martedì 11 ottobre 2022

RECENSIONE "LA BAMBOLA DI SAM" di Cindy Spano

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Recensione: "La bambola di Sam" dell'autrice Cindy Spano.
A cura di Silvia Cossio.



Autore: Cindy Spano

Genere: Giallo

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 12,00

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TRAMA:

Chicago 1966.
Sulla veranda della vecchia casa dei Napoli, una bambola compare quando Angelo non c'è. È Dora a posizionarla seduta sulla sedia a dondolo, allo scopo di segnalare l'assenza del marito all'anziano allevatore di maiali Paul Williams. Il piccolo Sam, durante gli incontri clandestini della madre con l'amante, rimane sulla veranda assieme all'unica, silenziosa e inanimata ascoltatrice dei suoi discorsi. Un giorno però il bambino crede di sentirla parlare. Quella voce dolce e gentile, con cui comincia a conversare amorevolmente, con il passare del tempo diviene sempre più prepotente e autoritaria. Lei gli ordina di compiere vari atti crudeli a cui lui non si sottrae.
Diversi anni dopo Sam uccide l'allevatore Williams, poi, nel 1984, strangola accidentalmente una prostituta. Da quel momento la sua fama cresce a vista d'occhio. Lo strangolatore di Chicago è sempre alla ribalta delle cronache. Fino a quando l'arresto di un certo Nicolas O'Brian, un emulatore capace di convincere gli investigatori di trovarsi di fronte all'uomo più ricercato dell'Illinois, gli concede una seconda occasione. Sam relega la bambola in cantina e parte per Los Angeles in cerca di una nuova vita.

Chicago 2006.
Sulle rive del Michigan vengono ritrovati i corpi senza vita di un uomo e una donna. L'FBI viene a conoscenza di un'inquietante scoperta. Qualcosa riemerge dal passato. Ma nuovi omicidi complicheranno il caso e andranno a intrecciarsi nella vita personale dell'agente speciale Bernard Whitburn, un impenitente donnaiolo divorziato che sembra non riuscire a resistere al fascino femminile. 



Senza girarci intorno, dirò subito che il libro non mi ha entusiasmato. È scritto bene, a parte per qualche piccola imperfezione qua e là, e risulta scorrevole, ma è la storia che non convince. Sebbene la traccia sia buona, poteva essere sviluppata meglio, soprattutto nella parte finale che personalmente ho trovato deludente. 
Per qualche motivo, leggendo la trama, mi ero fatta l’idea che si trattasse di un thriller e di trovare un po' di suspense, invece nulla. Anche la questione della bambola, che mi aveva fatto credere che la storia contenesse sfumature horror, alla fine non offre quel pathos che lasciava intendere.
La storia inizia nel 1966 per poi spostarsi al 1984, e poi al 2006.
La prima parte, che arriva fino agli anni ottanta, è una sorta di riassunto della vita di quello che era stato definito lo strangolatore di Chicago. Una descrizione degli eventi fine a sé stessa, né più e né meno.
Dora e Angelo sono i genitori di Sam.
Paul William è l'allevatore di maiali che di tanto in tanto fa visita a Dora, ma che non si accontenta dell'amante… abusa di Sam.
Successivamente, abbiamo un Sam, ormai adulto, insoddisfatto della sua vita; l'unica cosa che gli offre una distrazione è andare a prostitute. Spezza la monotonia uccidendo l'allevatore che ha rovinato la sua infanzia e strangolando una prostituta, la prima di una lunga lista. 
Incontra Ronald Fiorillo, detto Ronnie, che diventa suo complice in questa catena di omicidi. 
Convola a nozze con una donna più grande di lui, La vedova Molly Williams, dalla quale in seguito eredita una fortuna che gli permette di vivere di rendita.
Molti gli omicidi di cui si macchia, divenendo per tutti Lo strangolatore di Chicago
La confessione del contabile Nicolas O' Bryan, gli permette di far perdere le sue tracce per molti anni.
Si arriva al 2005. La squadra federale composta da Bernard Whitburn, James Burton, Christopher Harris, Liam Clancy e Styles (il coordinatore), a seguito di alcuni omicidi che portano la firma (e il DNA) dello strangolatore, riapre le indagini sullo strangolatore di Chicago.
Da questo momento in poi, il libro ha finalmente iniziato a coinvolgermi.
Protagonista l'agente speciale dell'FBI Bernard Whitburn. Separato da Joanna e con una bambina, Madison, frequenta un paio di prostitute, ha un'amante, Nanette Jhonson, ma si invaghisce dell'arredatrice Charlotte Corday. 

Forse è solo un modo per annientare la mia innata timidezza. Sento di conoscere davvero una donna solo dopo averci avuto a che fare sessualmente.

Il matrimonio finché era durato non gli era dispiaciuto. Ora aveva delle relazioni più o meno fisse che affiancava ad avventure occasionali e a prestazioni sessuali a pagamento.

Per quanto per certi versi discutibile, ho apprezzato molto questa figura. L’ho trovata coerente nel modo di porsi e diretta. Non teme di esporsi pur di stanare il killer, ma ahimè diventa a sua volta preda e tutte le persone che frequenta sono in pericolo. 
In una corsa contro il tempo, grazie a un lavoro di squadra ben riuscito, si scopre dietro quale nome si nasconda il famoso strangolatore. La scena finale con la cattura di quest’ultimo e la sua confessione, però, ha deluso le mie aspettative - tutto troppo frettoloso - e la cosa mi dispiace perché nella seconda parte il libro aveva preso una bella piega.
Molti i personaggi di contorno che calcano la scena. Davvero tanti, ognuno con una sua collocazione precisa. Se devo essere onesta, ho fatto un po’ fatica a tenere il passo con tutti i nomi, ma erano necessari al fine della storia, poiché fungono da diversivo nella ricerca del cattivo.
In conclusione, ripetendo quanto scritto all'inizio della recensione, non sono pienamente soddisfatta di questa lettura. Non le mancano di certo le potenzialità, ma rivedrei alcune parti.

PS: A livello estetico, ma anche di fluidità del testo, una suddivisione in capitoli gioverebbe al romanzo. Il passaggio da una scena a un’altra non è scontato e la mancanza di una divisione costringe a rileggere la parte.


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