venerdì 11 giugno 2021

RECENSIONE "AMABILE" di Sara Casiraghi

 

Recensione: "Amabile" dell'autrice Sara Casiraghi. 
A cura di S.I.




TitoloAmabile

Autore: Sara Casiraghi

Genere: Narrativa

Disponibile in ebook a € 3,99
E in formato cartaceo a € 13,00

Contatto autoreInstagram 



TRAMA:

Una mattina ti svegli e senti che qualcosa dentro di te sta cambiando: senza sapere perché, senza sapere come... ti fermi e inizi ad ascoltarti davvero. Allora le maschere cadono e il passato riaffiora; il presente magicamente si ridisegna, riempendosi di nuovi colori e tu riesci finalmente a cogliere, intimamente, sfumature che pensavi di dover nascondere e che invece, ora, sai far brillare. Gemma, giornalista monzese, è la protagonista di questa riscrittura di sé: un'imprevista quanto meravigliosa storia di crescita interiore per ritrovarsi grazie al Kintsugi, all'amore e alla lotta, quella vera, contro la più profonda ingiustizia che una donna possa subire. Perché non esiste vergogna delle proprie ferite, "bisogna solo imparare a valorizzarle [...], a trasformarle nella nostra forza", nella nostra vera bellezza. 

Amabile è la storia di Gemma, giornalista che presta servizio a Monza non troppo bene da qualche tempo: infatti ha perso il compagno a seguito del tradimento di lui con la di lei migliore amica.
Nel corso di un’intervista allo chef stellato Hagimoto, si accosta alla filosofia del Kintsugi. Il cuoco le mostra un segno sul tavolo e afferma che nella sua cultura un oggetto non è considerato meno bello perché portatore d’una cicatrice, anzi da essa è impreziosito e può acquistare un notevole valore.
È un concetto affascinante, in effetti ho scelto di leggere il libro perché ci è stato presentato come un approfondimento di questa filosofia, oltre che di argomenti come il lutto e la sua accettazione, la dipendenza affettiva dall’amore e la violenza psicologica e fisica.
Forse mi ero creata troppe aspettative per via di questo sunto, fatto sta che poi mi sono resa conto che per le prime duecento pagine e oltre, al di fuori dell’episodio dello chef, di filosofia non si parla affatto e nemmeno di violenza e delle sue cause. Certo, subire un tradimento è doloroso ma è un’altra faccenda.
Gemma ha capito che ha bisogno d’una pausa dal lavoro e fa ritorno a Boccheggiano, nella Maremma, ove è nata e cresciuta. 
Per mio gusto personale la descrizione minuziosa di luoghi e incontri con persone del passato, che sono belli comunque, ha rallentato ancora di più una lettura che già di per sé non scorre. Lo stile della scrittrice, di sicuro di grandi potenzialità, in questa opera prima è parecchio ripetitivo, specie nei primi capitoli, e caratterizzato da periodi tortuosi:

Una risata, che tentai a stento di tapparmi letteralmente in bocca, mi uscì inevitabile.

L’emozione viva, pulsante di un ricordo che cresce insieme alle sue sempre meno sbiadite immagini… Mi diressi nella penombra, senza guardare altro, dritta alle finestre e le aprii velocemente e di getto, illuminando di un chiaro quasi accecante.

Penso che queste frasi possano rendere la mia idea.
Una bella parte della storia è il ritrovarsi di Gemma e Duccio e il racconto della nascita del loro amore:

«Già... I tempi di Dawson’s creek al giovedì sera in mansarda sul divano blu di nonna!».

Ho sorriso, mi è passata una gran tenerezza, quella serie televisiva manca anche a me.
La loro storia nasce nel Podere di stelle, il terreno di Duccio, da dove osservano gli astri di notte ed è tutto molto romantico. Anche se Gemma con le sue continue riflessioni rischia di rovinare anche questo nuovo rapporto:

Un dolore che, ormai l’avevo chiaro, quando percepivo in chi amavo, nelle sue più disparate forme e ragioni, beh...mi paralizzava e, così, anche questa volta, rimasi in silenzio, ad ascoltarlo.
Parole che non sapevo nemmeno di dire, che lasciai uscire così come uno sfogo che liberò un po’ meno, ma sfregiò lui.

Non tutto mi è chiaro però questo lato del libro mi emoziona.
Verso la fine, la storia di Claudia e di Bea riporta brio al romanzo. Claudia è una malata terminale che, prossima alla morte, domanda alla giornalista di scrivere la sua vita in modo che Bea, sua figlia, possa un giorno leggerla. È un compito più faticoso di quello che sembra: Claudia ha vissuto un matrimonio violento, l’esperienza della prostituzione e l’ex marito è tutt’altro che uscito dalla vita della figlia.
Tutto sommato è una bella idea ma per come è stata sviluppata ho incontrato difficoltà a finirlo.


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