domenica 14 agosto 2022

DOPPIA RECENSIONE "SWEETHEART" di Stefy Sciama

 

Buongiorno follower, buona domenica!
Doppia recensione per "Sweetheart" dell'autrice Stefy Sciama. 
A cura di Twiga Nakupenda e Daniela Colaiacomo.



TitoloSweetheart

Autore: Stefy Sciama

Genere: Music Romance, Art Romance

Disponibile in ebook a € 0,99

E in formato cartaceo a € 8,30

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TRAMA:

Lucifer Johnson è bello da togliere il fiato ed è uno dei migliori talenti del panorama rock mondiale.
Spregiudicato, poco incline alle conversazioni, cambia ragazze a velocità supersonica. Una delle sue regole di ferro prevede che non possa frequentare la stessa donna per più di tre sere. Concede poche interviste e il suo passato è avvolto nel mistero.
Annabelle Gauthier è una deliziosa ragazza parigina, ha ventiquattro anni e lavora come stagista presso un’importante testata della capitale francese. Adora l’arte, in particolar modo Salvador Dalì, e sogna di poter coniugare questa passione alla professione. È solare e positiva, nonostante la sua infanzia sia stata segnata da una terribile tragedia. 
Lucifer e Annabelle non potrebbero essere più diversi: lui non crede nell’amore e ha innalzato un muro per difendersi; lei è sprovveduta, le poche esperienze che ha avuto non l’hanno appagata e preferisce le soddisfazioni lavorative a quelle sentimentali. 
Il destino li fa incontrare e tra i due scatta un’intesa, una fiamma che non riescono a spegnere: Annabelle è luce, è diversa da ogni ragazza frequentata fino a quel momento e ha un’ingenuità che cattura il cinico cuore della rockstar. Lucifer non è solo oscurità, non è solo il bad boy inarrivabile bramato dalle donne; dietro la sua apparente freddezza nasconde una sensibilità che fa breccia nel cuore della giovane. 
Sei giorni. Sei giorni è il tempo che il destino concede ai due ragazzi per scoprirsi: la fiamma, ora dopo ora, si trasforma in un sentimento intenso e sconosciuto, finché…
E se l’oscurità di Lucifer prendesse il sopravvento e togliesse luce ad Annabelle? 
E se le ombre del passato, anziché allontanare, potessero ricucire due cuori strappati? 
E se la chiave di tutto fosse racchiusa in una canzone?



Ho dovuto far passare una settimana di tempo dalla fine della lettura dell’ultima creatura di Stefy Sciama. Se avessi recensito Sweetheart appena finito, avrei fatto prevalere troppo il fattore emotivo.
La storia è narrata in prima persona con pov alternato fra i due protagonisti: Lucifer e Annabelle. Lui bello e dannato, rockstar di fama mondiale; lei giovane aspirante giornalista alle dipendenze di una rivista specializzata in musica che si ritrova per un caso fortuito a intervistare l’intrigante e bellissimo Lucifer.
L’inizio mi ha riportato con la mente a certe scene di un best seller “sfumato di grigio” di qualche anno fa, ma dopo poche pagine tutto cambia e il filo narrante seguirà altre strade ben più accattivanti.
L’ambientazione a Barcellona e Parigi dona al romanzo un fascino particolare, in alcuni passaggi la sensazione è quella di esserci, di sentire il brusio delle persone passeggiare e gli odori portati dal mare in una Barceloneta che fa da sfondo romantico alla storia fra Lucifer e Annabelle.
Lucifer e Annabelle, due poli opposti, il diavolo e l’acqua santa, il male e il bene, il negativo e il positivo.
Il colpo di fulmine della vita con violini e fuochi d’artificio è sicuramente il protagonista principale con tutte le accezioni del caso. I principi di una vita, le regole ferree di Lucifer si sgretoleranno a causa di un battito di ciglia. La sua parte più intima e vulnerabile tornerà in superficie e suo malgrado dovrà rivedere il suo stile di vita. Annabelle viene travolta dall’amore con tutti i sensi e in tutti i sensi. Il dolore del suo passato si allontanerà per poi ripresentarsi nel momento di criticità maggiore.
L’amore per la musica di lui, l’amore per l’arte di lei, la voglia di amarsi e darsi completamente l’uno all’altra accendono l’animo del lettore che si troverà a passare dall’eros al drammatico continuamente ma con un’alternanza sapientemente costruita dall’autrice.
Il punto di forza di Sweetheart lo vedo proprio in questo: il ritmo incalzante e l’alternarsi di situazioni diverse in un crescendo emotivo. I flashback presenti sono assolutamente indispensabili e parte preponderante della narrazione.
Stefy Sciama si misura con un genere per lei nuovo affrontandolo con studio e competenza riguardo alle informazioni sui brani musicali, la musica in genere e la vita di Dalì, il Maestro.
La scrittura è molto curata e per un certo senso “volutamente più matura” rispetto ai romanzi precedenti (i tre antidoti con i quali non è possibile fare un paragone data la diversità del genere). Volendo si può accostare Sweetheart con Due cuori al quadrato.
I personaggi sono descritti così bene nei loro caratteri e nei loro rapporti da poterli visualizzare senza difficoltà, le scene di sesso sono adeguate al contesto sia per la scelta dei termini, sia per le modalità.
Sicuramente Stefy Sciama scrivendo questo bel libro ha fatto molto di più di una semplice narrazione di una storia d’amore fra il bello e maledetto adulato in tutto il mondo e la giovane e timida che si sta affacciando alla vita. Stefy Sciama ha trattato il tema della morte, della perdita, della malattia in modo delicato e allo stesso tempo potente. È un libro da leggere in un soffio ma che rimane dentro. Consigliato a tutti senza distinzioni.
Vorrei ricordare due frasi emblematiche di un testo citato:

Piangi tutte le tue lacrime, tesoro, piangere fa bene. Lo senti il mio cuore? Dimmi se si ferma. 



