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Recensione: "L'ombra del vento" dell'autore Carlos Ruiz Zafón,
edito Mondadori. A cura di Luca Bandini.
Titolo: L'ombra del vento
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Genere: Fantasy storico
Casa editrice: Mondadori
Disponibile in ebook a € 7,99
E in formato cartaceo a € 14,25
TRAMA:
A Barcellona, una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo.
E qui Daniel entra in possesso di un libro maledetto che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Julián Carax, l'autore di quel libro. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la sua vita.
Uscito in sordina in Spagna nel 2001, L'ombra del vento è divenuto un incredibile successo grazie al solo tam-tam dei lettori. L'esordio sulla scena internazionale di uno straordinario narratore.
Daniel è un bambino che un mattino si sveglia turbato dal non ricordare più il volto della madre, morta quando lui era molto piccolo. Il padre, per calmarlo, lo conduce nel Cimitero dei Libri Dimenticati, una labirintica biblioteca celata nel cuore di Barcellona, conosciuta e accessibile solo agli iniziati. Come da regola, qui sceglie di adottare un libro da custodire. Senza una ragione particolare, opta per L’ombra del vento, di un certo Julian Carax.
Il libro lo appassionerà al punto da spingerlo a fare ricerche a proposito, ma ciò innescherà una serie di strane conseguenze, tra cui la comparsa di un uomo inquietante, tale Lain Coubert, il cui nome corrisponde a quello di uno dei personaggi del libro, addirittura l’incarnazione del male.
Libro, e serie, a volte ingiustamente attaccato, tacciato di superficialità e leggerezza. Il che, anche nel caso fosse vero, non costituirebbe di per sé motivo di biasimo. Si legge per le ragioni più disparate, non ultima lo svago.
In realtà la tetralogia risulta assai più complessa, ben scritta, ricca di inventiva e animata da alcuni personaggi memorabili. E non manca di una contestualizzazione, di riferimenti e considerazioni tutt’altro che banali.
Ovvio che se si cerca realismo a tutti i costi non lo si può ritrovare nella Barcellona plumbea di Zafon. La lettura è parte di un processo che coinvolge almeno due persone: un narratore e qualcuno che voglia ascoltarla, la storia. Ciò presuppone un patto di fiducia. Bisogna essere disposti a farsi incantare, a credere nel trucco. Questo, il rapporto tra lettore e autore, è anche uno dei temi portanti della saga, interamente costruita attorno alla magia che caratterizza il processo della lettura. L’ombra del vento rende omaggio all’universo dei feuilleton, ne ricalca gli stilemi elevandoli a letteratura. È, in senso lato, un’opera postmoderna, saccheggiatrice di stili, che pare uscita fuori da uno dei volumi del cimitero, o da più di uno.
Difficile identificarlo con un solo genere: ci sono ispirazioni romantico-gotiche, è un thriller, un romanzo di formazione, picaresco, a tratti farsesco e comico. Come estetica generale mi ha sempre fatto pensare al Victor Hugo di Notre Dame de Paris o de L’uomo che ride, mediato dal filtro della tradizione iberica, a partire da Cervantes.
Libro consigliato anche come semplice esperienza di lettura, in quanto piacevolissimo e ben strutturato. Anche se, come deducibile proprio dalla storia di Zafon, la lettura non è mai un’esperienza banale e può condurre in posti inaspettati.
Postilla: suggerisco di procedere con l’intera serie anche se ogni libro può essere letto in modo indipendente. La mia preferenza cade sul secondo, Il gioco dell’angelo.
Consiglio la lettura in special modo agli amanti, come me, di Barcellona.
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