giovedì 29 aprile 2021

RECENSIONE "THE BEST GIFT MOM" di Ashley Andrews

 

In uscita oggi "The best gift for mom" di Ashley Andrews,
edito Òphiere - i brillanti di Mamma editori.
Daniela Colaiacomo lo ha letto in anteprima per noi.




Autore: Ashley Andrews

Genere: Romance

Disponibile ine ebook a € 3,99
e in formato cartaceo a € 7,73

Casa editriceÒphiere 



TRAMA:

Virginia Perkins, ventitré anni, è una ragazza madre e ha un bambino piccolo cui deve provvedere tutta da sola. Ma è una ragazza risoluta. Arriva sulle coste dell’Oregon per prendere posto come fattorina di Amazon e ha in mente tutt'altro che l’amore romantico. Del resto quella, per lei, è una partita ormai chiusa, ma Ginny non ha fatto i conti con l'arrivo, nella villa accanto, di un colosso vichingo dai capelli rosso prugna.
Cody Hanson, ventinove anni, è una benedizione per gli occhi.
Peccato che sia un vero degenerato.
Come prima cosa, Cody scarica una macchinata di donne mezze nude; come seconda, perde un gatto da centomila dollari, collare di diamanti compreso. Come terza cosa, è deciso a coinvolgere la vicina nella ricerca per ritrovarlo, ma Ginny non ne vuole sapere.
È del tutto restia a trascorrere ore a stretto contatto con quell'irritante concentrato di fascino, soprattutto perché a lei non piacciono quelli che pensano di avere il mondo ai propri piedi.
Tra il prepotente miliardario della birra e la determinata fattorina di Amazon non sembra poter esserci storia; ma è la Festa della Mamma e, come direbbe il piccolo Pip, i desideri, se ci credi con la pancia, si realizzano veramente, soprattutto mescolando dedizione e spirito visionario, sull’orlo di un oceano dove tutto nasce e tutto ritorna. 




BREVE ESTRATTO:

Giusto all’altezza di Arcadia Beach, le porte del greyhound si aprirono con uno sbuffo. Risucchiarono all’interno aria salmastra mista al fragore dell’Oceano Pacifico ed espulsero i passeggeri. Una raffica di vento gonfiò le giacche a vento scure, da donna e da bambino. Elettrizzò le ciocche dorate sfuggite ai capelli lunghi raccolti sulla nuca. Fece ondeggiare di lato due gambette da cinquenne. 
Le dita palpitarono intorno a quelle di Pip, in una doppia stretta. 
C’eravamo.
Incuneammo le teste nel vento verso la striscia infuocata bassa sull’orizzonte, nella direzione di onde scure come piombo. Le spalle si piegarono sotto il peso degli zaini e di una valigia enorme. I passi percorsero un paio di curve tra i giardini di due villone con ampie vetrate da terra al tetto e  con grandi dehors verso l’oceano. 
Abbandonammo valigia e zaini sul viale di quella a destra e poi le scarpe da ginnastica e la loro replica miniaturizzata continuarono ad alternare i passi in direzione del mare. Lasciammo l’asfalto e imboccammo il sentiero fino ad affondare le suole nella sabbia finissima e raggiungere, dopo mezzo miglio, l’orlo lucido della risacca. 
Ecco. Alle sette e mezza di sera della prima domenica di maggio, ci ritrovammo, piccoli come microbi, di fronte a quell’inizio di tramonto, nel cielo più grande di sempre, davanti a onde alte come palazzi, in una spiaggia di cui non si vedeva la fine. Ce ne restammo senza parole, in piedi, stretti tra sabbia e oceano, a osservare gli scogli enormi affiorare dalla furia della schiuma candida. 
«Beh, - alla fine, fu la vocina di Pip a farsi sentire per prima, - se passa un vascello, da qui si vede bene.» 
Rinunciai a estrarre di tasca il cellulare e mi morsi il labbro preoccupata, ma scostai le ciocche dal viso e lo guardai con dolcezza.
Il suo faccino era sollevato verso di me, incorniciato da una calottina di lana blu, da lupo di mare, con quegli occhi in attesa, sgranati, verde cupo come i miei, la bocca indecisa se sorridere. Era angosciato, non era stato facile lasciare Olympia per lui. Mi accovacciai per sollevargli il colletto della giacca a vento e chiudere il bottone a pressione per proteggergli la gola, mentre lui borbottava:
«Se Lui torna a cercarci, non ci troverà…» 
La faccia mi assunse automaticamente l’espressione convinta richiesta dal nostro gioco:
«In quel caso, andrà alla pietra rossa, la solleverà e troverà il nostro attuale indirizzo.» 
«Ma, ...se Lui non alza la pietra?» 
Affondai le unghie nei palmi. 
Pip aveva preteso di farlo davvero: andare al Burfoot Park nello stretto di Puget, a nord della città di Olympia, per lasciare una pietra con il nostro nuovo indirizzo, nel punto esatto dove, attorno a un falò della notte del prom dei miei diciassette anni, sei anni prima, mi ero invaghita di un ragazzo biondo venuto dall’Europa. Pip aveva quella fissa, anche se gli avevo raccontato mille volte che il papà non sapeva nemmeno di avere un bambino di nome Pip da qualche parte, perché era il comandante di una nave di passaggio e quella sera con quella grande luna, Lui mi aveva regalato una collana di perle di tutti i colori e, semmai ci fossimo rincontrati, ci saremmo riconosciuti per questo... Deglutii e sospirai:
«Non tornerà, Pip, te l’ho detto e ridetto. Il capitano del vascello fantasma è passato solamente una volta per regalarmi te e la collana.» 
«Magari, invece che da Olympia, passerà di qui... - Pip scrollò le spalle, - se le cose le desideri veramente, succedono.»
«L’importante è non smettere di godersi la vita perché si è troppo concentrati sui desideri.»
«Ma è importante... lo sai, basta desiderare le cose con la pancia e succedono. Se lo facessi anche tu, Lui arriverebbe. Ne sono sicuro.»





