Buongiorno follower!
Ben ritrovati al nostro appuntamento con le interviste del giovedì, più operativi che mai dopo la pausa estiva 😄
Protagonista di oggi, Matt J. McKinnon, autore molto apprezzato che abbiamo già avuto modo di ospitare nel nostro blog. Il suo "Professione Car Girl" (cliccate sul titolo per leggere le recensioni) ha ottenuto il massimo dei voti da tutte le mie collaboratrici 😉 😊
Leggete l'intervista che gli abbiamo fatto e poi appuntamento nel gruppo delle Harmonyne dove Matt avrà tutta la giornata a disposizione per farci conoscere i suoi lavori 😊
INTERVISTA A MATT J. MCKINNON:
1) Raccontaci qualcosa di Matt
:) Parlaci del percorso che ti ha portato a essere quello che sei oggi.
Parlare di me, cosa che non
amo fare, sai? Solitamente lascio siano gli altri a raccontarmi, perché quando lo
fai da te rischi sempre di non trasmettere tutto, per immodestia o per troppo
pudore!
Come uomo? Ho sempre cercato
di distinguermi, fin da bambino. Odiavo la massa, magari acritica, di chi
seguiva la corrente e cosi ho sempre cercato di “creare” i miei mondi
paralleli: con il teatro amatoriale, con le mie storie, con le mie iniziative
in difesa dei più deboli. Le lotte studentesche, quanti ricordi! Ero
rappresentante di istituto con la velleità di cambiare il sistema, le regole.
Convinto che la scuola fosse una grande palestra, dove si formavano le anime
delle persone, non solo le menti. Una scuola libera, pubblica, accessibile a
tutti.
In quegli anni ho iniziato a
scrivere per altri, nel giornale della scuola. Ci pensate? Volevo “comunicare”,
non fare il giornalista, il cronista. La passione nasce qua, nello scrivere si
cerca di trasmettere qualcosa. In questo senso i miei libri sono sempre
originali, perché hanno i miei sentimenti, la mia anima, i miei pensieri, i
miei dubbi, le mie paure e le mie gioie. Anche nelle storie più “hot”, che
vanno tanto di moda.
2) Da dove nasce la tua
passione per la scrittura?
Ho iniziato a leggere e a
scrivere da piccolissimo, ben prima di andare a scuola. Parlavo poco e amavo
comunicare in questo modo, più intimo, più sincero, più vero. Forse anche
protetto. Ero timido da bambino e le parole viaggiavano rapide e veloci nella
testa: pronunciarle era difficile, catturarle e metterle nero su bianco era la
soluzione. Cosi ho iniziato e non ho più smesso, anche se ho pubblicato solo
alcuni dei miei “scritti”.
3) Come vedi il futuro
dell'editoria? Self o CE? E-book o cartacei? E tu cosa preferisci?
Credo sempre più E-book,
perché i costi sono molto più bassi, la capacità, la praticità, la facilità di
trasporto sono un elemento chiave. La tecnologia non si ferma, ma il cartaceo
sopravvive perché è poesia. Vedo il libro di carta sempre più come il vinile
nella musica: ai tempi dei file musicali c’è un rigurgito del vecchio vinile:
perché affascina e perché ha un’anima. Ma sopravvive, non vive e non “uccide”
la tecnologia.
Il self è ad un bivio: non
vedo molti romanzi self di successo in giro, questo farà la differenza. O si
riescono a realizzare best seller self, oppure resteranno un hobby o poco più e
pian piano moriranno. Mi fa rabbia, sai? Vorrei vedere tra i best seller libri
autopubblicati, ma non c’è fiducia, non c’è “testa”. Le persone leggono ciò che
gli viene messo davanti agli occhi, ciò che viene promosso costantemente,
pubblicizzato. Le librerie e gli scaffali in fondo fanno questo. Anche quelli
virtuali. E, in questo senso, le CE hanno mezzi molto più importanti di un
autore autopubblicato. Ho più volte lanciato una piccola sfida: comprate il mio
ebook e realizziamo, insieme, un best seller di cui si parli! Non lo dichiaro
per mere velleità di guadagno economico (un ebook da pochi euro non garantisce
grandi cifre, come potete immaginare), ma perché fino a quando non ci saranno
veri casi letterari autopubblicati, il self resterà in un angolo. Vendo 1000
copie di un libro self? Mi arrivano 950 giudizi positivi? Fantastico, ma
resterà per pochi e gli autori self saranno sempre considerati di serie b.
Faccio il tifo per un self best seller, fosse il mio sarebbe un sogno. Una
volta realizzato, però, si dovrebbe lavorare per comunicarlo. Ho alcuni amici
giornalisti che non aspettano altro! 😊
Quando dico: mondo di lettori
internauti, investite 3 euro e comprate il mio ultimo romanzo in 10.000, ditemi
se c’è talento, se il libro vi appassiona, vi incolla alla lettura e se il mio
stile è degno di essere approvato indipendentemente da una casa editrice. Se
cosi, forse potrebbe diventare un best seller e sarete voi a decretarlo. Ecco,
questo è il sogno.
