si rimette a leggere i fogli che ha in mano. «Allora si può sapere cosa vuoi? Non so te, ma io ho un sacco di cose da fare. Io non ho a casa una colf che pulisce e cucina. Ti svelo un segreto: se noi comuni mortali al mattino non ci rifacrifacciamo il letto, la sera quando torniamo a casa lo troviamo ancora disfatto. Incredibile vero? I letti non si sistemano da soli, quindi se il tuo ego è abbastanza soddisfatto ti pregherei di dirmi ciò che devi e di lasciarmi tornare a casa dal mio letto disfatto.» «Complimenti hai largamente superato le mie aspettative, avrei scommesso che non avresti aspettato neanche quindici minuti prima di entrare come una pazza e invece, sei diventata molto meno impulsiva, brava!» Mi dice soddisfatto con un ghigno. «Cosa vuoi?» Gli domando scandendo bene la parole, sono al limite e manca veramente poco che perda le staffe. «Ora si che ti riconosco, ero quasi preoccupato che degli alieni ti avessero rapito e scambiato con una di loro, quasi, perché non sono del tutto convinto che lo scambio sarebbe stato poi tanto negativo per noi.» Se la ride da solo compiacendosi della sua triste battuta. «Dai Ludovica siediti, che ne dicidi provare ad avere una conversazione da persone adulte e civili?» Annuisco con la testa senza fiatare, sono troppo concentrata a evitare di saltargli addosso e baciarlo no, volevo dire strozzarlo! «Devo ammettere che la vita ci ha fatto proprio un bello scherzo. Sinceramente non pensavo che i nostri cammini si sarebbero incrociati nuovamente, anche perché parliamoci chiaro, in questi anni ci siamo ben guardati dal farlo accadere. Entrambi siamo consapevoli dei nostri trascorsi ma il passato è passato e poi lei ormai non c’è più. Non siamo più due ragazzini che si fanno i dispetti a vicenda, quel che è stato è stato. Non credo che ciò che è successo debba condizionare il nostro rapporto lavorativo attuale, non avrebbe senso e sarebbe controproducente per entrambi, non trovi?» «Sì, sono dello stesso avviso.» «Bene, mi fa piacere che la vediamo allo stesso modo. Detto questo, passiamo alle questioni pratiche, come avrai capito la situazione qui non è delle migliori, c’è qualcosa in questa sede che non funziona come dovrebbe, ed è mia intenzione sistemare la cosa nel miglior modo possibile. Lo scorso anno abbiamo speso per la pubblicità una cifra esorbitante e neanche ci siamo avvicinati alle cifre previste dalle vendite. Ora, una delle spese che incidono di più, è quella del personale, soprattutto se ingiustificate…» lo interrompo a metà del discorso: «Alessandro, te lo chiedo per favore, niente giri di parole o allusioni, dimmi chiaramente dove vuoi andare a parare.» «Come vuoi, tu non hai una laurea e sei solo una segretaria, ma nonostante questo, hai una busta paga del 30% superiore a quella delle tue colleghe, a cos’è dovuta questa “gratifica”?» Mi guarda, e nel suo sguardo leggo tutto quello che non dice. «Il mio stipendio è proporzionato alle mie competenze e incombenze ed è un premio per il tempo che dedico al lavoro oltre l’orario ordinario.» «Questo è da vedere, com’è andata la riunione con De Martini? Negli uffici ha creato molto scalpore. Tu vuoi che io sia diretto e lo sarò. Siete amanti?» «Non ci posso credere che tu me lo stia chiedendo veramente.» 


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