Buon pomeriggio amici lettori!
Recensione: "La vita ostile" dell'autore Raffaele Mutalipassi.
A cura di Dario Zizzo.
Titolo: La vita ostile
Autore: Raffaele Mutalipassi
Genere: Biografico
Disponibile in ebook a € 3,99
E in formato cartaceo a € 9,99
Contatto Facebook: Raffaele Mutalipassi
La storia di una vita vissuta senza un attimo di tregua dalla metà del secolo scorso fino ai giorni nostri. Le vicissitudini del protagonista che da un piccolissimo paese del Cilento giunge a Roma con la propria famiglia nel pieno del boom economico degli anni Sessanta e che da lì parte per una grande avventura che lo porterà a lavorare come ingegnere in molti paesi in via di sviluppo.
Sulla soglia dei settanta anni, Raffaele ci porta con sé in un lungo viaggio a ritroso attraverso la rigorosa cronaca della propria esistenza. L’infanzia, i sogni di gioventù, la spensieratezza e il disagio giovanile, la disillusione, la disperazione, la paura, il coraggio dell’incoscienza, la libertà, la fuga continua, la solitudine, il distacco della vecchiaia e, infine, l’immenso dolore per la perdita del fratello minore. L’amore struggente per l’Italia e l’odio viscerale per gli italiani.
Un viaggio che rappresenta lo specchio di una generazione unica che a poco a poco sta scomparendo. La prima generazione cresciuta con la televisione che è stata artefice della più grande rivoluzione giovanile della storia dell’umanità con tutti gli stravolgimenti politici, culturali e sociali che ne sono conseguiti e che è stata poi protagonista della globalizzazione e dell’era digitale. E che infine è stata messa alla prova dalla più grande minaccia collettiva che il destino potesse riservarci in quanto la più esposta e la più colpita al tempo della prima pandemia globale della storia. Un momento, questo, che non ha eguali nella storia dell’umanità.
Con grande stupore ho letto “La vita ostile” di Raffaele Mutalipassi, che definirei il resoconto dettagliato, ma non stucchevole, di una vita straordinaria, che dagli anni ’50 si spiega fino a quelli del nostro secolo. Ma che dico “di una vita straordinaria”? di cento, mille vite straordinarie, sì perché sembra di essere di fronte a una grande matrioska - tutta l’esistenza dell’autore - che ne contiene diverse più piccole: l’infanzia in Campania, l’adolescenza romana vissuta tra avventure picaresche e quelle calcistiche come enfant prodige (gioca anche contro l'attuale allenatore Claudio Ranieri), una carriera strozzata, di un talento sfortunato, che lui vede come uno sgarbo fattogli dalla vita ostile, pure se non gli sono mancate esperienze variegate, quali l’aver fatto la conoscenza di gente come Ursula Andress e Ray Lovelock, e persone meno famose ma non per questo meno interessanti, come Ficus, soprannome di un anziano che lui, da ragazzino, e la sua combriccola importunavano abitualmente. Così l’autore ne scrive:
Poi andava al gabinetto, si sedeva sulla tazza e cominciava a parlare da solo…
Accanto all’esistenza di Mutalipassi, in questo libro c’è la Storia d’Italia con tutti i suoi cambiamenti, a partire dal boom economico, raccontata con una voce che sa di una melodia malinconica per un tempo perduto, per una società di ieri più autentica, con persone che erano dei personaggi, un tempo nel quale la società non era ancora social (e, su cui, soprattutto, non incombeva l'ingordo virus di oggi). Personaggi tra cui spicca il padre dell’autore, degno del girone infernale degli avari, padre che arriva anche a fingere un incidente in treno per chiedere un risarcimento alle Ferrovie dello Stato, quando invece era stato semplicemente picchiato dalla moglie.
Ma questo non è il solo episodio spassoso di un romanzo che non lascia indifferenti, capace di provocare in noi emozioni diverse; per quanto detto non posso fare a meno di caldeggiarne la lettura
Raffaele Mutalipassi nasce a Perdifumo in provincia di Salerno nel 1951. Subito dopo la sua famiglia si sposta a Salerno. Nel 1954 si ritrova a Valmontone (RM) da dove, nel 1962, si trasferisce a Roma. Qui trascorre un’adolescenza travagliata. Dopo aver abbandonato la scuola dell’obbligo, solo a diciotto anni consegue la licenza media. A venti si diploma geometra da privatista. A venticinque lavora come operaio in una filatura di Prato. Nel 1979 si laurea ingegnere.
Nel 1981 effettua la sua prima missione di lavoro in Somalia. Dopodiché accumula quasi quaranta anni di esperienza nella gestione, coordinazione e valutazione di programmi e progetti di cooperazione internazionale finanziati soprattutto dall’Unione Europea. Dal 2018 è pensionato residente in Bolivia, paese dove è nata la sua unica figlia.
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