Buon pomeriggio amici lettori!
Daniela Colaiacomo ha letto per noi "450 Giorni"
dell'autrice Eva Inés Delgado.
Titolo: 450 Giorni
Autore: Eva Inés Delgado
Genere: Romance Erotico
Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 11,25
TRAMA:
450 giorni. Per molti sono solo un numero, ma per me significano l’inferno.
Immagina di non avere ancora compiuto ventotto anni e di essere un pilota di Formula 1, il più talentuoso dell’ultimo decennio. Mi chiamo Morris ed ero a un passo dalla decima vittoria del Gran Premio, quando la McLaren su cui volavo verso il trionfo ha deciso di catapultarmi all’inferno.
Non posso più correre in auto e dunque non sto lavorando; il mio sogno di vita si è in pratica infranto. Ormai ci sono solo ombre, figure appannate e prive di volto, ma una è diversa dalle altre. Me ne sono accorto subito quando l’ho notata in questo posto sperduto in cui mi sono rifugiato per non incontrare più nessuno.
Riconoscerei fra mille la sagoma minuta di Pearl ed è veramente strano perché non ho idea di come sia fatta. Il suo volto, il suo corpo, che sguardo abbia, di che colore siano i suoi capelli, se lisci o mossi… È tutto un gigantesco punto interrogativo. Ha una personalità tanto unica e irriverente che ho provato a immaginarla mille volte in questo periodo in cui vivo con un ventesimo scarso di residuo visivo e in qualche occasione ci sono anche riuscito, ma non è come vederla davvero. Sarei disposto a tutto per poterla guardare bene anche solo per qualche secondo. Giuro che tornerei su quell’auto e sarei pronto a vivere persino un altro incidente, dal quale magari non mi risveglierei neanche. Perché la sua indole è qualcosa di trascendentale, ed io sono confuso. Forse mio padre ha ragione: NIENTE ACCADE PER CASO.
La vita a volte sembra toglierti tutto ma spesso lo fa con un fine, seguendo un disegno molto più complesso di quello che puoi immaginare. E inizio a credere che ciò che ha in serbo per me sia grande, che lo sia davvero; è molto più grande di me.
Il romanzo contiene scene esplicite.
Un grave incidente sul circuito di Monte Carlo ha sconvolto la vita di Morris, una lesione agli occhi ne ha offuscato la vista fino a ridurla a un ventesimo, privandolo della ragione di vita, il suo adorato lavoro.
Così il più talentuoso pilota di Formula 1 dell’ultimo decennio, non ancora ventottenne, trova rifugio in uno sperduto angolo della Svizzera, per imparare ad essere autonomo, chiuso nel suo mondo di ombre, tormentato dal rimorso delle ore che hanno preceduto il suo terribile incidente, dal ricordo di Meryl.
Accompagnato dai genitori e da Sebastian - il cucciolone di quarantacinque chili, un incrocio tra un maremmano e qualcosa con il muso da molosso che ha salvato cinque anni fa da una vita confinata in un giardino piastrellato di venti metri quadrati -, addestrato ad essere la sua guida, all'arrivo fa la conoscenza della vicina di casa che, allarmata dall'irrequietudine dei suoi animali, si presenta alla famiglia.
Pearl, proprietaria dell'Happy Island - un ranch con vari animali dove tiene lezioni di equitazione, organizza mostre per bambini, e vende alimenti di sua produzione -, non si accorge della limitazione di Morris e anzi ne subisce il sarcasmo ingiustificato.
Irritato dall'invasione della sua privacy, Morris, che ha fatto un giuramento che intende onorare, riesce per molto tempo a nascondere la sua infermità, assumendo però comportamenti ambigui nei confronti della dolce e tenace Pearl, instancabile ottimista decisa a penetrare la sua corazza.
Le donne sono pericolose, ed io reagisco come l’animale che sono diventato, d’istinto. Sono il grizzly che ha incassato una pallottola e cerca riparo, perché sa che cadrà se riceverà un altro proiettile che trapassa lo strato di pelle più duro.
Perplessa e inquieta, Pearl subisce il fascino di quel ragazzo bellissimo e tenebroso, di cui non conosce la fama né i suoi trascorsi, ed è decisa a comprenderne i lati oscuri.
Con il pov alternato dei due protagonisti, Eva Ines Delgado racconta la loro storia, rivelandola poco a poco: Morris, che si attribuisce responsabilità che in fondo non gli appartengono, è tormentato dal dolore e oppone una strenua resistenza a lasciarsi andare, così Pearl, confusa dal suo atteggiamento, dalle sue fughe nei momenti in cui l'attrazione è manifesta, tangibile, dal suo continuo ritrarsi quando sono più vicini, soffre ma ne è comunque ammaliata.
Forte del supporto degli insegnamenti dall'adorata madre da tempo scomparsa, cerca di superare i momenti di sconforto.
Alzati da quel letto, Pearl mia. Perla rara, buongiorno. Tira in fuori il petto e raggiungi lo specchio. Ondeggia i capelli, buttali dietro le spalle e guardati negli occhi. Poi baciati e ditti che ti ami, Pearl. Noi donne siamo il motore del mondo. Abbiamo un grande potere. Non lasciarlo mai estinguere, coltivalo ogni giorno.
Il libro è un percorso di dolore che i due giovani protagonisti affrontano, l'analisi delle paure più profonde e radicate nella visione della vita che il loro passato e la diversità di carattere rendono più evidenti, soprattutto Morris che non riesce a superare la tragedia, ostacolato dall'intima convinzione di esserne il responsabile, e che solo perdonando sé stesso potrà continuare a vivere.
Personalmente ho apprezzato Pearl, la sua forza e determinazione, i sani principi che la madre le ha trasmesso come un inno alla vita. Morris deve recuperare l'equilibrio di una vita travolta dagli avvenimenti, e, quando riuscirà a farlo, otterrà la sua guarigione.
Non hai idea di che cosa darei per riacquistare la vista per un solo secondo, Pearl. Mi basterebbe riavere i miei occhi per un attimo, quello necessario per vederti, per scoprire come sei, perché sono troppe le sensazioni che mi dai.
Ehi, donnina, tu non ci crederai ma con nessuna ho mai visto così tanto, neanche quando potevo usare lo sguardo.
La narrazione è scorrevole, anche se a tratti un po' rallentata, troppo incentrata sulle morbose elucubrazioni dei due ragazzi, ma comunque trascinante perché l'autrice riesce a trasmettere le emozioni in tutta la loro forza.
Per quanto il testo sia intriso di sofferenza, offre spunti di ottimismo e speranza che ne alleviano la drammaticità.
Nella carriola di merda sono spuntate anche delle perle, oltre ai fiori di loto, perché vogliamo parlare di quella linea muscolare che dal polso gli incide l’avambraccio fino al gomito? Oppure preferiamo focalizzarci sui peli biondi che brillano sulla pelle dorata? O magari su quelle mani enormi che si articolano in spesse dita robuste con cui potrebbe fare un sacco di cose bellissime? Sono travolta da una marea di pensieri sconci perché, sì, sono single ed etero, e Morris è un gran figo; e lo conosco appena, è vero, ma non è questione di essere superficiali. Non batto chiodo da un pezzo e Morris è il genere di uomo che ti suscita fantasie di ogni genere anche se non vorresti. Ed io non vorrei davvero, ma non posso farci niente.
Nel complesso ritengo di poterlo consigliare, anche per l'epilogo, inatteso ma sperato.
Nessun commento:
Posta un commento