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Recensione: "Se ben ricordo" dell'autrice Mariella Parravicini,
edito Puntoacapo Editrice. A cura di Andrea Macciò.
Autore: Mariella Parravicini
Genere: Narrativa
Casa editrice: Puntoacapo Editrice
Disponibile in formato cartaceo a € 10,00
A breve anche in ebook
Contatti autore: Facebook
Tutto era straordinario, mi attraevano le cose più semplici come se fossero le più grandi, i vecchi mattoni consunti impregnati di storia, i muri sgretolati. Ogni fatto, ogni decisione della giornata, anche la più banale poteva diventare un evento.
“Se ben ricordo” di Marcella Parravicini è una sorta di autobiografia sentimentale in forma di monologo teatrale. La voce narrante, che è anche l’autrice del libro, racconta la sua infanzia tra il borgo del quale è originaria, Cilavegna in Lomellina nei pressi di Mortara vicino alla provincia di Alessandria, e la grande città Milano nella quale il padre aveva un laboratorio artigiano di scultura e realizzazione di oggetti religiosi: calici, pissidi, statuette del Presepe, distrutto da un bombardamento nella Seconda guerra mondiale.
L’approdo è in una Milano periferica, quella della stazione Porta Genova, che porta in città chi proviene appunto dall’Alessandrino o dalla Lomellina. Nel libro si mescolano continuamente i pensieri attuali con i ricordi d’infanzia e di una vita intera. A Cilavegna, la protagonista “una bambina di città” ha qualcosa di più agli occhi delle sue coetanee e inizia a palesare quella che sarà la grande passione della sua vita: quella per il teatro, che ha origine nei cortili di campagna “Teatro teatro… tutto il mio amato teatro era lì, nel cortile, dove giocavo con le mie amiche ai travestimenti, era come entrare in un’altra dimensione”. Nel monologo interiore che non ha un andamento cronologico, ma rispecchia il flusso di coscienza della protagonista, emergono qua e là le persone significative della sua vita, dal primo amore alla madre, a Zia Rita con il suo laboratorio di sartoria a Cilavegna.
Un percorso tra ricordo, sogno e realtà nel quale l’elemento onirico, nel finale, sembra prevalere e l’autrice, che scrive tra il 2020 e i giorni nostri, sembra guardare al passato anche per sfuggire all’orrore del presente che vede fuori dalla sua finestra e dalla sua mente.
Il testo in prosa è inframmezzato da alcune poesie e si compone di un adattamento a monologo di testi in parte già pubblicati. Un esperimento letterario interessante e suggestivo, che tratta i temi della memoria, del rapporto tra scrittura, poesia e teatro, tra la grande città e una provincia vicina solo geograficamente, con una scrittura estremamente essenziale. “Se ben ricordo” realizza una perfetta sintesi tra l’esperienza teatrale e quella letteraria dell’autrice.
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