Come si fa a descrivere l'amore, quello che nasce istantaneamente tra due persone, distanti per carattere, modo di vivere e obiettivi di vita ma così sorprendentemente affini, vicini nel dolore e nell'intimità? 
Stefy Sciama ci riesce brillantemente e dà vita a una storia "magica". 
Annabelle Gauthier, ventiquattrenne stagista presso Paris Art, la rivista culturale più importante di tutta la Francia, sogna un giorno di scrivere articoli di storia dell'arte, soprattutto di pittura, ma al momento è l'assistente di Pierre Dubois - noto personaggio del settore artistico -, ruolo che ricopre con gioia e gratitudine. 
A Barcellona, dove è in programma l'intervista a Lucifer Johnson, inaspettatamente Pierre le affida l'importante incarico lasciandola sola ad affrontare il genio assoluto della musica rock internazionale, giovanissimo, bellissimo, adorato da tutto il genere femminile.
Goffa e impacciata, pressata dall'urgenza e dall'onere a cui è sottoposta, vittima di un incidente con un giovane e inesperto cameriere, Annabelle si presenta in modo decisamente insolito alla famosa rockstar mondiale. 

Definirlo bellissimo è riduttivo. Ha due occhi che sono una meraviglia, tanto chiari da sembrare davvero di ghiaccio, quasi trasparenti. Sono piccoli, a fessura, proprio come piacciono a me. Non mi sta guardando, mi sta scrutando e il suo sguardo saltella pericolosamente dal mio viso al mio décolleté... un décolleté macchiato di caffè! Che figura del cavolo!

Lucifer è un giovane di ventotto anni all'apice della carriera di cantante, ma anche un apprezzato polistrumentista; attorniato da donne bellissime e disponibili, gode di incontri sessuali occasionali che, come regola, non durano mai più di tre giorni e non contemplano la permanenza notturna della donna del momento.
Belle stranamente attira la sua attenzione.

Miss Gauthier mi intriga molto. Non è la solita attrazione sessuale. Non è Ingrid, per intendersi. Ma neanche Amber, Janira o Giselle. Loro sì che sono bombe sexy. Miss Gauthier non è niente di tutto ciò, però ha un qualcosa nell’espressione del viso e in come si muove che mi affascina.
Cazzo. Intriga. Affascina. Non è da me usare queste parole.

Una festa di beneficenza sulla spiaggia, un nuovo incontro tra Belle - triste e allo stesso tempo euforica, con la testa del tutto incasinata, decisa ad anestetizzarsi con l'alcol -, e Lucifer - compagno di bevuta -, ha una svolta inaspettata: morbosamente geloso della sua vita privata, la giovane star musicale prende una decisione che stravolge la sua vita.
Tra le più belle località dei dintorni di Barcellona e i luoghi significativi della vita di Gaudì - l'adorato pittore di Annabelle e Lucifer -, i due giovani imparano a conoscersi e, mostrando rispetto e delicatezza reciproca, affrontano i loro demoni.
Descrivere le emozioni che Stefy mi ha fatto provare con Lucifer e Annabelle è difficile. Ho condiviso le sensazioni dei suoi due protagonisti - abilmente descritte in prima persona tramite il loro punto di vista alternato -, facendole mie, e ho sofferto con loro nei momenti in cui prevalgono i ricordi del passato, dolorosamente riportato al presente da sporadiche e incisive trasposizioni di scene toccanti.
Stefy è brava, si cimenta con maestria in un genere nuovo e, dimostrando un'indubbia conoscenza sia artistica - musicale e pittorica - che delle due bellissime città quali sono Barcellona e Parigi, dà vita a una storia toccante, dove tenerezza e sintonia vengono affiancate da trasporto e passione per l'arte, nelle sue varie forme, e tra gli stessi protagonisti. Ma c'è molto altro perché, oltre all'amore e alla sessualità, ci sono la famiglia e le amicizie: Lucifer può contare su Rosa e Seba, il suo miglior amico di sempre; Annabelle ha la zia Sophie, Chantal, sua sorella, e la vulcanica Juliette - Juju -, fedele amica di una vita. 
Seppure diverso rispetto alle precedenti pubblicazioni, ad alleggerire i toni a volte drammatici del libro, la consueta ironia di Stefy a tratti emerge prepotentemente suscitando ilarità: le "diaboliche sfere!" e una "vincita" molto particolare ne sono un esempio 😂.
Altra considerazione va alle citazioni che fanno da intestazione ad ogni capitolo tra le quali quella che più mi ha colpito è una frase di Claude Monet:

Altri pittori dipingono un ponte, una casa, una barca... io voglio dipingere l’aria che circonda il ponte, la casa, la barca, la bellezza della luce in cui esistono.

Concludendo con le parole di Annabelle:

Vorrei fermare questo momento, piegarlo in un’elegante carta da regalo, mettergli un grosso fiocco rosso e riporlo nello scomparto più intimo del mio cuore, in modo da poterlo aprire al bisogno, se mai la luce dovesse andarsene.


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