giovedì 19 maggio 2022

RECENSIONE "CIAOPOVERI" di Eleonora Scali

 

Recensione "Ciaopoveri" dell'autrice Eleonora Scali, edito Edizioni Tripla E. 
A cura di Silvia Iside. 



Titolo: Ciaopoveri
Autore: Eleonora Scali

Genere: Narrativa contemporanea

Casa editrice: Edizioni Tripla E

Disponibile in ebook a € 4,99
E in formato cartaceo a € 25,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Ciao poveri è lo sfottò utilizzato da Gabriele Roccia per prendersi gioco di chi non ha la fortuna di essere ricco quanto lui e sua sorella Fiordaliso. I due ventenni, rampolli della miliardaria famiglia Roccia, conducono una vita di eccessi nei luoghi più esclusivi della Milano bene in compagnia di una ristretta cerchia di rich-kids come loro, e non si pongono limiti né di budget né di comportamento.
L’esistenza pigra e scintillante dei due fratelli viene scombussolata dall’improvvisa uscita di scena dei loro genitori. Per Gabriele e Fiordaliso sarà l’inizio di un cammino costellato di difficoltà: dovranno guardarsi da truffe, pericolosi criminali, e soprattutto dalle persone che dicono di amarli. 

Ciao poveri di Eleonora Scali è la rappresentazione degli scheletri negli armadi alla moda, della fine che fa chi non teme il lutto e pensa che sarà ricco per sempre.
Due fratelli, Fiordaliso e Gabriele, vivono nel lusso da sogno e nel reale torbidume.
La narrazione parte lenta con numerose descrizioni degli ambienti frequentati dai due, ma poi si fa fluida, anche perché intervallata con colpi di scena che sono veri e propri pugni nello stomaco. Perdite al casinò e debiti da saldare in tempo record. 
Gabriele è capace di azioni raccapriccianti, non prova empatia, odia chi l'ha cresciuto nella bambagia e disprezza chi gli è indispensabile.
Guido, personaggio secondario viene inizialmente favorito da lui, ma poi farà i conti col fatto che il diavolo non dà nulla per niente. 
Si fanno spazio nella trama un dramma che sconvolge la famiglia dei protagonisti, vicende di droga ed eccessi vari, competizioni di Fiordaliso con altre ricche ereditiere e soprattutto il cinismo che s'infiltra in ogni anfratto del romanzo. Mi viene di definirlo un libro sulla povertà dell'anima.
Sottolineo la costruzione letteraria che nasconde i misteri della vicenda quasi fino alla fine senza mai svelare la vera essenza degli attori del dramma: boriosi benestanti che per qualche lacrima versata pensano di aver imparato a campare e invece non hanno nemmeno iniziato a scoprire come è fatto il mondo all'infuori di loro. 
Non hanno elaborato il dolore, non hanno saputo sfruttare i loro talenti e come nella celebre parabola li hanno seppelliti e se li sono lasciati strappare.
I genitori sembrano assenti come fossero stati congelati fin dall'inizio. Ho apprezzato il messaggio subliminale inserito: chi è disperato arriva a credere a tutto e cade facile preda perfino di chi vende l'elisir di lunga vita. 
Gabriele si sgonfia come un bel palloncino e si ritrova un babbeo, l'autrice ha mantenuto la coerenza del personaggio fino alla fine. 
Una fine lieta? Va scoperto. Sicuramente sorprendente...


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