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Andrea Macciò ha letto per noi "Un caso per l'ispettore Iannacci"
dell'autore Jim Ritz, edito Puntoacapo Editrice.
Autore: Jim Ritz
Casa editrice: Puntoacapo Editrice
Disponibile in formato cartaceo a € 12,00
A breve anche in ebook
TRAMA:
Tra sangue e poesia, tra Chandler e Rimbaud, questo romanzo di Rizzo è un pulp letterario imperdibile. Gustosamente complessa, ma anche agile e memorabile, è una lettura da spiaggia proletaria oda salotto borghese: insomma, un libro per tutti. (Andrea Donaera) Giocare con le citazioni, con i cliché, con gli ingredienti del genere, senza cadere nella caricatura non era cosa facile, così come non era facile non fare del detective una sorta di icona, per quanto antieroica, della resistenza a una contemporaneità scialba, vuota e tragicamente ripetitiva. Potete leggervi questo romanzo come un hard-boiled qualunque e divertirvi oppure ricordarvi che, poco al di sotto della superficie, c’è tutto un mondo, e in quel mondo, sudicio, grigio e nauseabondo, siamo invischiati senza saperlo.
(Dalla Postfazione di Emanuele Spano)
In una città non definita, che immaginiamo essere Roma, viene ritrovato da un addetto alla discarica un cadavere orrendamente mutilato. È quello di Beaters cantante bello e dannato della band 4LifePop.
Un delitto che sembra un’esecuzione. Sul caso indagano l’ispettore Jannacci e il collega SaintSimon. Il delitto della discarica è il primo di una lunga serie, le vittime sono i cantanti della band 4LifePop, uccisi con rituali complicati e meticolosi, che ricordano le dantesche pene del contrappasso.
L’assassino è un serial killer o una persona che cerca vendetta per qualcosa? Tra la riemersione di fantasmi del recente passato e l’ombra di una possibile storia di pedofilia, Jannacci cerca di dipanare l’intricata matassa.
Un lungo racconto giallo che gioca con gli stereotipi e i classici del genere in un turbinio di citazioni e riferimenti letterari e cinematografici. L’assassino che sembra colpire per punire le sue vittime dal peccato ricorda le cupe atmosfere del film Seven del 1997, l’ambientazione e la personalità del detective i classici dell’hard boiled americano, da Dashiell Hammett a Raymond Chandler ai luoghi oscuri di James Ellroy. La pipa con la quale Jannacci è rappresentato nella cover ricorda il Maigret di George Simenon, mentre la sua avversione per la tecnologia (usa un cercapersone al posto del cellulare) lo avvicina al Commissario Montalbano di Camilleri, che vediamo quasi sempre parlare da un vecchio telefono fisso.
Jannacci è stropicciato, come lo definisce Emanuele Spano nella postfazione, disincantato e propenso all’alcool come i detective della miglior tradizione hard boiled e con la sua avversione alla tecnologia rappresenta una specie di baluardo contro una modernità disumanizzante. E tuttavia, anche prescindendo da essa, riesce a risolvere celermente un caso intricato grazie al buon vecchio intuito da poliziotto d’altri tempi.
Un caso Pop per l’Ispettore Jannacci è caratterizzato da una scrittura concisa, ma densissima. Può essere letto a due livelli: come giallo fine a sé stesso, godendo dell’intreccio appassionante e del finale imprevedibile, o cercando di ricostruire la fine trama dei riferimenti cinematografici e letterari.
L’autore Jim Ritz, alias di Jonathan Rizzo, è nato a Fiesole nel 1981. Ha pubblicato diverse raccolte poetiche, tra le quali Eternamente errando (2017, La Signoria) e Ritratto del poeta che fù (Ensemble, 2018) Le scarpe del flaneur (2020). Regista e speaker dal 2020 della trasmissione “Al bar della poesia” in onda sulla web radio Garage Radio, collabora con la programmazione culturale di diversi caffè letterari in Toscana ed organizza reading poetici in Italia e Francia.
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