venerdì 18 maggio 2018

"IL SOLDATO DIVENNE QUELLO PER CUI ERA NATO" di Olivia Ross



Buongiorno follower, buon venerdì!
Un grosso in bocca al lupo a Olivia Ross che nei giorni scorsi ha debuttato con "Il soldato divenne quello per cui era nato"







Autore: Olivia Ross
Genere: Narrativa

Disponibile in ebook a € 3,99
e in formato cartaceo a € 13,99

Pagina autore: Olivia Ross 





TRAMA:

Mitchell Grant sognava di diventare un violinista di fama mondiale, ma un tragico evento spinge il ragazzo a deporre il violino e imbracciare un fucile, per combattere una guerra in cui non crede, spinto solo dalla sete di vendetta. Si arruola nei corpi speciali della marina degli Stati Uniti d’America, diventando un cecchino Nevy Seal. La storia inizia subito dopo il burrascoso congedo da parte del ragazzo, che si presenta a un colloquio di lavoro per diventare il factotum di Mrs Morel. Mitchell ha bisogno di un posto in cui stare, di tenersi impegnato e cercare di pensare il meno possibile, crede che il suo riscatto possa avvenire cercando di ricostruire la vita partendo dai frammenti del suo cuore, assumendo una funzione che non gli si confà, ma che proprio grazia a questa differenza con il ruolo assunto precedentemente nel suo lavoro, lui possa risollevarsi. La sua vita è stata segnata da vari eventi burrascosi da cui desidera prendere le distanze. 
Mitchell forse non si rende neppure conto che ha bisogno di un riscatto che parta dal basso, dalla ricostruzione di un’esistenza differente, senza responsabilità che riguardano la vita altrui. Non ha altro scopo, inizialmente, che quello di impiegare il proprio tempo e pensare il meno possibile.
Al colloquio di lavoro incontra Mrs Morel, una donna intangibile, inavvicinabile, che sembra guardarlo dall’alto in basso. Una donna che porta addosso un peso schiacciante, visibile alla prima occhiata, qualcosa che le fa tenere le distanze, che pone barriere tra lei e il resto del mondo. Ma Mrs è anche affascinante e Mitchell sente subito una forte attrazione nei suoi confronti, che alcuni momenti diventa repulsione, soprattutto quando la donna ha un atteggiamento formale e pungente verso di lui. Tra due inizia così una lotta: si avvicinano e si ritraggono, si parlano dolcemente e poi si urlano contro e con il tempo si scopriranno aspetti nascosti di entrambi, in particolare dettagli mal celati di Mrs Morel.









Un amore non convenzionale, di quelli travolgenti ma che ti inducono anche a osteggiare la realtà dei fatti, che a volte sfianca, sfinisce, però è anche pura bellezza.
Un amore che sembra una lotta, ma che spinge a dare il meglio di sé, a pretendere, a non accontentarsi; una relazione che emoziona, coinvolge, attrae.
Sogni che si accantonano per combattere il terrorismo, necessità di trovare una pace interiore che aiuti a vivere intensamente ogni giorno senza più il pericolo che tutto finisca improvvisamente. E poi un dipinto che con la sua storia sovverte il destino di chi lo possiede.
Le cose non sono mai semplici come appaiono, non lo sono per niente, ci sono mille insidie, emozioni contrastanti da assorbire, voleri che non possono essere appagati, ma è proprio per la difficoltà di affrontare le insidie che la vita assume quel valore inestimabile che dà un tocco magico alla storia.



Ho un consiglio da darvi: la massima attenzione deve essere rivolta alle cose apparentemente più facili, che spesso sono le più difficili da ottenere. Non date mai nulla per scontato, perché niente lo è. Ci sono cose nella vita che ti cambiano, una sola però ti completa: l’amore, quello vero. Non parliamo di un falso d’autore, parliamo dell’amore autentico, incondizionato, spassionato, quello pronto a dare senza ricevere nulla in cambio, quell’amore che farebbe di tutto, solo per strapparti un sorriso. 



BIOGRAFIA:

Olivia Ross nasce a Roma nel 1979. Fin da bambina, ha sempre immaginato storie nella sua testa. Con il crescere la passione per la scrittura si è ingigantita. Ha sempre scritto solo per sé stessa, mai per gli altri. Scrivere è il suo modo per estraniarsi dalla realtà. Ama scrivere nei bar poco affollati, oppure sul divano di casa sua, con un sottofondo di musicale. 
Il soldato divenne quello per cui era nato, è il suo romanzo di esordio. 






BREVE ESTRATTO: 


Quando gli chiesi di suonare con me, sbarrò i suoi grandi occhi neri, quegli occhi perennemente lucidi, e indietreggiò. Mi disse che non lo faceva da dieci anni, ma io gli risposi che la musica non si dimentica. Afferrò il violino con titubanza, le mani gli tremarono. La profonda ruga al centro delle sopracciglia prese vita, era ben definita, mi domandai quale storia avesse alle spalle; ogni segno sul volto di un individuo racconta una parte di vita. Tutto sparì, nel momento in cui poggiò il violino sulla clavicola. Con un grosso sospiro ci poggiò la mascella sopra. Osservai le sue dita accarezzare le corde, aveva delle mani grandi e forti, mani che sprigionavano virilità. Iniziai subito a suonare anch’io, non lasciandogli il tempo per ripensarci. Mi aspettavo che dalle corde uscisse un suono stonato, un qualcosa che non somigliasse affatto a una melodia, ma quella notte, Mr Grant, mi disarmò per la prima volta, lasciandomi completamente di stucco. Faticai a credere che non suonasse da così tanto tempo come mi aveva detto. Nelle sue note si poteva percepire chiaramente un amore forte, autentico, una di quelle passioni ineluttabili, contro cui nessun individuo può lottare. 
Com’era finito a fare il soldato?
Qual era la sua storia?
Le sue dita saccenti premevano le corde con enfasi e in un angolo sfacciato della mia mente mi domandai se accarezzasse le donne con la stessa premura, con quella stessa accortezza con cui posava i polpastrelli sulle corde di quel violino. 
Il suo viso, che prima di allora mi era parso sempre sofferente, oscurato da un velo di malinconia, ora sembrava il ritratto della serenità. Un sorriso gli si disegnò sulle labbra, le ciglia nere tremavano e quando la melodia lo aggradava particolarmente alzava le sopracciglia verso l’alto e quel sorriso, che si può definire solo in un modo, meraviglioso, gli si allargava sul viso. 
Faticai tanto per non smettere di suonare e lasciare solo che i miei occhi e le mie orecchie si riempissero di lui e della sua musica. 
Avrei voluto riprenderlo, per dargli la possibilità di osservare il suo cambiamento, capire se in quella espressione di puro piacere riusciva a riconoscersi. C’è sempre di più di quello che si vede in superficie… e lui non sembrava lo stesso ragazzo spaventato dalla vita. La musica era la medicina a tutti gli orrori a cui era stato costretto a partecipare. 
Il soldato che voleva fare il violinista…
Pensai fosse un ottimo titolo per un libro. 







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