Virginia Perkins, ventitré anni, è una ragazza madre che lotta da cinque anni contro tutto e contro tutti in difesa dell'unico amore della sua vita, suo figlio Philip, detto Pip. Ha un modo tutto suo per relazionarsi con il suo bambino magico, amore e orgoglio sono fondamentali per sostenere gli sforzi per andare avanti. Si è trasferita da Olympia a quel villaggio fiabesco sulla west coast, Cannon Beach, adagiato sulla spiaggia dei Goonies, dove ha trovato lavoro come fattorino per Amazon - uno stipendio fisso e sicuro con il quale può realizzare almeno uno dei tre desideri di Pip - e, come custode e donna delle pulizie di una casa vacanze sontuosa e del tutto vuota, un bilocale di servizio gratuito messo a sua disposizione.
Cody Hanson, ventinovenne, amministra la società di famiglia, la Hanson Inc., produttrice della birra Ocean Song. Per la festa della mamma, lui e i suoi fratelli arrivano alla bellissima villa degli Hanson, confinante con l'alloggio in cui risiede Ginny, in attesa dei genitori che li raggiungeranno dopo qualche giorno. 
Sceso da un SUV con tre valchirie, il vichingo dai capelli rosso prugna, corti, statuario da mozzare il fiato, con tale indolenza e con un sorriso talmente soddisfatto da far venire i nervi, trasporta un felino molto strano che attira subito l'attenzione di Pip: per un contrattempo accorso ai genitori, Cody deve occuparsi del gatto della madre. Peccato che lo perda.

Un ashera con collare di diamanti, un ibrido sterile creato apposta in laboratorio in California, con pelo anallergico perché mia madre amava i gatti ma, se ne accarezzava uno, si riempiva di bolle. Centomila dollari di valore totale. 

