In uscita proprio oggi il nuovo libro di Alexandra Maio.
Titolo: Dolce vendetta
Autore: Alexandra Maio
Genere: Racconto storico anacronistico
Disponibile in ebook a € 0,99
TRAMA:
Il Duca di Wonderground - Alex Interrail all’anagrafe - era
fermamente convinto che i matrimoni combinati fossero folli allucinazioni
partorite da menti insane. Quale razza di genitore antiquato, nell’anno del
signore 1820, possedeva un ego così smisurato e retrogrado da voler combinare
il matrimonio del proprio figlio? Che domanda. Sua madre, ovviamente.
La vicenda era diventata così seria che ormai Alex non
poteva più restarne indifferente. Il pensiero che la Duchessa Vedova volesse
influenzare le sue decisioni lo infuriava talmente tanto che non si sarebbe
meravigliato di sentire i propri vestiti strapparsi e di rendersi conto che
stava diventando grosso e verde come Lord Hulk.
Se la madre credeva che il suo destino fosse argilla da
manipolare e scolpire a piacimento, si sbagliava di grosso. Pur di vendicarsi
di Miss Isabel Pretender, la sua promessa sposa, Alex sarebbe stato persino
capace di sposare Dinah, la graziosissima domestica da poco arrivata a Discount
House.
Dolce Vendetta è un romance storico anacronistico dove
fatti, nomi, luoghi o oggetti apparentemente avulsi dal proprio contesto
temporale, sono stati intenzionalmente inseriti per ragioni stilistiche.
DICE L'AUTRICE:
Come si sentirebbe la lettrice, catapultata in una storia
del passato attraverso pennellate di quotidianità moderna inserite nel testo?
Come sarebbe una storia dove riferimenti attuali, sensazioni, luoghi e nomi,
creano una sorta di collegamento sensitivo tra le abitudini di oggi e un
romance Regency? In sostanza, come sarebbe riconoscere il proprio mondo in una
storia romantica avvenuta nel passato?
Queste le domande che mi facevo mentre scrivevo Dolce
Vendetta.
Immaginavo che la lettrice purista dello storico avrebbe
storto il naso di fronte a uno esperimento con questo sapore agrodolce di
canzonatura. Dovevo decidere se realizzare una storia tradizionale o lasciarmi
arrendere alla musa che mi sussurrava all’orecchio frasi stralunate.
Alla fine ho deciso di lasciarmi trascinare da questo stile
inconsueto, che in un secondo momento ho scoperto chiamarsi anacronistico. Non
avevo inventato nulla di nuovo, a parte usarlo in un racconto Regency.
A quel punto mi sono sentita meno strana. Più normale. Meno
borderline. È stato allora che ho deciso di pubblicare questo storia, anche se
avrebbe potuto in qualche modo urtare la sensibilità romantica della lettrice
di storici tradizionali.
La decisione di scegliere uno stile poco consono allo
storico potrebbe sembrare un po’ azzardata. Il mio intento era quello di creare
un avvicinamento percettivo tra passato e presente, attraverso riferimenti
attuali con i quali la lettrice moderna fosse in grado di identificarsi e di
capirne i significati intrinseci e, allo stesso tempo, conferire al testo un
aspetto parodistico che tendeva a demistificare lo splendore enfatico del
passato.
In breve, lo stile anacronistico del testo potrebbe essere
paragonato a un ponte di congiunzione tra la realtà del presente e
l’irraggiungibilità del passato, annaffiato da una pioggerella di humour.
Vorrei sperare che la storia di Alex, Isabel e Dinah farà
sorridere senza tuttavia perdere di romanticismo.
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