domenica 25 aprile 2021

"ROGUE PRINCE - DYLAN" di Kylie Gilmore

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Vi segnalo "Rogue Prince - Dylan" dell'autrice Kylie Gilmore, 
edito Extra Fancy Books


Autore: Kylie Gilmore
Serie: Rogue Prince - Dylan Vol.7
Genere: Romance Contemporaneo

Casa editrice: Extra Fancy Books 
Traduttrice: Mirella Banfi

Disponibile in ebook a € 4,99
E in formato cartaceo a € 10,99

Pagina autore: Kylie Gilmore Author



TRAMA:

Lui non l’ha mai dimenticata, lei non l’ha mai perdonato e ora si stanno addentrando in un territorio pericoloso...

Dylan
Sono il principe ereditario di Villroy, ma invece, di aspirare al trono come avrei dovuto, mio padre ci ha fatto esiliare tutti. Potrei lamentarmi, ma aveva un buon motivo. Adesso la mia ex-famiglia reale vive a Brooklyn e io sto per ereditare un nuovo regno: l’impresa di costruzioni di mio zio. È l’occasione perfetta per costruire il mio impero immobiliare e farmi un nome. Tutto ciò di cui ho bisogno è una persona esperta che mi aiuti a fare il passo in avanti che serve. E si fa viva la ragazza che è cresciuta alla porta accanto (una donna adesso, e che donna!), con esattamente l’esperienza di cui ho bisogno.
Peccato che Ariana Bianchi mi detesti. Una volta pensavo di non meritarmelo, che fosse una conseguenza dell’antica faida tra le nostre famiglie, ma c’era stata quella volta...
Ariana
Ho appena divorziato e vivo a casa dei miei genitori cercando di rimettere in pista la mia vita, con lo scopo ultimo di avere un bambino con l’aiuto di una banca del seme. È il motivo del mio divorzio: lui non voleva figli e a trentun anni il mio orologio biologico sta ticchettando. Quindi, quando Dylan Rourke, un vero porco ma al contempo un uomo stupendo, si presenta a casa dei miei genitori e mi chiede di lavorare come consulente per la sua ditta, vedo un’opportunità. Vuole qualcosa da me? Sì, bene, anch’io voglio qualcosa in cambio.
Solo che Dylan rende tutto molto più complicato di quanto dovrebbe essere.



BREVE ESTRATTO:

Qualche giorno dopo Natale, Isola di Villroy.

