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giovedì 22 giugno 2017

INTERVISTA AD ANNA MARIA PUSCEDDU



Buongiorno follower!
Ben ritrovati all'immancabile appuntamento con le interviste del giovedì 😊 Gradita ospite del nostro blog è Anna Maria Pusceddu, l'autrice di "L'altra metà di lei. L'inizio della fine".
Leggete l'intervista che le abbiamo fatto e poi appuntamento nel gruppo delle harmonyne dove Anna avrà tutta la giornata a disposizione per farci conoscere i suoi lavori 😊









INTERVISTA AD ANNA MARIA PUSCEDDU:



Raccontaci qualcosa di Anna Maria :) Parlaci del percorso che ti ha portato a essere quella che sei oggi.

Sono una persona semplice, una donna come tante, piena di passioni e di idee da realizzare. Attualmente, una mamma in cerca di un’occupazione che gli permetta di dedicarsi con più serenità alla scrittura, e a tutto ciò che ama. Insomma, sono una persona in cerca della sua strada, come tante che incontro. Nella vita ho attraversato molte difficoltà e ho cercato di trarne solo il meglio, cercando di non rimuginare troppo sul passato, anche se durante il mio percorso personale ho sentito spesso una strana sensazione di “estraneità”, come se stessi vivendo la vita di un’altra persona, e non la mia. Con il passare del tempo ho capito che potevo solo assecondare questo “malessere”, trascrivendo i miei sogni e le mie paure, attraverso le storie folli che mi passavano per la testa, e trasformando così la scrittura, in una “cura”. Devo ammettere che sono sempre stata una sognatrice fin da piccola, capace di crearmi delle realtà alternative, se la mia non mi piaceva troppo. Aver conservato questa capacità, mi ha permesso di essere la donna, forte, e allo stesso tempo fragile, che sono oggi.


2) Da dove nasce la tua passione per la scrittura?

Scrivo da circa dieci anni, anche se, tornando indietro nel tempo, mi sono accorta che l’ho sempre fatto. Da prima con i vari diari che riempivo da adolescente, poi con favole che inventavo per mia figlia da piccola, ma che di fatto non ho mai messo per iscritto, poi con le poesie, e solo dopo con delle vere e proprie storie. Prima della scrittura, la mia passione più grande era il disegno, ma anche lì mi accorgevo che dietro ogni ritratto c’era una storia da raccontare, per cui credo che nel tempo ci sia stata un’evoluzione che mi ha portato a tralasciare il disegno, per poi passare alla scrittura.




3) Come vedi il futuro dell'editoria? Self o CE? E-book o cartacei? E tu cosa preferisci?

Purtroppo sono più cinica, che romantica, e se la situazione non cambia in fretta, non prevedo un bel futuro per l’editoria. Il numero di coloro che si cimentano nella scrittura, è aumentato, ma per contro è diminuito il numero dei lettori, che sembrano ormai spariti, creando una contraddizione che ti fa capire quanto questo paese sia rimasto ancorato ad una tradizione di poeti e di sognatori che hanno ancora molto da dire, ma che ormai possono intercettare solo un certo e ristretto numero di lettori forti. Forse l’unica occasione, oltre a promuovere la lettura fin dall’infanzia, con iniziative nuove e divertenti, “cambiando” anche le regole all’interno del sistema scolastico, resta quello di “aprirsi” all’esterno, traducendo e portando la propria opera all’estero, dove il numero di lettori è superiore. Con i “numeri” che ci sono in Italia, vivere di scrittura resta una prerogativa di pochi fortunati. Personalmente mi sono auto-pubblicata, dopo però aver fatto tutta la solita trafila, spedendo il mio romanzo alle varie case editrici che potevano essere interessate al mio genere. Con il self ci sono diversi vantaggi, come mantenere i propri diritti sull’opera, e guadagnare una cifra superiore sulla stessa, ma ora ho capito che non basta aver scritto e curato al meglio il proprio romanzo, la “macchina” del self funziona solo se si mette in piedi tutto un meccanismo pubblicitario che ti porta ad investire parecchio tempo, e troppi soldi, che forse non rivedrai a breve. Il progetto è a lungo termine ma sei il padrone di te stesso. Per contro, a mio avviso, una casa editrice seria può darti molto, in termini di prestigio, visibilità, e qualità dei servizi. Per cui resta comunque il mio sogno nel cassetto...
Per quanto riguarda la scelta tra e-book e cartaceo, preferisco entrambe le cose insieme.