Cosa preferisco tra ebook e
cartaceo? Fino a poco tempo fa avrei detto carta, oggi dico che sono due modi
diversi di leggere, entrambi dignitosi.
4) Genere storico, paranormal,
erotico... Scelta dettata dal mercato? Quanto può condizionare?
Odio incastrare i romanzi in
generi, anche se mi rendo conto che è quasi inevitabile.
Le mode incidono, ma non
bastano, perché cambiano, muoiono. Allora io dico: scrivo storie. Storie
contemporanee, perché questo è il mio target, che devono raccontare uomini e
donne e vita, l’essenza della vita. C’è dell’erotismo? Bene, è una componente,
ma non per questo va “incastrato” nella definizione di erotico. C’è un po’ di
“suspance”? Ok, ma non può essere solo un “giallo”. Ci sono sentimenti, dolori,
sofferenze? Non è solo “drammatico”. La vita è tutto questo, allora io dico
sempre: ragazzi, scriviamo storie, no? Poi ognuno troverà gli ingredienti che
preferisce.
Certo, poi uno guarda al
mercato e pensa di poter fare scelte opportunistiche per far “soldi”: nulla di
più sbagliato. Risorse Umane ha venduto un terzo rispetto a Professione Cam
Girl: forse perché il secondo ha tanto sesso in più? Può darsi, o forse perché
non sono stato bravo a “raccontarlo” e non ho trovato il lettore giusto. Oppure
perché vale poco… chissà!
5) Perché la gente dovrebbe
comprare i tuoi libri?
Vorrei fosse la gente a
rispondere: ogni tanto pubblico le recensioni dei lettori, tutte spontanee,
nessuna pilotata, lo garantisco. Lo faccio proprio perché non vorrei essere io
a dire: compratemi, sono bei libri!
Quindi rispondo alla domanda
in questi termini, vorrei che la gente comprasse (milioni di persone!) i miei
libri perché ama il mio stile di scrittura, perché lo trova diverso dai soliti
cliché, perché le mie storie vengono percepite, sentite e apprezzate. Perché i
miei libri raccontano qualcosa…tra le righe. Vorrei questo, ma dovrebbero
essere i lettori a confermare che è vero!
6) Faresti mai compromessi per
arrivare al successo?
Che tipo di compromessi? No,
non venderei l’anima al diavolo. È un sogno, un grande sogno. E vorrei
raggiungerlo senza dover passare il tempo a fare promozione, vorrei che i libri
si “vendessero” da soli perché valgono. Chissà…
7) Il tuo sogno nel cassetto.
Da scrittore: un best seller
autopubblicato. 500.000 copie di Professione Cam Girl o 150.000 copie di
Risorse Umane, attualmente i due romanzi in distribuzione. Wow, che bello!
8) Parlaci del tuo ultimo
lavoro.
Il mio ultimo lavoro
pubblicato è Professione Cam Girl – Ragazze in vendita al tempo di Internet: la
storia di una giovane ragazza squattrinata che si trova a dover fare i conti
con le difficoltà della vita e con un imprevedibile (e non previsto)
sconosciuto che comincia a “tampinarla” telefonicamente. Prima in maniera
aggressiva, poi più “romantica”. Si parte dai “bisogni” di Hellen, che non può
permettersi di perdere quel cliente, per quanto insistente e un po’ “perverso”.
La storia evolverà e solo alla fine si capiranno le reali motivazioni di lui,
ma anche la volontà di lei di emanciparsi e decidere autonomamente cosa fare
della propria vita.
9) Progetti per il futuro?
Sto lavorando, un po’ in
parallelo, ad altri due romanzi. Il primo ruoterà ancora intorno al tema della
famiglia, dei sentimenti, degli istinti. Il secondo è ancora molto in nuce: una
sorta di “lettera” di un padre al proprio figlio, una storia cui tengo molto,
ma che non so se vedrà mai la luce…
10) Quanto è importante per te
l'amore? Credi che nella vita reale esista il lieto fine?
Esiste
il lieto fine, se lo si sa costruire, cercare, cementare. La vita non è facile,
mai. Gli imprevisti sono tanti e le distrazioni, talvolta, sono subdole. Ti
fanno scordare ciò che conta sul serio. Non si può però cedere a questo:
bisogna combattere per il lieto fine o quanto meno per essere piloti del
proprio viaggio e non passeggeri trasportati dagli eventi.
Mi chiedo se il fatto di aver iniziato a leggere fin da piccolissimo non sia un elemento condiviso da tutti i grandi lettori.
RispondiEliminaChissà se quando scrive il personaggio lo sente vivo?
RispondiEliminaBellissima intervista, è sempre bello conoscere un pochino di più l'autore di cui hai amato i libri!
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