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Recensione: "L'incidente" dell'autrice Maria Cristina Buoso.
A cura di Dario Zizzo.
Autore: Maria Cristina Buoso
Serie: I noir Vol.27
Genere: Thriller
Disponibile in ebook a € 4,90
E in formato cartaceo a € 13,78
TRAMA:
Ispettore Capo Ginevra Lorenzi, dopo Vernissage, ha un nuovo caso di cui occuparsi che metterà a dura prova la sua pazienza e la sua capacità investigativa.
Cosa hanno in comune un femminicidio e un incidente stradale?
Cosa c’entra il paranormale con l’indagine?
Un thriller coinvolgente, dinamico e a volte divertente che vi appassionerà e che vi permetterà di conoscere un po’ di più Ginevra e i suoi amici.
"L'incidente" di Maria Cristina Buoso è un thriller particolare, ambientato a Treviso, che guarda anche al soprannaturale, con Alberto che in seguito a un incidente stradale resta vivo per miracolo, dopo essere rimasto sospeso tra la vita e la morte, nella terra della premorte, in cui è testimone di un femminicidio.
Questa esperienza drammatica finisce con l'isolare Alberto, col creare qualche incomprensione con la moglie Ida:
Lo disse sottovoce, ma lei lo sentì lo stesso, ferma, vicino alla porta con un piede nel corridoio e uno ancora dentro nella stanza, ancora dentro la vita di quell’uomo.
Ecco che il confine tra la stanza e il corridoio sembra diventare quello tra lo stare e l'andare, tra l'amore e la separazione.
In questo romanzo troviamo a indagare, sulla scomparsa di Alberto, anche l'Ispettore Capo Ginevra Lorenzi, dopo qualche titubanza dovuta alla vicenda assai singolare, Lorenzi che abbiamo trovato nella precedente opera, "Vernissage", come Eva, l'amica capace di vincere i suoi dubbi iniziali e il Commissario Allegri che sarà "costretto" a una convivenza non proprio desiderata con la madre.
Molto abilmente, con naturalezza, uno stile sobrio, direi, la scrittrice ci porta nella mente del killer, senza farcelo amare od odiare, senza giudicare, com'è giusto fare, e il liberare la vescica, non molto dopo l'omicidio, diventa quasi lo sbarazzarsi da ogni senso di colpa:
Guidava come in trance, ad un tratto sentì il bisogno di fermarsi, aveva bevuto troppo e la vescica gli scoppiava. Si fermò e mentre si liberava, avvertì la testa farsi più leggera. La leggerezza della vescica era pari a quella della sua mente. Pace, quiete.
Maria Cristina Buoso è convincente nella descrizione degli ambienti, dei personaggi dai più importanti alle comparse, si pensi per esempio al vecchio pettegolo seduto al tavolino con un bicchiere di vino, come quelli di deandreiana memoria in fondo, della canzone "La città vecchia" per essere precisi.
Ad arricchire la storia c'è pure una spruzzatina di umorismo nero che non guasta, la classica ciliegina sulla torta.
grazie per la bella recensione :)
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