Al primo incontro, Ginny identifica il bellissimo vicino come: Simpatico come un calcio nei coglioni. Il classico ricco stronzo, ma quando questi cerca di coinvolgerla nella ricerca di Ptah, proponendole un compenso sostanzioso, la necessità di risolvere la difficoltà economica in cui versa induce la ragazza ad accettare.
Di contro Cody spera che la fattorina di Amazon possa interagire con gli abitanti del luogo per riuscire a ritrovare il felino perduto; quando il padre gli ha affidato le redini della società, la crisi in cui versava la birreria ha determinato pesanti tagli di personale e ora ogni abitante del paese, una volta accogliente e familiare, lo odia.
Ginny, che da tempo ha rinunciato all'amore, prova una forte attrazione per Cody ma ne vuole stare alla larga perché, come ripete spesso a Pip, “non fa per noi”. 
Di tutt'altro avviso è il "vichingo" che fa carte false per conquistare la bellissima vicina e proprio per questo rischia di perdere tutto.
La storia che Monica Montanari e Anna Letizia Zocche raccontano è ironica e divertente, a volte commovente, di sicuro non banale anche perché, andando avanti nella narrazione, emergono verità dolorose e significative, determinanti per comprendere il carattere dei protagonisti.
Ginny è stata tradita proprio da coloro che avrebbero dovuto proteggerla e da allora, con forza e determinazione, porta avanti la sua vita prendendosi cura del suo bambino magico con tutto l'amore e l'attenzione che merita. Da sola, orgogliosa e risoluta, vuole il meglio per il figlio che conosce nel profondo e che ama al di sopra di tutto. L'unico scopo della sua esistenza è rendere felice Pip al quale ha raccontato una fantasiosa storia che rende la sua nascita una dolce favola. La priorità di essere madre domina qualunque altra necessità, la rende diffidente nei confronti del prossimo dal quale non si aspetta nulla, ma l'arrivo di Cody stravolge la difficile ma gratificante vita familiare dei Perkins, istillando nella mente di Ginny desideri e fantasie soffocate nel tempo. 
Cody è ammaliato da quella dolcissima donna, per età ancora bambina, che lo attrae fisicamente in modo quasi doloroso, orgogliosa e forte, capace di arrossire d'imbarazzo, sicura di sé e dei suoi obiettivi, felice delle piccole cose che condivide con Pip, capace di trarre gioia anche dai propri fallimenti, come lui non ha mai fatto.
Personalmente, se ho ammirato la fermezza e la forza di madre di Ginny, la sua responsabilità e la capacità di mettersi in discussione, ho ancor più apprezzato la reazione di Cody ai sentimenti che prova, la grande attenzione che dimostra nei confronti di Pip, delle sue necessità, il sorriso marpione dietro al quale cela la sua vera personalità che emerge chiaramente negli ultimi capitoli.
Tutti i personaggi, anche quelli secondari e apparentemente antipatici come le pettegole del paese o i fratelli di Cody, amareggiati e incapaci di affrontare momenti difficili, sono in realtà positivi, e sopra tutti spicca l'ottimismo di Pip, il bellissimo bambino, amorevole e fiducioso, sicuro che basta desiderare le cose con la pancia e succedono: riuscirà a realizzare i suoi tre desideri?
L'ironia tipica di Ashley Andrews emerge con fantasia e intelligenza in questo racconto, la scrittura fluida scorre veloce tra le pagine, appassionante e coinvolgente, l'attenzione ai sentimenti crea una forte empatia. Ho trascorso qualche ora spensierata che mi ha lasciato soddisfatta e appagata, e, a conferma del mio giudizio positivo, consiglio la lettura di questo piacevole libro.





“Ashley” l’ha scelto Anna Letizia, “Andrews” l’ha scelto Monica. 
Monica Montanari vecchia, perversa, bisbetica e Anna Letizia Zocche giovane, introversa, romantica, si sono accordate affinché Ashley Andrews, 42 anni, viva ad Ashton, in Idaho, con un marito sexy e un meraviglioso gatto rosso di nome Sid. La Andrews ha incontrato i favori del pubblico con Snow INN Love e My Fired Valentine, facendo dell'holiday romance il suo territorio di caccia.


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