4) Genere storico, paranormal, erotico... Scelta dettata dal mercato? Quanto può condizionare?

Sinceramente ho sempre scritto senza badare troppo alle richieste del mercato, o avrei pubblicato probabilmente un libro erotico, invece che un urban/fantasy/romance, con risvolti paranormali, ma so che se avessi dietro una casa editrice, le cose sarebbero diverse. Il problema potrebbe nascere quando allo scrittore viene richiesta una storia che non è nelle sue corde, come si usa dire. Qualcosa che non ti è congeniale, o che non ti piace. Credo che questa sia una forzatura e che ognuno dovrebbe essere libero di esprimersi tirando fuori la storia che ha dentro, poi potrà essere buona, o meno, ma di sicuro, se libera da vincoli, quella storia risulterà molto più credibile, anche se è vero che azzeccare la storia giusta, nel momento giusto, offre allo scrittore più possibilità di riuscire nell’impresa di essere letto dalle tante persone, le stesse a cui aspira quando scrive. Del resto, se invece si ha a che fare con una casa editrice, non bisogna mai dimenticare che principalmente è un’azienda con dei costi e dei profitti da tener ben presenti, per cui “risponde” a delle regole di mercato che non sempre ci sono congeniali, ma non conoscendole bene, preferisco soprassedere sull’argomento…


5) Perché la gente dovrebbe comprare i tuoi libri?

Questa è una bella domanda e credo che al mio possibile lettore, direi questo: “Se sei alla ricerca di una storia leggera, ma non banale, anche se senza significati reconditi; con personaggi capaci di “allontanarti” per qualche ora dal tuo presente, e che ti di trasportino altrove a costo zero, restando per giunta seduto. Una storia in cui, come nella vita, ognuno nasconde ciò che è dietro una maschera. Dove l’Amore non è mai “eccessivo” o “assoluto”, e dove il mistero e la magia si svelano pian piano, finendo per diventare quasi naturali… allora questo romanzo fa per te. Sei pronto a “partire” per l’inizio di un avventura in cui le risposte arriveranno mai mano? Se la risposta è sì, allora non ti resta che venire a conoscere la mia “eroina”, Giulia Ricci!


6) Faresti mai dei compromessi per arrivare al successo?

martedì 21 marzo 2017

"L'ALTRA META' DI LEI" di Anna Maria Pusceddu


Buongiorno follower!
Anna Maria Pusceddu, ci parla del suo libro 😊





Titolo: L'altra metà di lei
Autore: Anna Maria Pusceddu

Casa editrice: Youcanprint

Disponibile in ebook a € 3,99 e in formato cartaceo a € 14,88

Pagina autore: A. Maria Pusceddu







TRAMA:


Giulia Ricci è una giovane scrittrice di successo, la vita sembra finalmente sorriderle, quando scopre che ormai non gliene resta poi molta: un tumore incurabile si è impossessato del suo cervello, e con lui arriva anche un’inquietante vocina…

Che fare? Spendere il poco tempo che le resta a curarsi inutilmente, o partire per l’Irlanda per inseguire un sogno? Un noto regista ha avanzato la proposta di poter trarre un film dal suo primo romanzo fantasy. Scoprirà presto che gli attori non sono poi così diversi dai suoi personaggi irreali. 
Uno soprattutto, un ragazzo dai mille segreti, la porterà a credere che la vita valga sempre la pena di essere vissuta sino alla fine. Insieme a un inaspettato amore, arriverà anche qualcosa di molto più inquietante, un’ombra sfuggente, pronta a darle la caccia. Chi sia e che cosa voglia, sarà solo una delle tante domande che sorgeranno in lei. Il suo sarà un lungo viaggio dentro sé stessa, in perenne corsa contro il tempo!



BIOGRAFIA:


Anna Maria Pusceddu è nata a Nuoro nel 1974. Vive in provincia di Milano con sua figlia Giulia, a cui da piccola amava raccontare la sua personale, e moderna, “rivisitazione” delle favole.

Il suo mondo immaginario è popolato fin dall’infanzia da creature irreali di cui non potrebbe fare a meno. Ama i gatti alla follia e forse un giorno ne adotterà uno, o due. Per il momento in casa aleggia ancora lo spirito del precedente e indimenticabile “Zorro”. La sua giornata ideale è: scrivere da sola immersa nel silenzio, con l’ordine fuori e il caos dentro, davanti a un buon bicchiere di vino, mentre fuori piove. In questo caso, vivere a Milano la aiuta molto, anche se nei suoi sogni aspira ad avere una finestra che si affaccia sul mare.
L’altra metà di Lei, L’inizio della fine, è il suo romanzo di esordio. Il primo capitolo di una trilogia urban/fantasy/romance, che non mancherà di regalare ai suoi lettori, anche dei colpi di scena in stile noir.



