mercoledì 1 agosto 2018

RECENSIONE "SEI TU LA MIA CASA" di Sara P. Grey




Buongiorno follower!
In uscita oggi "Sei tu la mia casa" di Sara P. Grey, terzo e ultimo volume della serie "Ritorno a casa".
Franca Poli lo ha letto in anteprima per noi 😊







Autore: Sara P. Grey
Serie: Ritorno a casa Vol.3

Genere: Romanzo d'amore

Disponibile in ebook a € 1,99

Pagina autoreSara P. Grey





TRAMA:


Miranda “Mimi” Liu è in fuga da un passato che, se dovesse raggiungerla, affonderebbe le proprie dita da rapace nella sua tenera carne e non la lascerebbe mai più andare. