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Recensione: "Ballate metropolitane" di Andrea Cerri.
A cura di Luca Bandini.
Titolo: Ballate metropolitane
Autore: Andrea Cerri
Genere: Racconti
Disponibile in formato cartaceo a € 17,10
Trama: "Ballate Metropolitane" è l’autobiografia di una città immaginaria.
Racconti e frammenti, diversi per atmosfera e ispirazione, compongono un quadro impressionista che ne suggerisce l’anima, restituendo l’essenza delle esperienze condivise dei protagonisti.
Vanessa è un’adolescente che sta scomparendo, si sta letteralmente dileguando, anche se il mondo esterno sembra non accorgersi di niente, uno strano edificio attira a sé le prede come una pianta carnivora, un anziano pittore ritrova la trama intrecciata negli anni del suo fervore artistico grazie a una giovane modella improvvisata, un incontro casuale salva la vita a un uomo, un gruppo di ragazzi si smarrisce in una periferia anonima… sono alcune delle storie narrate in questo bel libro. Venti per l’esattezza, cesellate con notevole immaginazione per restituire l’anima di una metropoli, sorpresa e scrutata sotto il velo che solitamente ne uniforma la percezione. Momenti singolari che, come colpi di pennello su una tela impressionista, rendono un quadro generale e inducono un’intuizione, l’anima forse, unica e sorprendentemente profonda, seppur inafferrabile.
Capitato per caso (grazie a un’imbeccata, in realtà) su questo libro, ne sono rimasto assai impressionato. In primis dall’abilità nella scrittura, lo stile è scorrevole ma non banale, e poi dalla ricchezza dell’ispirazione dietro ogni racconto. Ciascuno originale, nel complesso mossi da una certa varietà di registri, pur mantenendo l’unità di fondo. L’autore gioca con archetipi e miti rifacendosi a Borges e Poe, mescola gotico e mistero, con sfumature horror, a un minimalismo alla Carver, distilla abilmente magia, paradosso, passioni, sentimenti, in un’alternanza di ritmo accelerato e atmosfere rarefatte e decadenti.
I racconti sono autonomi, anche se a volte i destini dei protagonisti si sfiorano, in un gioco di illusioni e riflessi sussurrati, fino al finale, che sembra richiamarli in causa tutti, o l’anelito comune da cui sono state animate le storie.
Se ne esce con la sensazione di aver ripercorso le strade di un luogo conosciuto, con lo straniamento e la malinconia di un déjà-vu che illuda per un istante di aver ritrovato le fila di un passato idealizzato, che si è finito per identificare con la trama dello scorrere universale.
Libro ricco, ispirato, pieno di simbolismi, come detto, ma anche lettura appassionante e scorrevole. Consigliata davvero a tutti, data la grande mescolanza di generi e atmosfere.
Di solito non ho particolari snobismi per gli scrittori emergenti, anzi, quando posso cerco di incoraggiarli. È vero, d’altra parte, che Ballate metropolitane mi ha colpito in modo inaspettato. Per tale ragione ci tengo a farlo conoscere, per farlo uscire dal circuito underground in cui circola e regalare una bella e originale esperienza di lettura.
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