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Recensione: "La mia prediletta" dell'autrice Romy Hausmann,
edito Giunti Editore. A cura di Silvia Cossio.
Autore: Romy Hausmann
Genere: Thriller psicologico
Casa editrice: Giunti Editore
Disponibile in ebook a € 9,99
E in formato cartaceo a € 12,34
TRAMA:
In una notte gelida, un’ambulanza porta in ospedale una donna investita da un’auto sul ciglio del bosco. È incosciente e senza documenti. Con lei c’è una bambina dalla pelle bianchissima e gli occhi di un azzurro glaciale. L’unica informazione che riesce a dare su sua madre è che si chiama Lena. A poco a poco, però, lo strano comportamento della piccola insospettisce i medici. Non conosce il suo cognome, né il nome di suo padre, né l’indirizzo di casa: vivono chiusi in una capanna perché «nessuno li deve trovare». E il terrore sale quando la bambina afferma innocentemente, come se fosse la cosa più normale del mondo, che sua madre «ha ucciso per sbaglio papà», ma non serve chiamare la polizia perché hanno lasciato il fratellino Jonathan a ripulire quelle brutte macchie rosse sul tappeto...
Appena viene avvisato, il commissario capo Gerd Brühling ha subito un’intuizione: quella donna non può essere che Lena Beck, la figlia del suo migliore amico, scomparsa 14 anni prima. Ma c’è qualcosa di vero in ciò che racconta quella strana bambina? Come ritrovare la capanna, il fratellino e il cadavere del rapitore, se davvero è stato ucciso?
All’arrivo dei genitori di Lena in ospedale, una realtà ancora più sconcertante verrà alla luce. E sarà difficile districarsi in questa rete di verità, fantasie infantili, indizi contrastanti.
Tutto ha inizio dalla sparizione di Lena Beck, una studentessa ventitreenne, avvenuta quattordici anni prima. Mediante i ricordi della ragazza, ora stesa in un letto d'ospedale, come dei flashback, viene ricostruita l'intera vicenda. Un incubo non solo per lei, ma anche per i genitori della ragazza, che non si sono mai rassegnati alla sua scomparsa, grazie ai quali, in particolare grazie alla tenacia del padre Matthias, la verità verrà a galla.
Il libro cattura sin dalle prime pagine e da subito offre un quadro dell'orrore vissuto dalla donna e dai figli Hannah e Jonathan. Con il pov iniziale della bambina, attraverso le sue considerazioni e le sue parole, si scoprono tutti i tasselli di un puzzle fatto di violenza e privazioni. Ho trovato scioccante “leggere nella sua testa”. Pensieri a volte sconclusionati che tuttavia fanno riflettere sulla facilità con cui è possibile plasmare la mente umana, soprattutto quella inesperta dei bambini, che inevitabilmente ritengono "giusta" la realtà in cui vivono, poiché è la sola che conoscono.
Quindi, che dire... soldi ben spesi.
Sebbene a una mente allenata possa risultare facile individuare il cattivo della situazione, grazie anche al fatto che non sono molte le figure di contorno, e sebbene non ci siano dei veri colpi di scena, ho oltremodo apprezzato questo libro. È il modo in cui è scritto che fa la differenza. La storia è ben strutturata e i personaggi risultano ben calati nel ruolo assegnato. Era da un po’ che non leggevo un romanzo così coinvolgente, una boccata di aria fresca nel panorama letterario. Il fatto che da esso sia stata tratta una serie non mi stupisce…
Lettura decisamente consigliata.
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