sabato 10 aprile 2021

RECENSIONE "LA CRISI DELLE CERTEZZE E DEI CANONI COMPORTAMENTALI IN CANDIDA DI GEORGE BERNARD SHAW" di Sergio Bertoni

 

Buon pomeriggio amici lettori!


Autore: Sergio Bertoni

Genere: Saggio

Disponibile in ebook a € 0,99
e in formato cartaceo a € 6,76

Pagina autore: Sergio Bertoni



TRAMA:

Quale migliore sinossi se non citare parte di una recensione vergata da una cortese e colta lettrice? 
L’ho trovato interessantissimo, ma anche piacevolmente bello e coinvolgente come un romanzo. La scrittura infatti, anche se è profonda, accurata e sapiente, non è “erudita” nel senso negativo e respingente del termine, è scorrevole, semplice e di facile comprensione anche da chi, come me, ha ormai perso la capacità di leggere lavori difficili e impegnati, mentre l’ossatura del saggio è così ben organizzata che anche un profano non trova difficoltà nel seguire le argomentazioni dell’autore. Personalmente mi si è aperto un mondo nello scoprire una chiave di lettura che ai tempi non avevo considerato e ora ho una gran voglia di rileggere Candida tenendo a portata di mano il saggio di Bertoni. Alla prima parte accennerò più avanti, ora voglio annotare la bravura e la chiarezza dell’autore nel presentare i vari personaggi che compaiono sulla scena, sviscerandone le psicologia e la mentalità tenendo conto dell’epoca, con tutte le sue particolari connotazioni, che è teatro, e parte integrante, delle vicende narrate. Il personaggio, a parer mio, meglio analizzato e approfondito, e che mi ha davvero affascinata, è quello del giovane Marchbanks, un diciottenne che non è più bambino ma non ancora uomo, che ragiona e si comporta con il tipico modo immaturo di giudicare proprio dell’adolescenza. Ma attraverso le pene d’amore, egli abbandona la sua innocenza e diventa uomo. Con una sofferenza resa ancor maggiore dal suo essere “poeta”, acquista una maturità diversa che va “oltre” “in un mondo dove l’amore trascende gli stupidi banali fatti contingenti legati a una morale borghese” e che lo spingerà ora “a integrarsi con un universo più vasto” Ho trovato interessante anche lo studio del personaggio di Morell, con la sua mentalità così ben aderente a quella della società del periodo, l’epoca vittoriana, che vive e si nutre di apparenze e di convenzionalismo. «Spesso il vero “furfante” delle opere di Shaw non è un personaggio ma il pubblico. Il pubblico infatti - ossia lo spettatore medio - rappresenta quella società superficiale, soddisfatta, sentimentale, che per Shaw era responsabile di tanto male, tante aberrazioni, tante sofferenze. I lettori dei “gialli” si sono chiesti talvolta se non sia possibile scrivere racconti polizieschi nei quali il colpevole risulti essere, alla fine, il lettore stesso. Shaw si avvicina molto a una soluzione del genere, facendo del pubblico il vero “furfante” dell’opera». David Daiches 



Premetto che mi piace leggere saggi più che leggere romanzi, se sono fatti bene e, soprattutto, se scorrono.
Direi che “La crisi delle certezze e dei canoni comportamentali in Candida”, di Bertoni, è riuscito bene nell’intento di analizzare alcuni aspetti dell’epoca Vittoriana in rapporto a un’opera letteraria, senza fare una lezione di storia e diventare pesante.
Oltre a questo, contiene parti che mettono in luce caratteristiche della società inglese che sopravvivono ancora:

…vittoriano medio, affascinato dal progresso meccanico e scientifico ma estremamente diffidente verso nuove frontiere di pensiero…

A osservare gli inglesi sembrano così anche oggi. Penso all’attrazione che hanno per le novità informatiche e alla repulsione che nutrono verso qualunque accenno di cambiamento degli schemi nei quali inquadrano il loro modo di condurre la vita. Sempre ricordando che, ovunque stanno le eccezioni.
Ma fanno sorridere molte di queste osservazioni:

…uomini dal gusto raffinato e di elevato livello intellettuale, per il lieto fine, sia nel teatro che nella letteratura.

Anche al di fuori di una società articolata come quella inglese, comunque, si riscontrano molti degli aspetti sottolineati dall’autore. L’ipocrisia e il conseguente narcisismo che genera sono forse meno manifesti ma non meno presenti in tutte le società. 
Tornando all’analisi dell’opera in oggetto, ci sono tre cose belle dentro: la prima è la spiegazione del significato della presenza di poltroncine da bambini sulla scena, che assumono un’importanza psicoanalitica, nel momento in cui sono gli adulti a farne uso, nei frangenti che li vedono in condizione di svantaggio nei confronti di altri personaggi.
Poi l’osservazione sulla volontà dell’autore di Candida di rendere il pubblico il vero furfante dell’opera. Si dice nel saggio che se Shaw avesse scritto un giallo, avrebbe dato al lettore il ruolo dell’assassino. Questo perché sotto esame è tutta la società che fa parte della Commedia e della quale era parte anche il lettore dell’epoca in cui venne scritta.
L’ultima è la battuta del poeta innamorato di Candida, nella scena in cui lei è chiamata a decidersi tra lui e il marito. 
Candida chiede con esasperazione cosa entrambi abbiano da offrirle, visto che lei si trova quasi nella condizione di un articolo messo all’asta, e il marito sciorina l’elenco di ciò che le ha sempre dato: onestà, sicurezza, mantenimento e quant’altro la società prescrive che un uomo debba garantire a una donna nel vincolo del matrimonio, e quasi sembra che affermi che ha già fatto la parte dell’obbligo suo.
Il poeta di contro dice di poterle offrire:

«La mia debolezza, la mia desolazione, la povertà del mio cuore».

Questo è il regalo migliore che una persona potrebbe fare a chi dice di amare, perché è vero che i buoni sentimenti come tenerezza ed empatia sono stimolati dalla fragilità che vediamo nell’altro ed è di quella fragilità che ci innamoriamo. 
Ma quello non era un mondo in cui dovevano trovare spazio i veri sentimenti, quindi, con tutti i simbolismi minuziosamente spiegati, la possibilità di una qualsiasi passione esce di scena appena Candida ricorda a tutti che lei deve fare “la madre e la sorella” dell’uomo che si tiene accanto, e questo è quanto.
Nel saggio ovviamente c’è molto di più, detto con poco, sicuramente è da leggere.


2 commenti:

  1. Quasi superfluo dire che sono onorato e commosso per questa splendida recensione a un'opera cui tengo molto. Grazie di cuore!

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  2. Grazie a te di avermelo fatto leggere

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