martedì 20 novembre 2018

"MALEDETTO CANTANTE" di Stefano Tesi



Buongiorno follower!
Stefano Tesi ci parla di "Maledetto cantante", il suo romanzo di recente pubblicazione. 








Autore: Stefano Tesi
Genere: Sentimentale

Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 14,99

Pagina autore:  Stefano Tesi Scrittore






TRAMA:

Enzo è un uomo di successo: per tutta la vita ha seguito le regole in modo preciso, ottenendo un lavoro sicuro, una moglie affezionata e due figlie deliziose. Ma si sa, la vita perfetta non esiste. Un giorno, complici i gusti musicali della moglie e delle figlie, gusti musicali eclettici che Enzo non approva, la sua vita perfetta verrà spazzata via. In che modo quel maledetto cantante cambierà per sempre la vita della sua famiglia perfetta? Come farà Enzo a superare il tragico evento? Si rifugerà nelle sue amate regole o inizierà un lungo percorso di consapevolezza? Un romanzo commovente, sulle seconde possibilità e sul cambiamento, motore necessario per la raggiungere la vera felicità.




BIOGRAFIA:

Stefano Tesi è nato a Firenze nel 1978. È laureato in Economia Aziendale presso l’Università degli studi di Firenze. Pur avendo intrapreso studi non letterari, si è innamorato della lettura, instaurando un amore viscerale per un qualcosa che ha avuto sempre dentro ma mai aveva esternato. Ma la lettura è stato soltanto il tramite per quello che era il suo indirizzo finale: la scrittura. Il protagonista dei suoi libri è l’amore nelle sue infinite sfumature. Vive ad Agliana insieme a sua moglie Lisa e a suo figlio Francesco. Dello stesso autore, Amore Incondizionato Dal Sangue.
  





DICE L’AUTORE:

In realtà, questo romanzo non sarebbe dovuto essere il mio secondo, dato che dopo “Amore Incondizionato Dal Sangue”, stavo scrivendo un altro libro. Arrivato a un terzo della storia, ho avuto una folgorazione che mi ha illuminato la mente, sfornando una storia che mi ha fatto abbandonare il precedente romanzo. Così è nato “Maledetto cantante”. Fonte di ispirazione di questo romanzo è stato Omar Lambertini, un artista fantastico, un amico a cui ho voluto rendere omaggio, inserendo un personaggio con un nome simile, che svolge la medesima professione, cioè quella di cantante.  Naturalmente, tutti i fatti relativi alla storia sono frutto della mia fantasia. Appena ho avuto l’idea, l’ho esposta immediatamente a Omar, che felicissimo ha avallato la storia che avrei dovuto scrivere. 






BREVE ESTRATTO:

Rimanemmo così soli io e mia moglie in attesa di uscire entrambi, pur in direzioni diverse.
Mia moglie era inquieta e mi girava intorno senza parlare.
«Dimmi Laura...Ti conosco troppo bene. So che mi vuoi chiedere qualcosa» proferii, alzandomi dalla sedia di legno.
Mi guardò, sgranò gli occhi, poi dopo aver abbassato lo sguardo, aprì la bocca senza emettere alcuna parola. Dopo aver indietreggiato e appoggiato l'asciughino sul mobile della cucina, si avvicinò. 
«Enzo, so che ogni decisione che prendi è per il bene delle ragazze. So come la pensi a riguardo e non ho mai voluto interferire in nessun modo. Ma non credi che Eva abbia già espiato la sua colpa? Non merita un po' di sconto? Almeno per stasera, in maniera da farla assistere al concerto» mi chiese, speranzosa su un mio cambio di rotta.
«Laura, sei sempre la solita tollerante. Non possiamo far passare tutto come fosse una cosa normale. In tal caso, Eva non capirebbe gli errori commessi» ribadii, indossando la giacca del completo che per paura di macchiare, ancora non avevo messo. 
«Allora interrompi soltanto per stasera la punizione! Poi, da domani continuerà con la pena. Lo sai da quanto tempo aspetta questo evento? È il suo idolo. È da tanto che lo vuole vedere dal vivo» mi esortò quasi implorandomi.
«A parte che non capisco tutta questa eccitazione per quel cantante, ma questo è soltanto un mio gusto personale. Se interrompessi la punizione, gliela darei vinta, giustificando il fatto che si sia fatta il tatuaggio senza il nostro permesso. Non credi?» le spiegai mentre controllavo il contenuto della mia ventiquattrore.
«Tutti noi abbiamo fatto qualche sciocchezza da ragazzi, penso e spero che l'abbia fatta anche tu» disse in maniera provocatoria.
«In realtà, non ho mai fatto qualcosa senza pensare bene alle conseguenze» precisai.
«Già, dimenticavo che tu sei nato vecchio. Non sei mai stato giovane» mi sbeffeggiò.
«Forse è vero, ma non doveva prendersi gioco di noi» risposi indispettito e pronto ad uscire.
Lei scosse la testa, poi si girò verso me e mi comunicò un segreto che aveva custodito per più di una settimana.
«In realtà sapevo del tatuaggio.»
In quell'istante, mi fermai e concentrai tutta la mia attenzione su quella dichiarazione. La borsa mi cadde a terra. 
«Cosa? Come lo sapevi?» risposi esterrefatto. 
«Eva mi aveva comunicato l'intenzione di farsi il tatuaggio in onore del suo idolo, facendosi scrivere il titolo della sua canzone sul braccio» mi disse, tornando a guardarmi.
«E tu non l'hai fermata? E per di più non mi hai detto niente, nascondendomi la verità per tutto questo tempo?» le riferii, guardandola con sdegno. Poi mi abbassai per raccogliere la mia ventiquattrore.
«Le ho spiegato cosa avrebbe comportato farsi un tatuaggio. Le ho ricordato quali erano i tuoi principi e le ho consigliato di abbandonare l'idea. Lei mi ha risposto che si vive una volta sola e che non trova niente di male in un tatuaggio. Mi ha detto che se volevo potevo comunicartelo, ma non l'ho fatto, ritenendo di tradirla, nel caso te l'avessi riferito» mi spiegò, cercando di farmi ragionare, ma alle menzogne non transigevo. 
«Mi hai delusa. Da te non me lo aspettavo.»
«Ma cosa avrei dovuto fare? Se lo vietavo, lo avrebbe potuto fare lo stesso anche senza il nostro consenso da qualche macellaio. Almeno, in questo modo, ho controllato il posto in cui lo ha fatto, le licenze del negozio di tatoo e le persone che ci lavorano. Ho chiesto informazioni riguardo le norme igieniche, che mi hanno rassicurato.»
«A questo punto lo potevi fare pure tu, così al concerto lo avresti potuto sfoggiare.»
«Non sono il tipo da tatuaggi. Ma se mi fosse andata, stai sicuro che non avrei aspettato il tuo permesso. Lo avrei fatto e basta. Adesso scusami ma devo andare, altrimenti faccio tardi all'appuntamento con il ginecologo. Ci vediamo stasera dopo il concerto. Tornerò tardi. Ciao tesoro. Mi spiace averti nascosto la cosa, non era mia intenzione ferirti. A stasera» mi salutò, cercando di avvicinarsi e di baciarmi.
Io non alzai neanche la testa e non risposi al saluto. Lei si fermò un attimo sull’uscio, fece un lieve movimento con la testa, poi ripensandoci, uscì chiudendo la porta e se ne andò.
Non era mia abitudine negare il saluto, anzi era un cattivo costume che disprezzavo, ma ero troppo deluso dall’atteggiamento di mia moglie. In quel momento non potevo sapere quanto quella scelta avrebbe pesato nel mio futuro e quanto avrei voluto tornare indietro e comportarmi in maniera diversa. Purtroppo il destino a volte non concede un'altra possibilità.






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