DICE L'AUTRICE:


Sono un’amante del fantasy per eccellenza, ma leggendone molti, ho sentito l’esigenza di scrivere una storia che rispondesse ai “bisogni” di un pubblico più adulto, con temi e dinamiche meno adolescenziali, senza per questo rinunciare alla “magia” che pervade questo genere in particolare, ma restando ben ancorata alla realtà e lasciando che l’irreale sopraggiunga pian piano, tanto da divenire credibile.


La storia del mio romanzo è in divenire. Nella prima parte ho curato i personaggi, l’ambiente in cui si muovono, e le dinamiche tra loro, facendo nascere le domande che troveranno gran parte delle risposte nella seconda parte, che non stenterà molto ad uscire, essendo già pronta.
Per certi versi la mia protagonista mi somiglia e le ho affibbiato la mia fobia più grande: l’acqua! Ho scritto il libro pensando di non rivolgerlo alla sola platea femminile, all’interno infatti troverete diversi personaggi maschili molto interessanti.
Il castello descritto esiste davvero, anche se è in rovina. L’idea dell’Irlanda è nata da sé, e alla fine della trilogia, amiche e amici lettori, vi attenderà una sorpresa…
Non dico altro, se non “buona lettura” in compagnia dei miei personaggi fragili, ma che spero non dimenticherete facilmente.



BREVE ESTRATTO:

Non fece caso alla mia ritrosia e continuò: «Mi faccia capire, vorrebbe una ragazza capricciosa e totalmente ingestibile per la sua adorabile adolescente. Il suo vampiro dovrebbe essere interpretato da Collins, che è un uomo rissoso, troppo dedito all’alcol e alle donne, per impegnarsi seriamente in un progetto impegnativo quanto questo film, e poi… sceglie un altro attore praticamente irraggiungibile per il suo Killian?».
«Perché irraggiungibile?»
Di tutto ciò che mi aveva detto, “irraggiungibile” era l’unica cosa che avessi realmente registrato.
«Come perché?» farfugliò incredulo, «André Clément si è ritirato dalle scene da quasi un anno. È letteralmente sparito».
«Una persona non può sparire nel nulla! Il mio personaggio ha il suo volto, quindi io voglio lui!» esclamai con convinzione.
«Non saprei dove cercarlo!»
«Non m’importa…» mi intestardii, «voglio solo lui».
«Perché insiste?» sbraitò, infastidito dalla mia caparbietà. «Ci sono altri attori che potrebbero andar bene per quel ruolo.»
Non avevo altro da aggiungere, afferrai la borsa e mi avviai verso l’uscita senza dire una parola.
Roberto si alzò di scatto e mi raggiunse, bloccandomi alla porta: «Giulia, che cazzo stai facendo?» ringhiò. Mi afferrò per un braccio e si accostò al mio orecchio: «Stai buttando all’aria un’opportunità che difficilmente si ripresenterà, per uno stupido capriccio!».
«Sì, forse è così, ma io voglio lui e soltanto lui» ripetei ancora una volta, digrignando i denti, non per il nervoso, ma per il dolore che sentivo nel punto in cui lui stringeva.
Prima che potesse aggiungere un’altra parola che, a giudicare dalla sua espressione inferocita, non mi sarebbe piaciuta, Fisher ci raggiunse e l’anticipò: «Forse conosco qualcuno che potrebbe sapere dove si trova, ma non le garantisco che accetterà. Non è più interessato al mondo del cinema».
Spinsi via Roberto e mi avvicinai a lui: «Lei lo trovi, e se non riesce a convincerlo, vorrei provarci io. Altrimenti niente film».
«Lei è proprio un bel tipo, lo sa?»
«Allora accetta tutte le mie condizioni?» allungai la mano.
«Ho scelta?» chiese stringendola.
Il patto era sancito.
Mi feci chiamare un taxi. Non avevo voglia di trattenermi ancora per il dopocena, mi sentivo stanca. Lasciai lì Roberto per continuare a definire i termini noiosi dell’accordo. Per quel che mi riguardava, avevo già ottenuto ciò che volevo, o quasi…