Buongiorno follower, buona domenica!
Vi segnalo "Uomo senza identità" di Domenico Militello. Un thriller dal ritmo incalzante che vi lascerà senza fiato.
Nessun ricordo. Una sola visione, il volto di una bambina.
Riuscirà a ricordare in tempo il suo passato?
Qualcuno lo sta cercando.
Titolo: Uomo senza identità
Autore: Domenico Militello
Genere: Thriller
Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 9,99
Book Trailer:
TRAMA:
Un uomo è stato operato d’urgenza al reparto intensivo del
Cisanello di Pisa, in seguito a un terribile incidente.
Tuttavia al momento del suo frastornato risveglio il suo
passato si presenta come una grave incognita in cui persino il suo nome sembra
essere un ricordo lontano svanito nel nulla.
Solo un’immagine affiora tra i ricordi volubili insieme alla
convinzione d’essere un uomo perbene, il volto di una bambina, ma i flashback
che lo percuoteranno gli faranno dubitare della sua stessa essenza e scoprirà
rapidamente di non essere l’unico che cercherà di effettuare un viaggio a
ritroso per scoprire il suo passato.
BIOGRAFIA:
Nato e cresciuto a Palermo il 13 maggio del 1991, dopo il
conseguimento del diploma ha intrapreso la carriera militare. Motivato e
determinato si Laurea nella facoltà di Scienze Politiche e Relazioni
Internazionali alternando studi e lavoro.
Appassionato per la fotografia e gli sport in generale, ha
da sempre nutrito un profondo interesse per il mondo letterario. Intraprendendo
così la carriera d’autore, esordendo nel febbraio 2018 con il suo primo romanzo
“Stop cambio vita”.
BREVE ESTRATTO (PROLOGO):
Nonostante la pioggia incessante, che batteva irruente
contro la finestra a vetro della sua camera da letto, Anna non ne poté fare a
meno. Ormai era una consuetudine giornaliera, e per il suo beagle un
appuntamento fisso, al quale la padrona non si poteva rifiutare: la passeggiata
serale lunga due chilometri. Partivano da casa, costeggiavano l’Arno e
procedevano per la via Lungarno Guadalongo.
Quando uscì da casa erano le 19:30, faceva freddo e aveva
quasi del tutto smesso di piovere. Tuttavia, per precauzione, Anna aveva
indossato la giacca a vento da lavoro del padre, rigorosamente impermeabile.
Aveva a disposizione trenta minuti prima che sua madre servisse la cena, ma a
lei ne sarebbero bastati venti. Dieci per andare e dieci per tornare. Con quel
tempaccio non si sarebbe fermata ad ammirare il fiume o a scattare qualche foto
come faceva di solito. Tuttavia, quando era arrivata alla riva del fiume c’era
qualcosa tra l’erba alta che immediatamente aveva attirato l’attenzione del suo
Bob. Anna aveva provato ad avvicinarsi per osservare, ma a causa della scarsa
luce, non era riuscita a capire di cosa si trattava. Aveva tirato il guinzaglio
di Bob verso di sé, non voleva correre rischi, poteva trattarsi di qualche
animaletto selvatico e lei si era preoccupata per l’incolumità del suo animale
a quattro zampe. Ma Bob insisteva, continuava ad annusare con irruenza e voleva
a tutti i costi avvicinarsi. Il guinzaglio di cuoio era bagnato, ed era
diventato viscido per via della pioggia, così, quando Bob tirò l’ennesima volta
con vigore, le sfuggì dalle mani. Era nel panico, non vedeva più il suo
animale. Quella piccola peste si era allontana da lei e continuava a frugare
tra i cespugli. Poi si era ricordata: la giacca di papà. Suo padre era un
operatore dell'Anas, portava sempre al seguito una torcia. Aveva trafugato tra
le tasche del giaccone e infine l’aveva trovata. Una luce a led in formato
tascabile, piccola, maneggevole, ma abbastanza potente da permetterle di vedere
oltre il sentiero, di per sé già poco illuminato. L’aveva puntata in direzione
della vegetazione, si era fatta largo tra i cespugli ed era avanzata in
corrispondenza del rumore.
«Bob», provò quasi timidamente a richiamare l’animale. Fece
un altro passo in direzione del fiume, quando inciampò e cadde a faccia in giù,
sbattendo la testa. Con la luce cercò di scrutare oltre i suoi piedi, c’era
qualcosa accanto a lei, ma la vista era offuscata e non riusciva a capire cosa
fosse. Qualche istante dopo era giunta alla conclusione. C’era un corpo inerme
che giaceva tra l’erbaccia. «Bob vieni qui!» Fu la reazione spontanea, tentando
di eludere quanto aveva appena scoperto. Si avvicinò lentamente. La donna era
un’anziana, ma non era solo inerme, era un cadavere.
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