Buongiorno follower!
Giorgia Spurio ha letto "Cose che non si raccontano" dell'autrice
Antonella Lattanzi, edito Einaudi Editore.
Autore: Antonella Lattanzi
Genere: Narrativa
Casa editrice: Einaudi Editore
Disponibile in ebook a € 9,99
E in formato cartaceo a € 18,05
TRAMA:
Non è mai il momento giusto per fare un figlio. Prima vogliamo vivere, viaggiare, lavorare. Antonella vuole diventare una scrittrice: la sua è un'ambizione assoluta, senza scampo. Per questo a vent'anni, per due volte, interrompe volontariamente la gravidanza. Quando anni dopo si sente invece pronta, con un compagno a fianco, è il suo fisico a non esserlo. E cosí inizia l'iter brutale dell'ostinazione, dell'ossessione, della medicalizzazione. Certi supplizi, le aspirazioni inconfessate, la felicità effimera e spavalda, la sofferenza e la collera. Si direbbe una storia già scritta, ma qui non c'è nulla di consueto: è come raccontare da dentro una valanga, con la capacità incredibile, rotolando, di guardarsi e non crederci, e sfidarsi, condannarsi, sorridersi per farsi coraggio. In un crescendo di indicibile potenza narrativa, Antonella Lattanzi descrive (sulla sua pelle) la forza inesorabile di un desiderio che non si ferma davanti a niente, ma anche i sensi di colpa, l'insensibilità di alcuni medici, l'amicizia che sa sostenere i silenzi e le confidenze piú atroci, il rapporto di coppia sempre sul punto di andare in frantumi, la rabbia ferocissima verso il mondo (e le donne incinte). Tenendo il lettore stretto accanto a sé, incollato alla pagina, con un uso magistrale del montaggio, capace di creare una suspense da thriller. La cosa strabiliante è che pur raccontando una storia eccezionale, e cruda, questo romanzo riesce in realtà a parlare in modo vero, e profondamente attuale, di tutte le donne - madri e non madri - che in un punto diverso della loro vita si sono chieste: desidero un figlio? qual è il momento giusto? dovrò rinunciare a me stessa, alle mie ambizioni? e perché tutte restano incinte e io no?
«Ho una diga nella testa dove stanno nascoste tutte le cose che fanno davvero troppo male. Quelle cose, io non voglio dirle a nessuno. Io non voglio pensarle, quelle cose. Io voglio che non siano mai esistite. E se non le dico non esistono».
È difficile parlare di questo libro. È difficile perché parla di sangue.
Parla di madri. Di madri esistite per qualche mese e poi morte dentro con i loro bambini.
Parla di madri che si vergognano anche di questo desiderio, il desiderio di maternità, che a un certo punto diventa ossessione e diventa giudizio. Noi donne siamo robot progettate per essere fecondate e per fare figli? Siamo automi programmati per partorire?
E si arriva a pensare di essere in difetto con se stesse, con l'uomo che ci accompagna e con la società.
Diventa difficile spiegare le cure, le punture, i dolori di una terapia necessaria a rimanere incinte. Diventa difficile, qualcosa da non raccontare, perché si parla di aborto. Antonella Lattanzi con una scrittura schietta, autentica, a volte cruda, ci mette davanti alla faccia il lato nascosto e doloroso di donne che semplicemente decidono di costruire la propria famiglia. E poi parla di sangue, di morte, di estenuazione, di tenacia e di arresa, di follia e presa di coscienza.
Perché le donne si trovano sempre davanti al bivio, sempre costrette a scegliere? Prendendosi meriti o colpe. Lo vuoi o non lo vuoi questo bimbo? Sai che se mandi avanti la gravidanza avrai complicazioni serie? Pensi più al tuo lavoro o a tuo figlio? C'è una priorità da rispettare? Scadenze, lavoro, progetti, incontri, visite mediche, ecografie, medicine, tante medicine...
Antonella Lattanzi ci travolge con la sua storia, fin dalle prime pagine, ci trascina in quel sogno trasformato in incubo.
È una lettura difficile. Che fa riflettere, che fa piangere, che rende a tutti una verità scomoda, che rende consapevoli di decisioni e percorsi intrapresi. Ci sono di mezzo le promesse. Quelle fatte a noi stesse, agli uomini e agli altri.
E con le promesse, soprattutto quelle fatte a noi stesse, non possiamo giocarci.
Una gravidanza normale, solo una gravidanza normale... È il sogno di una donna che vuole la sua famiglia. Tutto parte da qui.
Ma l'incipit è come una doccia fredda. Non c'è scampo nella lettura. La sentirai tutta quella sofferenza, sarà tua, anche se annebbiata da un'illusione, da una speranza, da un miracolo.
Il libro inizia con il sangue.
Tutto parte dal sangue.
Siamo fatti di sangue. È la nostra anima racchiusa in piccoli globuli rossi.
Mestruazioni... Parto... Aborto...
Il sangue è presente in ogni fase, in ogni scelta, in ogni gioia o dolore.
Questo libro parla di sangue.
Parla di amore e di donne, soprattutto di madri.
Nessun commento:
Posta un commento