lunedì 11 marzo 2019

DOPPIA RECENSIONE "L'INNOCENZA DEL PECCATO" di Maddalena Costa



Buon pomeriggio instancabili lettori!
Crystal Allison Moore e Alessia Toscano hanno letto "L'innocenza del peccato" di Maddalena Costa, edito HarperCollins Italia. Due pareri agli antipodi nel rispetto del proprio gusto personale. 






Autore: Maddalena Costa

Casa editrice: HarpeCollins Italia
Serie: ELit

Disponibile in ebook a € 3,99

Pagina autore: Maddalena Costa Autrice





TRAMA: 

Gli ultimi venti anni della vita di Elena sono stati completamente dedicati alla cura della sorella, della cui invalidità si è sempre incolpata, ingiustamente. E ora che Marta se ne è andata per sempre, lei vorrebbe ricucire gli strappi col passato. Ma il tempo ha creato fratture profonde e la ragazza ribelle che aveva perso la testa per un uomo proibito sembra essere sparita. Poi la scoperta di un diario e le parole che vi sono custodite risvegliano il desiderio di recuperare un poco di quella giovane passionale, dei suoi sogni e soprattutto dei suoi desideri, che l'avevano portata a vivere una infuocata storia d'amore clandestina, a macchiarsi di un peccato che ora, alla luce delle rivelazioni contenute in quelle pagine, mostra invece tutta la sua innocenza.



IL PARERE DI CRYSTAL ALLISON MOORE:

È la storia dell’amore proibito, celato e per molti anni represso, tra Elena e Luca, rispettivamente sorella e marito di Marta. Condottiero indiscusso della vicenda, che ruota intorno al senso di colpa e del dovere da un lato e l’egoismo dall'altro, è l’inganno, la cui linfa vitale risiede in sentimenti egoistici intrisi di invidie e gelosie.
Inganni e mezze verità proseguono nel corso della narrazione rendendola satura di malintesi che distraggono dal fulcro della relazione tra i due amanti e, a mio avviso, dal sentimento che dovrebbe farne da padrone.
Personalmente avrei gradito una maggiore analisi introspettiva dei personaggi e una descrizione più intensa dei sentimenti e dei risvolti psicologici, proprio in virtù della particolarità del rapporto oggetto del racconto e delle rivelazioni che in qualsiasi essere umano avrebbero la forza distruttrice di un uragano. Inoltre, ritengo la narrazione alquanto vaga per quanto attiene la tempistica in cui si svolge la vicenda, sin dai suoi albori e ciò ha reso maggiormente difficoltoso la collocazione dei personaggi nel giusto arco temporale di riferimento, mentre i dialoghi sono spenti, smorzati e poco coinvolgenti.
Nonostante la narrazione in prima persona, a mio avviso l’autrice non è riuscita a far emergere i tratti distintivi dei protagonisti; anche i personaggi secondari appaiono come figure confuse e a tratti contraddittorie, amici che ordiscono tranelli a fin di bene e che intendono ciò che desiderano intendere arrogandosi il diritto di interpretare l’altrui volere.
Nel complesso, pur considerando di per sé la storia interessante, ritengo che non sia stata sviluppata in modo appropriato.



IL PARERE DI ALESSIA TOSCANO:

