venerdì 21 giugno 2019

DOPPIA RECENSIONE "IL KAMIKAZE DI CELLOPHANE" di Ferdinando Salamino



Doppia recensione per "Il kamikaze di cellophane" dell'autore Ferdinando Salamino, edito Prospero Editore. A cura di Valentina Piazza e Sergio Bertoni.






Autore: Ferdinando Salamino

Genere: Thriller noir

Casa editrice: Prospero Editore

Disponibile in formato cartaceo a € 13,60 




TRAMA:

Un noir psicologico che accompagna il lettore al confine tra bene e male, vendetta e perdono, allucinazione e realtà. Cosa può trasformare un ragazzino mite e amante dei libri in un assassino implacabile? Cresciuto all'ombra di un padre violento, umiliato dai compagni di scuola e rinchiuso per quasi tre anni in un ospedale psichiatrico, Michele Sabella è sopravvissuto aggrappandosi all'amore per Elena, una paziente anoressica conosciuta in istituto. Quando Elena tenta il suicidio, Michele decide di dare la caccia al carnefice silenzioso che la sta trascinando oltre i confini della follia. Per farlo, dovrà liberare i propri "demoni di cellophane" e abbandonarsi alla violenza dalla quale era sempre fuggito. Se nessuno può essere assolto, ha davvero senso condannare? 




Le pagine di Ferdinando ti catturano, trasportandoti nella testa affascinante e complicata di Michele. All’inizio è poco più che un bambino, di cui noi lettori seguiamo la vita, tra banchi di scuola e mura domestiche. Nulla è buono nella sua esistenza: gli affetti non sono genuini, ma malati, la violenza è in ogni dove: nei pugni di suo padre e in quelli dei compagni di scuola, ma Michele non è un ragazzo come tutti gli altri e impara a difendersi, solo che non lo fa in modo “normale”; lui si isola sotto strati e strati di cellophane, si anestetizza alla vita e, in questo modo, sopravvive. Fino a quando non viene ricoverato.
L’incontro con Elena, l’amore della sua vita, mi ha fatto subito risuonare mille campanelli d’allarme: due vite così complesse e problematiche cosa possono generare, amandosi? Dolore, altre ferite che si sommeranno a quelle già esistenti. Eppure a volte amarsi è inevitabile. Ho adorato il tema dell’ambivalenza, presentato dall’autore nel suo libro, e credo rappresenti al meglio anche l’amore tra questi due sfortunati, ma coraggiosi, ragazzi (odio e amore, dolore e sollievo, abisso e felicità, sono spesso due facce della stessa medaglia.)

Ambivalenza, un virus che si trasmette solo tra esseri umani e può essere letale.

Elena è bellissima, ma anche anoressica e, riassume in sé, la fame negata, tutta quella sua estrema bellezza, rifiutata. È un personaggio che affascina ogni persona che incontra, fino a inglobarla. Così sottile eppure così potente.
Attorno ai due protagonisti ruotano altri personaggi: lo psichiatra arguto, il vecchio pugile dal viso segnato, Ypsilon… Tutti ti trascinano nel loro mondo, mostrandoti i lati più oscuri dell’anima umana. Leggendo Ferdinando si arriva a capire quanto l’ombra si nasconda ovunque, anche in ognuno di noi, forse.
Lo stile ironico è ciò che contraddistingue il romanzo, perché, sì, Michele sarà anche pazzo, ma è un vero spasso! Arguto e intelligente, nella sua testa tutto viaggia alla velocità della luce, e le sue risposte non sono mai scontate; sarà un narratore premuroso, che vi prenderà per mano e vi mostrerà quanto di più nero potreste mai immaginare.
Resta uno dei libri più belli che ho letto quest’anno. Complimenti.

Il fatto è che siamo capaci di ambivalenza. Siamo gli unici, sapete? Una tigre non è ambivalente. Se ha paura fugge, se ha fame va a caccia e se tocchi il suo cucciolo ti fa a brandelli con le zanne. Tutte le creature che abitano questa Terra sanno ciò che desiderano, eccetto noi.




Questo romanzo è l’opera prima di un milanese cinquantenne, psicoterapeuta e docente di psicologia presso l’Università di Northampton. Come ha scritto la giornalista Rai Valeria Coiante: “Sfido chiunque a leggere le due pagine del prologo e non rimanere impigliato nella trama di questo romanzo”.
Da parte mia devo dire che è difficile immaginare che questo non sia che il primo libro scritto da quest’autore. La sua prosa è corretta, espertissima e molto evoluta, ricca di metafore e di profondi significati di introspezione psicologica, che incollano il lettore alle pagine di questo libro, trasportandolo nei mondi oscuri che popolano la mente di personaggi malati e psicopatici. Ci si addentra in un thriller noir dove nulla è come sembra; ci si affeziona praticamente a ognuno dei personaggi, da quello principale, le cui azioni ci sconvolgono e ci fanno rabbrividire, a quelli apparentemente secondari che tuttavia ci vengono magistralmente rappresentati, con sottile dovizia di particolari, fino a farci partecipare alle loro più profonde e segrete pulsioni. La chiave del romanzo, oltre alla lucida follia del protagonista, consiste nel suo disperato e immenso amore verso una ragazza anoressica, la cui mente, fragile e sconvolta, nasconde un tragico mistero che potrebbe portarla all'annullamento di se stessa. Come ho già detto, nulla è come sembra, e nei personaggi che sembrano sprofondare nei più miserabili e infami recessi dell’umanità, si celano, prima di venire alla luce, sfolgoranti e inattesi gesti di comprensione e di umana pietà. È del tutto inutile che il lettore, anche il più smaliziato ed esperto in questo genere di racconti, si illuda di intuire quale potrebbe essere il finale di questo libro. La soluzione giungerà inattesa, incredibile e del tutto sconvolgente come l'esplosione di una bomba. 



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