domenica 5 maggio 2019

"UOMO SENZA IDENTITÀ" di Domenico Militello



Buongiorno follower, buona domenica!
Vi segnalo "Uomo senza identità" di Domenico Militello. Un thriller dal ritmo incalzante che vi lascerà senza fiato. 

Nessun ricordo. Una sola visione, il volto di una bambina.
Riuscirà a ricordare in tempo il suo passato?
Qualcuno lo sta cercando.



Autore: Domenico Militello

Genere: Thriller

Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 9,99

Book Trailer




TRAMA:

Un uomo è stato operato d’urgenza al reparto intensivo del Cisanello di Pisa, in seguito a un terribile incidente.
Tuttavia al momento del suo frastornato risveglio il suo passato si presenta come una grave incognita in cui persino il suo nome sembra essere un ricordo lontano svanito nel nulla.
Solo un’immagine affiora tra i ricordi volubili insieme alla convinzione d’essere un uomo perbene, il volto di una bambina, ma i flashback che lo percuoteranno gli faranno dubitare della sua stessa essenza e scoprirà rapidamente di non essere l’unico che cercherà di effettuare un viaggio a ritroso per scoprire il suo passato.



BIOGRAFIA:

Nato e cresciuto a Palermo il 13 maggio del 1991, dopo il conseguimento del diploma ha intrapreso la carriera militare. Motivato e determinato si Laurea nella facoltà di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alternando studi e lavoro.
Appassionato per la fotografia e gli sport in generale, ha da sempre nutrito un profondo interesse per il mondo letterario. Intraprendendo così la carriera d’autore, esordendo nel febbraio 2018 con il suo primo romanzo “Stop cambio vita”.  



BREVE ESTRATTO (PROLOGO):

Nonostante la pioggia incessante, che batteva irruente contro la finestra a vetro della sua camera da letto, Anna non ne poté fare a meno. Ormai era una consuetudine giornaliera, e per il suo beagle un appuntamento fisso, al quale la padrona non si poteva rifiutare: la passeggiata serale lunga due chilometri. Partivano da casa, costeggiavano l’Arno e procedevano per la via Lungarno Guadalongo.
Quando uscì da casa erano le 19:30, faceva freddo e aveva quasi del tutto smesso di piovere. Tuttavia, per precauzione, Anna aveva indossato la giacca a vento da lavoro del padre, rigorosamente impermeabile. Aveva a disposizione trenta minuti prima che sua madre servisse la cena, ma a lei ne sarebbero bastati venti. Dieci per andare e dieci per tornare. Con quel tempaccio non si sarebbe fermata ad ammirare il fiume o a scattare qualche foto come faceva di solito. Tuttavia, quando era arrivata alla riva del fiume c’era qualcosa tra l’erba alta che immediatamente aveva attirato l’attenzione del suo Bob. Anna aveva provato ad avvicinarsi per osservare, ma a causa della scarsa luce, non era riuscita a capire di cosa si trattava. Aveva tirato il guinzaglio di Bob verso di sé, non voleva correre rischi, poteva trattarsi di qualche animaletto selvatico e lei si era preoccupata per l’incolumità del suo animale a quattro zampe. Ma Bob insisteva, continuava ad annusare con irruenza e voleva a tutti i costi avvicinarsi. Il guinzaglio di cuoio era bagnato, ed era diventato viscido per via della pioggia, così, quando Bob tirò l’ennesima volta con vigore, le sfuggì dalle mani. Era nel panico, non vedeva più il suo animale. Quella piccola peste si era allontana da lei e continuava a frugare tra i cespugli. Poi si era ricordata: la giacca di papà. Suo padre era un operatore dell'Anas, portava sempre al seguito una torcia. Aveva trafugato tra le tasche del giaccone e infine l’aveva trovata. Una luce a led in formato tascabile, piccola, maneggevole, ma abbastanza potente da permetterle di vedere oltre il sentiero, di per sé già poco illuminato. L’aveva puntata in direzione della vegetazione, si era fatta largo tra i cespugli ed era avanzata in corrispondenza del rumore.
«Bob», provò quasi timidamente a richiamare l’animale. Fece un altro passo in direzione del fiume, quando inciampò e cadde a faccia in giù, sbattendo la testa. Con la luce cercò di scrutare oltre i suoi piedi, c’era qualcosa accanto a lei, ma la vista era offuscata e non riusciva a capire cosa fosse. Qualche istante dopo era giunta alla conclusione. C’era un corpo inerme che giaceva tra l’erbaccia. «Bob vieni qui!» Fu la reazione spontanea, tentando di eludere quanto aveva appena scoperto. Si avvicinò lentamente. La donna era un’anziana, ma non era solo inerme, era un cadavere. 


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