lunedì 24 maggio 2021

RECENSIONE "COSTANZA ARCONATI: UNA PROTAGONISTA DEL RISORGIMENTO" di Dina Bertoni Jovine

 

di Dina Bertoni Jovine. A cura di S.I.






Autore: Dina Bertoni Jovine

Genere: Narrativa storica

Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 12,47



TRAMA:

Attraverso la storia personale della marchesa Costanza Arconati, “eroina” del Risorgimento italiano, questo libro fa rivivere il periodo che va dai moti del 1821 all'unità d’Italia, regalandoci la sensazione di penetrare dentro l’anima di numerosi personaggi freddamente narrati dai libri di storia e che a stento ricordiamo.
Federico Confalonieri, Vincenzo Monti, Silvio Pellico, Alessandro Manzoni, Giovanni Berchet, Gino Capponi, Claude Fauriel e altri ancora sono soltanto dei nomi, alcuni ben noti e altri molto meno, che ci riportano alla memoria vaghi ricordi del nostro Risorgimento. Un fondamentale periodo storico che svogliatamente studiato, e talvolta ancor peggio insegnato, ha attraversato senza quasi lasciar traccia i nostri verdi anni trascorsi tra i banchi di scuola.
Nonostante il rigore scientifico della narrazione che si avvale di una vasta gamma di riferimenti bibliografici, compresi alcuni carteggi, forse tuttora inediti scoperti fra i documenti dell’epoca risorgimentale e conservati nei magazzini dei musei romani, scorrendo le pagine di questo testo si ha la netta sensazione di leggere un avvincente romanzo. 



Costanza Arconati, una protagonista del Risorgimento, scritto da Dina Bertoni Jovine, è molto di più di un libro di storia italiana perché, pur essendo un racconto dell’inizio del nostro Risorgimento e di tutte le insidie di quell’epoca, è soprattutto la biografia dei protagonisti di quell’era.
Questa formula di ricostruire la storia attraverso le voci degli uomini e delle donne che l’hanno fatta è utile per chi desidera studiare senza trovarsi in mano quei manuali composti di date, all’interno dei quali principi e regine sono sempre tanto, troppo, lontani da noi, perché la loro vita ci possa davvero coinvolgere e restare dentro. 
La Marchesa Costanza Arconati in questo scritto vive con le sue caratteristiche più umane, a partire dalle movenze descritte come in un romanzo: il suo piegare il capo di lato e dire sììì…sììì… cosa che resterà in mente al poeta Berchet, il quale la incontra per la prima volta in casa di Alessandro Manzoni e ne rimane innamorato per tutta la vita.
Spesso la infastidisce coi suoi bronci e la sua gelosia, Costanza infatti è moglie del Marchese Arconati, uomo che non possiede nemmeno una parte infinitesimale della brillantezza di lei, e accanto al quale Costanza non poteva gettare via gli anni migliori del suo corpo e del suo intelletto. L’amicizia che la lega a Berchet durerà per sempre, e penoso è il racconto della malattia mortale del poeta che lei assiste come un’infermiera fino alla fine, ma altri spasimanti saranno più fortunati con lei e nelle lettere che la Bertoni ha recuperato e riportato in maniera certosina si leggono anche divertenti commenti come quel “mi fate andare attorno come un allocco” che il poeta durante una delle sue crisi scrisse all’Arconati.

Ma Costanza non era carattere da esaurirsi in vane recriminazioni e da lasciar languire intorno a sé forze preziose…

Questa frase, riferita all’impegno nello studio e nella politica che non viene mai meno da parte della marchesa, nonostante la condizione della sua famiglia, esule da Milano per via della tirannia austriaca che incombe sull’Italia, ne delinea il modo di rapportarsi anche con gli amici. Lei non si abbatte mai e non cade mai di stile, nemmeno durante il periodo di rivalità con la principessa di Belgioioso. Quest’altro importantissimo personaggio femminile, controverso per le sue passioni, non omesse da queste biografie storiche, è descritto con un passo che da solo è una poesia:

Lei amava farsi trovare pallida e biancovestita, avvolta di suggestiva penombra, (le stanze in cui accoglie gli ospiti) non offrivano quella semplice cordialità di cui hanno sete gli infelici senza patria.

Costanza la riteneva pericolosa e forse si sentiva eclissata dalla principessa, oltre a ciò vengono per lei anni ricchi di dolori e di amarezze che tuttavia la arricchiscono anch’essi, rendendola la donna stimata da Manzoni e tanti altri letterati dell’epoca. Anche il grande scrittore qui lo si conosce in maniera più intima rispetto a come lo troviamo nelle biografie stringate che seguono le sue Opere nei libri di letteratura, e veniamo a sapere che se andava solo in villeggiatura dagli Arconati perché la sua seconda moglie era antipatica a tutti e sempre piena di malanni che contavano più del marito e di chiunque altro.
Non si sente la mancanza di dialoghi, sostituiti dai carteggi citati che alleggeriscono la lettura, e le note a piè di pagina citano personaggi minori arricchendo l’Opera.

Ciò che non si è speso, non è perduto. Ci rimane e rende migliore un’altra età...

Queste parole inducono a una riflessione interessante, i personaggi di allora come quelli di oggi rimpiangono di non aver vissuto a mille la giovinezza, ma la marchesa, ricordando questa massima, mette l’accento sulle energie risparmiate e non sprecate che potranno essere impiegate per altri obiettivi in età non meno degne di essere vissute della prima gioventù.
Tutto il libro è una pellicola in cui vediamo muoversi gente di cui oggi restano Opere e nomi altisonanti, che qui si vede restituita un’immagine tanto più vicina al lettore e per questo apprezzabile.


2 commenti:

  1. Una recensione da grande professionista! S.I. ha davanti a se un futuro di grande scrittrice che deve assolutamente perseguire e curare.

    RispondiElimina
  2. Nulla da aggiungere a questa puntuale recensione. Si nota un'attenta e partecipata lettura del testo che mi consola del lungo lavoro fatto per recuperarlo. Grazie di cuore.

    RispondiElimina