Dylan
Come diavolo sono finito qui? Indosso uno smoking a noleggio in un fottuto salone da ballo sull’isola di Villroy per il matrimonio del principe Adrian. Io, Dylan Rourke, un operaio edile di Brooklyn, New York... in un salone da ballo.
L’intero palazzo è un monumento alla ricchezza e allo status sociale. Tutta la gente che c’è sembra altrettanto scintillante, indossa roba firmata, dalla testa ai piedi. I gioielli, dalle tiare, alle collane, ai braccialetti e agli anelli, luccicano alla luce dei lampadari.
«Avremmo dovuto indossare i nostri gioielli per questa gente» borbotta Sean sottovoce. È mio fratello, di due anni più giovane e siamo molto uniti.
Nascondo un sorriso e dico sottovoce: «Collane d’oro con il simbolo del dollaro ci avrebbero fatto ambientare immediatamente»
Ridacchiamo, riceviamo qualche occhiataccia e torniamo seri. Sono quasi sicuro che i nostri nonni si siano appena rivoltati nelle loro tombe. Vedete, tecnicamente siamo principi e Adrian è nostro cugino. L’ho incontrato solo di recente, dato che la sua famiglia aveva esiliato la mia per fatti accaduti prima che noi nascessimo. Questa, in un certo senso, è una missione di pace. E sta andando esattamente come ci si potrebbe aspettare.
I miei cinque fratelli e io siamo riusciti a far piombare nel silenzio un intero salone pieno di gente. Siamo l’elefante nella stanza... ex-esiliati, nati da un’unione scandalosa.
Siamo allineati da un lato del salone mentre tutti gli altri appartenenti alla famiglia con cui non avevamo contatti sono dall’altra parte e ci stanno fissando. Stiamo aspettando che gli sposi arrivino da dove stanno facendo le foto. Il silenzio sbalordito probabilmente è dovuto al fatto che i miei fratelli e io non avevamo accettato l’invito al matrimonio. È stata una decisione dell’ultimo minuto, quindi siamo arrivati in tempo solo per il ricevimento. C’è stato un piccolo inciampo quando abbiamo tentato di entrare nel palazzo, ma ho chiesto che facessero venire nel foyer mia cugina Silvia perché garantisse per noi.
Avevo conosciuto Silvia quando si era trasferita negli Stati Uniti per il college. Bisognerebbe avere un cuore di pietra per non volerle bene. Mi ha tormentato per convincermi a partecipare a questo matrimonio con i miei fratelli, insistendo che toccava a noi, la nuova generazione, fare il duro lavoro di riunire le famiglie. C’è un mucchio di sangue cattivo tra di noi. Mio padre aveva dovuto cominciare da zero a Brooklyn, dopo essere stato educato per diventare re ed essere poi stato esiliato. Era stato difficile per lui, veramente difficile. Ed è ancora amareggiato.
È stato Sean a convincermi, alla fine, che avremmo dovuto presentarci qui. Il suo ragionamento è giusto. Se siamo stati invitati a un matrimonio a Villroy, significa che l’esilio è stato revocato. E se l’esilio è stato revocato, allora magari i nostri interessi commerciali possono andare di pari passo con quelli dei nostri ricchi cugini della famiglia regnante. Tutte le loro imprese hanno avuto un notevole successo, dalla produzione di cosmetici, alla day-spa, al casinò. Non sono venuto a elemosinare, ma se, – ed è un grosso se – ci sarà una riconciliazione, magari re Gabriel può farci un prestito per permetterci di cominciare a ristrutturare case nel tempo libero. Il mercato immobiliare è quel che è a Brooklyn e Sean e io vogliamo espanderci oltre le costruzioni. L’avremmo ripagato con gli interessi. Per i nostri regali cugini sarebbe praticamente stato come diversificare e avrebbero avuto un piede sia a Villroy sia a Brooklyn. Mio padre ha insistito molto sulla faccenda del prestito, dicendo che era ora che la nostra famiglia ottenesse la compensazione che non aveva mai avuto.
Ora che sono qui ho dei seri dubbi. Alcuni degli ospiti più anziani ci stanno guardando dall’alto in basso. Probabilmente conoscevano mio padre, che si è rifiutato di rimettere piede a Villroy, date le circostanze. C’è gente che sta sussurrando, scandalizzata. Ci stanno guardando tutti come fossimo animali allo zoo.
Allargo il colletto della camicia bianca, con una goccia di sudore che mi scorre lungo la schiena. I miei fratelli si agitano a disagio accanto a me. Nessuno finora ha contestato il nostro diritto di essere qui, ma ci sono membri della sicurezza tutti intorno alla stanza. Tipi dall’aspetto da duri, con gli auricolari, vestiti completamente di nero. Probabilmente sotto le giacche sono armati. Ci sbatteranno fuori se alcuni delle generazioni più anziane si impunteranno? Non penso che tutti approvino la nostra presenza. Forse ci getteranno nelle segrete. Papà ce ne aveva parlato.
Do un’occhiata ai miei fratelli, che sembrano cupi. Andando in fila, dal più vecchio al più giovane, ci siamo io, Sean, Jack, Connor, Brendan e Garrett. La maggior parte di noi ha i capelli scuri e gli occhi azzurri, eccetto il più giovane, Garrett, che li ha color verdeazzurro come nostro padre. A quanto dicevano, gli occhi verdeazzurri sono il segno dei veri sovrani di Villroy, solo che non ha funzionato molto bene per mio padre.
Gli sposi entrano finalmente nel salone da ballo, spezzando la tensione e si leva un “Urrà!”, con tutti che battono le mani e urlano congratulazioni.
Adrian, che potrebbe passare per uno dei miei fratelli, con i suoi folti capelli scuri, zigomi alti e mandibole squadrate, alza una mano. «Grazie per essere venuti a festeggiare con noi.» Poi i suoi occhi si posano su di noi. «E un grazie speciale ai miei cugini, volati fin qua da New York.»



Kylie Gilmore è l’autrice Bestseller di USA Today delle serie: I Rourke; The happy endings Book Club; The Clover Park e The Clover Park STUDS. Scrive romanzi rosa umoristici che vi faranno ridere, piangere e allungare le mani per prendere un bel bicchiere d'acqua.
Kylie vive a New York con la sua famiglia, due gatti e un cane picchiatello. Quando non sta scrivendo, tenendo a bada i figli o prendendo debitamente appunti alle conferenze per gli scrittori, potete trovarla a flettere i muscoli per arrivare fino all’armadietto in alto, dove c’è la sua scorta segreta di cioccolato.


Nessun commento:

Posta un commento