Doppia recensione per "Il kamikaze di cellophane" dell'autore Ferdinando Salamino, edito Prospero Editore. A cura di Valentina Piazza e Sergio Bertoni.
Titolo: Il kamikaze di cellophane
Autore: Ferdinando Salamino
Genere: Thriller noir
Casa editrice: Prospero Editore
Disponibile in formato cartaceo a € 13,60
TRAMA:
Un noir psicologico che accompagna il lettore al confine tra bene e male, vendetta e perdono, allucinazione e realtà. Cosa può trasformare un ragazzino mite e amante dei libri in un assassino implacabile? Cresciuto all'ombra di un padre violento, umiliato dai compagni di scuola e rinchiuso per quasi tre anni in un ospedale psichiatrico, Michele Sabella è sopravvissuto aggrappandosi all'amore per Elena, una paziente anoressica conosciuta in istituto. Quando Elena tenta il suicidio, Michele decide di dare la caccia al carnefice silenzioso che la sta trascinando oltre i confini della follia. Per farlo, dovrà liberare i propri "demoni di cellophane" e abbandonarsi alla violenza dalla quale era sempre fuggito. Se nessuno può essere assolto, ha davvero senso condannare?
Le pagine di Ferdinando ti catturano, trasportandoti nella
testa affascinante e complicata di Michele. All’inizio è poco più che un bambino,
di cui noi lettori seguiamo la vita, tra banchi di scuola e mura domestiche.
Nulla è buono nella sua esistenza: gli affetti non sono genuini, ma malati, la
violenza è in ogni dove: nei pugni di suo padre e in quelli dei compagni di
scuola, ma Michele non è un ragazzo come tutti gli altri e impara a difendersi,
solo che non lo fa in modo “normale”; lui si isola sotto strati e strati di
cellophane, si anestetizza alla vita e, in questo modo, sopravvive. Fino a
quando non viene ricoverato.
L’incontro con Elena, l’amore della sua vita, mi ha fatto
subito risuonare mille campanelli d’allarme: due vite così complesse e
problematiche cosa possono generare, amandosi? Dolore, altre ferite che si
sommeranno a quelle già esistenti. Eppure a volte amarsi è inevitabile. Ho
adorato il tema dell’ambivalenza, presentato dall’autore nel suo libro, e credo
rappresenti al meglio anche l’amore tra questi due sfortunati, ma coraggiosi,
ragazzi (odio e amore, dolore e sollievo, abisso e felicità, sono spesso due
facce della stessa medaglia.)
Ambivalenza, un virus
che si trasmette solo tra esseri umani e può essere letale.
Elena è bellissima, ma anche anoressica e, riassume in sé,
la fame negata, tutta quella sua estrema bellezza, rifiutata. È un personaggio
che affascina ogni persona che incontra, fino a inglobarla. Così sottile eppure
così potente.
Attorno ai due protagonisti ruotano altri personaggi: lo
psichiatra arguto, il vecchio pugile dal viso segnato, Ypsilon… Tutti ti
trascinano nel loro mondo, mostrandoti i lati più oscuri dell’anima umana.
Leggendo Ferdinando si arriva a capire quanto l’ombra si nasconda ovunque,
anche in ognuno di noi, forse.
Lo stile ironico è ciò che contraddistingue il romanzo,
perché, sì, Michele sarà anche pazzo, ma è un vero spasso! Arguto e intelligente,
nella sua testa tutto viaggia alla velocità della luce, e le sue risposte non
sono mai scontate; sarà un narratore premuroso, che vi prenderà per mano e vi
mostrerà quanto di più nero potreste mai immaginare.
Resta uno dei libri più belli che ho letto quest’anno.
Complimenti.
Il fatto è che siamo
capaci di ambivalenza. Siamo gli unici, sapete? Una tigre non è ambivalente. Se
ha paura fugge, se ha fame va a caccia e se tocchi il suo cucciolo ti fa a
brandelli con le zanne. Tutte le creature che abitano questa Terra sanno ciò
che desiderano, eccetto noi.
Questo romanzo è l’opera
prima di un milanese cinquantenne, psicoterapeuta e docente di psicologia
presso l’Università di Northampton. Come ha scritto la giornalista Rai Valeria
Coiante: “Sfido chiunque a leggere le
due pagine del prologo e non rimanere impigliato nella trama di questo romanzo”.
Da parte mia devo dire che è
difficile immaginare che questo non sia che il primo libro scritto da
quest’autore. La sua prosa è corretta, espertissima e molto evoluta, ricca di
metafore e di profondi significati di introspezione psicologica, che incollano
il lettore alle pagine di questo libro, trasportandolo nei mondi oscuri che
popolano la mente di personaggi malati e psicopatici. Ci si addentra in un
thriller noir dove nulla è come sembra; ci si affeziona praticamente a ognuno
dei personaggi, da quello principale, le cui azioni ci sconvolgono e ci fanno
rabbrividire, a quelli apparentemente secondari che tuttavia ci vengono
magistralmente rappresentati, con sottile dovizia di particolari, fino a farci
partecipare alle loro più profonde e segrete pulsioni. La chiave del romanzo,
oltre alla lucida follia del protagonista, consiste nel suo disperato e immenso
amore verso una ragazza anoressica, la cui mente, fragile e sconvolta, nasconde
un tragico mistero che potrebbe portarla all'annullamento di se stessa. Come ho
già detto, nulla è come sembra, e nei personaggi che sembrano sprofondare nei
più miserabili e infami recessi dell’umanità, si celano, prima di venire alla
luce, sfolgoranti e inattesi gesti di comprensione e di umana pietà. È del
tutto inutile che il lettore, anche il più smaliziato ed esperto in questo
genere di racconti, si illuda di intuire quale potrebbe essere il finale di
questo libro. La soluzione giungerà inattesa, incredibile e del tutto sconvolgente
come l'esplosione di una bomba.
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