giovedì 15 novembre 2018

GIORNATA... A TEMA - ROBERTA BRAMANTE



Buongiorno follower!
Ospite della "giornata... a tema" di oggi è Roberta Bramante, autrice di cui vi abbiamo già parlato in passato.  
Leggete il tema che ha scritto per il nostro blog e poi seguiteci nel gruppo delle harmonyne, dove avrete la possibilità di conoscere meglio Roberta e i suoi lavori.







IL TEMA DI ROBERTA BRAMANTE:


Buona giornata a tutti i follower del blog. Mi presento, sono Roberta Bramante e sono nata in Abruzzo, anche se attualmente vivo e lavoro a Roma. L'amore per la scrittura mi appartiene da quando sono bambina e da allora non ho mai smesso di dedicare tempo a questa passione. Ho iniziato a fissare nero su bianco piccoli versi poetici dopo aver studiato a memoria, obbligata dalle mie maestre, quelli di Giacomo Leopardi. Durante il periodo universitario, iscritta alla facoltà di filosofia, ho apprezzato il pensiero di Nietzsche abbinato alla lettura dei poeti maledetti e poi ho conosciuto la “Poetronica”. Prendendo ispirazione da questo genere, insieme ad altri aspiranti giovani poeti, ho realizzato nel 2001 una performance che ha visto la sinergia di più forme d'arte: la parola, la musica, la danza e le immagini. In questi anni alcune mie poesie sono state pubblicate in diverse antologie e ho da poco ricevuto il premio speciale della critica al concorso I COLORI DELL’ANIMA. Nel 2004 mi sono laureata in Filosofia Estetica, con una tesi in semiotica fotografica. Nel 2005 ho vinto il concorso che mi ha portato nel 2007 a diventare insegnante di storia e filosofia, lavoro che svolgo tuttora con grande passione. Oltre alla scrittura, ho sempre amato la lettura, i romanzi di vario genere: Hesse, Mann, Moravia, Bassani, Tommasi di Lampedusa, Cassola e Calvino, ma anche Murakami e la Ferrante. Ad oggi, i miei romanzi preferiti sono: "Il conte di Montecristo" di Dumas e "I miserabili" di Hugo. 

L'amore per le storie, la mia fantasia e creatività, mi hanno spinto a scrivere dei racconti. Uno di questi, che ricorda la vita di un hibakusha, sopravvissuto all'olocausto nucleare in Giappone, ha vinto un concorso letterario organizzato dall'agenzia letteraria Ponte di Carta e la casa editrice Valletta Edizioni. Con quest'ultima, nel 2016, ho pubblicato una raccolta dal titolo “Le sembrava bello e altri racconti”. Nel 2017 invece ho vinto il premio della critica con un racconto che descrive le vicissitudini sentimentali di Cristina, una giovane transgender. 
Il romanzo "Della vita un sogno" invece è restato nel cassetto circa quindici anni e ha visto numerose modifiche, stesure, riadattamenti. Per molti aspetti è diventato il luogo, lo spazio immaginario, in cui tornare quando avevo voglia di evadere, scappare dalla realtà. La protagonista è Laura, una giovane aspirante attrice. Anche io ho studiato per un po' teatro, ma al contrario della protagonista, il mio approccio con esso è più teorico, filosofico. Come Laura, amo Il teatro perché riesce a comunicare un linguaggio metafisico, che a mio avviso oltrepassa altre forme di comunicazione, investe l' uomo nella sua totalità, nella sua fisicità e la fisicità, il gesto, oltre alla parola, riescono ad essere una poesia dell'anima. 

Laura è una ragazza comune, la cosa che la rende speciale è il suo sogno. Ritengo che oggi avere un sogno, una passione, sia una enorme fortuna. Quando si ha un progetto, un'ambientazione la vita brilla di luce propria. Sognare è l'antidoto al vuoto, alla morte dell'anima, ma anche un mezzo per scoprire chi siamo o meglio per inventarci e costruire una nostra individualità. Coltivare una passione ci permette di superare l'apatia, i momenti di crisi e contemporaneamente ci illumina, ci rende attrattivi e forti. Qualsiasi ostacolo, avversità o sofferenza possono essere superati in virtù di una missione più grande. E la vita, con le sue battute d'arresto, può addirittura essere divertente; una vita spesa per un sogno è una vita migliore, più stimolante. Il mio romanzo vuole essere d'incoraggiamento in questo senso. L'esistenza della protagonista, come quella di ciascuno di noi, non può esultare dalla sofferenza, dai problemi più o meno gravi, dai fallimenti e dalle delusioni. Il punto è come affrontare le esperienze negative. Ci si lascia sconfiggere, mortificando l'entusiasmo? Oppure si usano coraggiosamente per migliorare, andare avanti, crescere, incoraggiare gli altri. Laura sperimenta diversi modi di vivere e di affrontare le vicissitudini che incontra. Alla fine, grazie anche all'esempio di Yann, giovane musicista segretamente innamorato di lei, capisce che si può trasformare il veleno in medicina e rialzarsi ancora più forte dopo una caduta. Tutti i personaggi che gravitano intorno alla protagonista determinano in una maniera o nell'altra le sue scelte. Qualcuno di loro condizionerà la sua vita in maniera negativa o addirittura distruttiva, altri invece saranno fondamentali per il suo sviluppo. Come accade nella realtà, ci interfacciamo costantemente con persone diverse, creiamo relazioni più o meno importanti. A volte queste risultano deleterie, deludenti, altre sono epifaniche rispetto la nostra evoluzione. Diventano per noi un esempio. Comunque sia ogni relazione ha una sua funzione, in tutti i casi i rapporti che abbiamo, seppur negativi, ci consentono di crescere, proprio come accadrà a Laura.


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