sabato 28 luglio 2018

"MEGLIO SOLA CHE MALE INNAMORATA" di Alexandra Maio



Buongiorno follower, buon sabato!
Vi segnalo "Meglio sola che male innamorata", il nuovo romanzo di Alexandra Maio, edito Butterfly Edizioni 😊







Autore: Alexandra Maio
Genere: Romance

Casa editrice: Butterfly Edizioni

Disponibile in ebook a € 0,99

Pagina autore: Alexandra Maio 






TRAMA:

Tullio Venturi è un uomo d’affari dal grande fascino, tanto bello, sicuro di sé e ricco quanto irraggiungibile. Adria Agostini è il suo opposto: timida, impacciata e ancora irrimediabilmente vergine. Innamorata di quel ragazzo viziato che ha avuto occhi per tutte tranne per lei, sogna due cose: diventare una famosa bag designer e conquistare il cuore dell’uomo per cui ha da sempre una cotta segreta. Tutto sembrerebbe facile visto che lavorano fianco a fianco, non fosse che Adria non si sente alla sua altezza e soprattutto se la dea dell’amore non ce l’avesse tanto con lei… Ogni volta che ha la possibilità di stargli vicino succede qualcosa che la mette in ridicolo, e inoltre Tullio ha una famiglia… Ma forse dietro alla sua vita dorata ci sono crepe che non tutti vedono e quando lui avrà bisogno di una babysitter per sua figlia e chiederà aiuto a quell’amica d’infanzia, la convivenza forzata li metterà in difficoltà facendo provare loro sensazioni sconosciute…




BIOGRAFIA:

Nata a Rio de Janeiro, Alexandra Maio vive in provincia di Como con il compagno e il loro cocker nero Barolo. Ama spaziare tra i diversi generi letterari. Ha collaborato con alcuni settimanali femminili e molti dei suoi racconti sono stati inseriti in antologie. Con Delos Digital ha pubblicato il romanzo "La verità non esiste", la sua prima opera di narrativa generale. Si è classificata seconda al concorso eLit Italian Talents con il romance paranormale "Il battito del tempo". Come self ha pubblicato “Dolce Vendetta”, un Regency anacronistico, “Non andare via” e “Infedelity”, due romance erotici. Con Butterfly Edizioni ha pubblicato le commedie romantiche "Amore a seconda (s)vista" e “Meglio sola che male innamorata”.




DICE L'AUTRICE:

Meglio sola che male innamorata è il primo libro che scrivo in prima persona. In passato avevo provato a scrivere altre storia con questo punto di vista ma mi bloccavo già alle prime righe. In questa mia nuova commedia romantica, invece, mi sono calata immediatamente nei panni della protagonista, immedesimandomi completamente nella ragazza imbranata che racconta la storia del suo amore segreto. L’idea iniziale era scrivere un romance classico e non un rosa divertente, ma non ho potuto fare a meno di descrivere la mia protagonista nel modo in cui lei mi ha costretta a fare. Adria, il nome della mia protagonista, in Brasile è la marca di una azienda alimentare famosa soprattutto per la produzione di pasta. La Barilla brasiliana, insomma. Il nomignolo del mio protagonista, Tui, è una città in Portogallo che il mio compagno attraversava durante il tragitto della tratta portoghese del camino di Santiago, mentre a casa io scrivevo la prima bozza del romanzo. Pochi giorni dopo aver concluso la stesura definitiva del testo, una sera mentre sto lavorando nella birreria di mio compagno dove curo la parte culinaria, lui mi chiama dicendo che è entrata la mia protagonista. Mi affaccio e la vedo: Adria Agostini, dal vivo, con la sua chioma indomabile, è in piedi a pochi metri da me. Vado dalla ragazza che intanto, inconsapevole di personificare la mia protagonista, si è seduta, e allora le chiedo se vorrebbe farsi fotografare da me. Sorpresa, mi chiede prima di leggere il mio romanzo. Restiamo in contatto su fb e dopo qualche giorno lei accetta con piacere la proposta di farmi da modella. Risultato, le foto che si vedono nelle card promozionali sono tutte immagini sue.






BREVE ESTRATTO:

Quando l’ascensore si ferma e le porte si aprono, mi trovo davanti LUI, Tullio Venturi, in piedi sulla soglia, la testa bassa e una valigetta in mano. La sagoma slanciata circondata dalla luce che filtra dalle vetrate dell’atrio alle sue spalle mi sembra quasi una visione celestiale. Controllo se lo segue qualcuno, ma è solo. Al pensiero che tra poco resteremo chiusi da soli all’interno della stretta cabina, sento lo stomaco fare una piroetta e capovolgersi. Tiro immediatamente in dentro la pancia, drizzo la schiena e alzo il mento per dare un aspetto più umano al mio look da sfigata mentre mi porto una mano alla testa, come se ci fosse la minima possibilità di mettere in ordine i noodles che ho per capelli. 
Mi consola il pensiero che le mie sono soltanto inutili preoccupazioni. 
Tullio Venturi, capo supremo della Venturi Tessuti, avanza di qualche passo con la stessa grazia felina dei protagonisti dei romanzi d’amore che prendo in biblioteca e entra nell’ascensore. Posa il suo sguardo indifferente su di me per un nanosecondo mentre, da persona educatissima che è, mi saluta dall’alto della sua irraggiungibilità con un distaccato «Buongiorno». Poi si volta di spalle, preme il pulsante e alza la testa verso il pannello luminoso sopra la porta. 
Anche se siamo gli unici due esemplari di homo sapiens sapiens all’interno dello stretto abitacolo, sono sicura che lui non mi abbia nemmeno riconosciuta.
Magari fossi Kim Basinger in Attrazione Fatale. Casomai sono Adria Agostini e assomiglio di più alla protagonista del melodramma Disinteresse Insormontabile. Nel film della mia vita non c’è mai stato il lieto fine. Conosco Tullio da anni e posso dire con cognizione di causa che per lui sono sempre stata interessante quanto un fiocco bianco di neve sull’Himalaya. Scommetto che se fossi nuda lui mi avrebbe lanciato uno di quegli sguardi che convincerebbe a farsi suora perfino Cicciolina. Ora invece indosso la divisa amorfa della Ronchetti - la ditta prestatrice di servizi e responsabile del catering per la quale lavoro - che mi conferisce lo stesso aspetto attraente di una ameba. Ciliegina sulla torta, ho finito il turno di lavoro e l’elastico che teneva legati i miei capelli è dentro la borsa, inghiottito dal buco nero che vive lì dentro. Risultato, non c’è bisogno che io controlli il mio riflesso per capire che ho l’aspetto di un leone dopo un giro in moto nelle viscere di un uragano. 





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