Elena mi ha rubato il cuore. Decisamente mi sono “innamorata” di lei fin dal suo primo pensiero impresso nelle pagine. Donna dal carattere forte e ribelle, bellissima, divertente e sensuale, che perde la testa (ricambiata) per Luca, un uomo per lei inizialmente proibito. Ma le cose sarebbero potute cambiare, se non fosse successo qualcosa di irreparabile. Sua sorella Marta finisce su di una sedia a rotelle ed Elena si attribuisce la colpa per la sua invalidità per moltissimi anni e della ragazza solare che era non ne rimane che il debole ricordo: da quel momento passerà la sua vita a prendersi cura di Marta e della sua famiglia. Annulla i suoi sogni, i desideri, le passioni e soprattutto relega in un angolino quell'amore così potente che prova ancora per suo cognato, l’uomo che le ha rubato l’anima. Non può essere suo, non è giusto togliere a Marta anche l’amore della sua vita.
Ma... andando avanti nella lettura, dopo la morte di Marta, il ritrovamento del suo diario e le parole scritte all'interno le fanno capire che le cose spesso non sono come sembrano. Dopo tutti quegli anni forse lei può, anzi deve, ritrovare sé stessa, e il suo mondo che credeva morto e sepolto. Il suo amore clandestino potrebbe non essere più destinato a essere incatenato, perché il peccato che credeva di custodire nel suo cuore invece potrebbe essere innocente e... da vivere. Cattiva Marta...!
Protagonisti di questo romanzo sono la forza dell’amore che lotta e non si esaurisce, i sensi di colpa, l’amicizia e l’egoismo dell’animo umano che a volte combina macelli che sembrano insormontabili.
Luca è un bel personaggio, complesso e multisfaccettato, un uomo adulto di cinquant'anni, che però a volte mi ha dato l’impressione di essere rimasto un po’ ragazzino. Grazie alla morte di Marta, finalmente le cose avrebbero potuto prendere la piega più bella possibile, invece il suo ego smisurato e il suo orgoglio hanno creato degli “stupidi” malintesi che stavano buttando Elena ancor più nel baratro. Forse alcune sue azioni le ho trovate esagerate, sarebbe bastato parlare, avere il coraggio di guardare negli occhi Elena per ritrovarsi. Invece... la strada da percorrere ha continuato a essere irta e in salita.
Ho trovato la lettura appassionante, coinvolgente e intrigante, piena di mille sfumature. Lo stile di Maddalena Costa è curato, raffinato, delicato, ma semplice e deciso al contempo. Le pagine scorrevano veloci e piacevoli, a parte il magone che ogni tanto ho provato per Elena, avendo da subito empatizzato con lei.
A volte ci si crea un riparo all'interno di noi stessi, per non cedere alle sfide che la vita ci propone, ma bisogna riuscire a trovare la forza necessaria per uscirne perché il prezzo da pagare, rimanendo relegati, è troppo alto, si perdono anche tutte le cose belle e positive della vita, oltre a quelle negative. Non si soffre, ma si rimane immobili.
Mi ha intrigato leggere il punto di vista sia di Elena che di Roberto riguardo le stesse situazioni e come le affrontavano, i pensieri, le percezioni.
Ho trovato molto profonde le caratterizzazioni dei personaggi, nella psicologia anche, che escono fuori dalle descrizioni dei loro punti di vista durante la narrazione.
Elena è molto più forte e coraggiosa di Roberto, che spesso avrei preso a schiaffi dicendogli che doveva, finalmente, comportarsi da uomo. Eh, ma il suo amico Roberto, ha fatto le mie veci, cercando di spronarlo a compiere la cosa giusta, anche a brutto muso.
Non è un libro facile per passare una semplice oretta di evasione, è un libro da leggere per riflettere, emozionarsi e commuoversi. Intimo e intimista, in alcuni tratti mi ha anche fatto uscire una lacrimuccia. Però, non è comunque una storia triste e cupa, anzi l’ho trovata colma di sfumature, a tratti tenui, a tratti decise. I sentimenti e la passione sono i protagonisti indiscussi. E grazie ai siparietti tra Elena e la sua amica Francesca mi sono anche potuta divertire.
Molto belli il prologo e l’epilogo (con sorpresina) scritti con la voce di Jacopo, figlio di Marta e Luca, di cui Elena si è sempre presa cura, come fosse suo figlio.
Complimenti a Maddalena Costa per avere scritto “L’innocenza del peccato” e per avermi regalato dei momenti pieni di emozioni contrastanti.


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