sabato 4 febbraio 2023

RECENSIONE "LA VITTORIA DEL CUORE" di Liliana Zecchinato

 

Buon sabato pomeriggio amici lettori!
Recensione: "La vittoria del cuore" dell'autrice Liliana Zecchinato, 
edito Pav Edizioni. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Liliana Zecchinato

Genere: Autobiografico

Casa editrice: Pav Edizioni

Disponibile in ebook a € 3,49
E in formato cartaceo a € 13,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Lara è un’adolescente che vive in provincia di Torino. Rimasta incinta, con l’appoggio di Giglio (la madre) e Stefano (il patrigno), decide di portare avanti la gravidanza, nonostante i problemi che una scelta simile comporterà per il suo futuro.
Tutto procede normalmente, fino a che nella loro vita entrano, sconvolgendo i loro equilibri, un’assistente sociale (Merigio) e un’educatrice (Costanzi) le quali, per motivi alla famiglia sconosciuti, cercano con ogni mezzo possibile di allontanare la ragazza, ancora gravida, dalla famiglia di origine.
La vicenda si addentra in quella parte corrotta del sistema, dove trovano conforto gli allontanamenti troppo facili e ingiusti dei minori di cui si sente tanto parlare, rivelando l’intreccio oscuro che si può celare dietro gli affidi e le comunità.
Attraverso Facebook e internet, Giglio (la mamma) riesce ad entrare in contatto con alcune associazioni e affini che le aprono gli occhi su questa grossa piaga sociale.
A questo punto decide di non soccombere e intraprende una lunga e dolorosa battaglia, aiutata dal compagno e da un’amica, fino ad impedire che le portino via la figlia e la nipotina, nata nel frattempo. 



Storia autobiografica che ha lo scopo di denuncia. Il racconto di una donna, Giglio Castellucci, di cinquanta anni, sulla scia dei ricordi: dalla nascita della figlia Lara, attraverso le sue relazioni, fino alla gravidanza della figlia adolescente e a tutto quello che ne consegue.
A quarantaquattro anni, la protagonista si ritrova a combattere la sfida più importante della sua vita, ovvero salvare la figlia - e la nipote - da un sistema che di altruistico ha ben poco. Si deve destreggiare tra false accuse e menzogne di varia portata, per vedere riconosciuti i propri diritti di genitore.
L’autrice descrive per filo e per segno come si svolti i fatti, tutti i passaggi di un periodo che l’ha vista accusata delle peggiori infamie. Negligenze mai avvenute e successivamente, grazie a delle prove materiali, rigettate.
Assistiamo all’intervento degli assistenti sociali che provano ad allontanare la figlia dalla madre, anche con mezzi non leciti... In primis, il tentativo di “lavaggio del cervello” della giovane affinché da sola prenda le distanze dalla sua famiglia. 

In fin dei conti a loro avevo chiesto solo aiuto per superare un momento critico, ma questo non le dava il diritto di ficcare il naso negli affari della nostra famiglia e tanto meno di insinuare in mia figlia dubbi di quella portata.

A seguire, il consiglio, o per meglio dire l’imposizione, di spostarla in una comunità. 
Per finire l’intervento del Tribunale dei minori.

Certo è che ci fecero passare l’inferno in terra.

Grazie all’informazione offerta dai mezzi tecnologici, la protagonista viene a conoscenza delle macchinazioni dietro a tutto questo: 

Una delle peggiori piaghe sociali, quella dei bambini “rapiti” ingiustamente dallo Stato. Per poi darli a famiglie affidatarie che percepiscono soldi per gli affidi...

L’autrice dedica un capitolo a persone che, come lei, si sono ritrovate a vivere un’esperienza simile, spesso però con esiti tragici. Persone, come la protagonista, che si sono rivolte agli assistenti sociali per problemi puramente economici che si ritrovano, grazie a delle relazioni completamente false, ad apparire come famiglie inadeguate.
Tra assistenti sociali dalla dubbia professionalità, giudici troppo di parte e una sanità accondiscendente, si susseguono le vicissitudini dei poveri malcapitati. Assorbiti da un sistema marcio organizzato e potente.
Una storia toccante che non lascia indifferenti e che invita a riflettere sulla precarietà della vita. Chiunque potrebbe ritrovarsi protagonista di una storia simile. D’altronde, se basta avere dei problemi economici per essere ritenuti inadeguati… siamo tutti a rischio.
Nonostante l’esperienza non propriamente positiva (a voler essere riduttivi) con gli assistenti sociali, che ha minato la sua fiducia nello Stato, l’autrice non fa di un’erba un fascio e dà merito a chi, invece, svolge seriamente il suo lavoro, senza tornaconti. La sua denuncia è rivolta a coloro che, nelle vesti di brave persone, approfittando del ruolo che ricoprono, sfruttano le debolezze per dare il colpo di grazia a chi sta affrontando un momento di difficoltà. Ha tenuto a segnalare il suo caso affinché altri non si ritrovino intrappolati, letteralmente messi al muro da quella parte di sistema corrotto.
Concludendo, premesso come scritto sopra che ho apprezzato il contenuto, nel mio ruolo di lettrice, però, avrei gradito un po’ più di cura nel testo in cui, ahimè, fanno bella mostra innumerevoli imperfezioni. Dettaglio a parte - che sia chiaro, non è irrilevante ai fini di un buon prodotto -, consapevole che la CE provvederà a rimuovere quanto prima i difetti, consiglio la lettura del libro.

PS: Trattandosi di un’opera autobiografica, avrei lasciato i veri nomi dei protagonisti, che tanto poi vengono inseriti nei ringraziamenti, di conseguenza la privacy viene comunque a decadere. Invece, per le assistenti sociali avrei usato l’iniziale del cognome. 


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