domenica 23 febbraio 2020

"LIQUIRIZIA" di Claudio Loreto



Buongiorno follower, buona domenica!
Vi segnalo "Liquirizia" dell'autore Claudio Loreto, edito Edizioni Leucotea






Titolo: Liquirizia
Autore: Claudio Loreto
Genere: Romanzo d’amore/storico

Casa editrice: Edizioni Leucotea 

Disponibile in formato cartaceo a € 14,90




TRAMA: 

“Una ferita da baionetta catapulta Giuliano (giovane sottotenente della 8ª Armata Italiana in Russia) tra le rovine di Stalingrado, dove tra tedeschi e sovietici si combatte una delle più grandi battaglie della storia umana.
Uno sparo impreciso incrocia le vite dell'ufficiale e di una tiratrice scelta russa, Tanja: l’irreale incontro di un momento li segnerà per sempre, portando alla luce un’altra incredibile vicenda.
Attori di questo intreccio sono la coccarda di un generale dell'Armata Rossa e "Liquirizia", l'orsacchiotto che fin da bambina aiuta la soldatessa a vincere di notte la paura del buio.
La storia di un amore che si oppone ai duri precetti della guerra e all'odio tra popoli”.



NOTA: 

Il romanzo – una toccante vicenda sentimentale - ha dunque come cornice gli avvenimenti bellici che tra il luglio 1942 e il febbraio 1943 capovolsero in Europa il corso della II Guerra Mondiale, portando infine alla liberazione del continente dalla follia del nazifascismo.
L’epilogo della storia ha invece come scenario Milano, allorché - ventidue anni più tardi - un lavoro di scavo nella centrale Via Filodrammatici restituirà finalmente all’ex ufficiale la pace smarrita.
Di seguito il commento al volume scritto dalla Presidentessa della “Fondazione Culturale Mario Novaro”:
“L’orrore, l’idiozia della guerra da un lato. Le vie tortuose degli affetti, dell’amore dall’altro. È una lotta impari, che tuttavia coinvolge ed affascina; fino alla fine non si sa chi e in che modo potrà risultare vittorioso.
Ma per Claudio Loreto la vita, da quando ha cominciato a scrivere, è affrontata come gara o come lotta: già dall’inizio, quando voleva diventare corrispondente di guerra...
E di guerra si parla in questo suo nuovo romanzo, dal titolo dolcissimo: Liquirizia! La rievocazione della spaventosa battaglia di Stalingrado – raccontata con notevole perizia e conoscenza dei tragici fatti della Seconda Guerra Mondiale – si intreccia con una storia d’amore, casualmente collegata al passato del protagonista, vissuto a Sanremo, sulla splendida “Riviera dei fiori”.
Ancora altre sorprese attendono comunque il lettore prima della conclusione della vicenda: davvero vale la pena di leggere questo romanzo affascinante. Non come critico – che non è il mio ruolo – ma come persona appassionata della scrittura e della narrazione, e soprattutto legata alla letteratura della nostra terra di Liguria, volentieri ho accettato di dedicare queste righe alla presentazione di un testo che certamente non passerà inosservato al giudizio dei recensori e tanto meno all’interesse dei lettori”.






DICE L’AUTORE: 

L’idea di Tanja e Giuliano mi è sprizzata in mente all’improvviso la sera di San Silvestro del 2018, proprio come un fuoco d’artificio. Agli inizi del nuovo anno ho cominciato a buttar giù la loro storia così come via via scorreva da sé davanti ai miei, simile a un film.
Sfruttando in ufficio le pause-pranzo (e saltando dunque pasto) e rubando - ahi! - qualche ora alla famiglia la sera, alla fine di febbraio il lavoro era già concluso, solo da rifinire un po’…



BREVE ESTRATTO: 

Il generale Ivan Morozov si sarebbe compiaciuto con lei. Quel rispettatissimo comandante asseriva infatti che «...la mano di una donna è più sensibile di quella di un uomo; quindi essa preme il grilletto con maggiori scioltezza e tempestività». Inoltre sosteneva che le donne sono più pazienti e tenaci e dunque più adatte ad un mestiere solitario come quello del cecchino.
Il fucile pesava però quattro chili, non poco per una donna e soprattutto per le braccia leggere di una ballerina; Tanja doveva spesso posarlo a terra e sospendere momentaneamente il suo “lavoro”.
Ma così ricominciava a pensare. Soprattutto a suo fratello (nessuna nuova, ahimè!) e a sua madre, alla quale scriveva una lettera da ogni nuovo covo. Naturalmente non le raccontava cosa faceva e cercava piuttosto di rasserenarla, ripetendole che presto la guerra sarebbe terminata – perché qualsiasi cosa finisce – e che sarebbero così tutti insieme potuti tornare nella loro bella casetta di campagna a Tarusa, ogni primavera, quando l’aria lì profumava di lillà e si riempiva delle melodie degli usignoli. Le favoleggiava che nel tempo libero aveva provato dei nuovi passi di danza che sarebbero sicuramente piaciuti molto ad Olga, la sua insegnante: avrebbero perfezionato il suo assolo nel grande saggio di fine anno dell’Accademia, che l’attacco nazista a Mosca aveva obbligato a rimandare a tempi migliori. Alla fine, sempre, un bacio tenero per il papà.
Non scriveva ad altri. L’ultima volta lo zio le aveva chiesto se avesse un amore. «No? Ma Tanja, accidenti, una ragazza bella come te ha di sicuro dietro un fiume di spasimanti!». Sì, però il fatto era che nessuno infiammava lei.



BIOGRAFIAClaudio Loreto (1960) vive a Genova. Dopo avere collaborato a lungo con quotidiani e riviste, scrivendo in particolare di Storia e di politica estera, si è avventurato nella narrativa con una raccolta di racconti (Gli occhi sulla scia) e due romanzi (L’ultima croda e I segreti di Sharin Kot).
Canottiere dal lungo passato agonistico e Stella di bronzo del C.O.N.I. al Merito Sportivo, oggi trascorre il proprio tempo libero scalando sulle Dolomiti.  



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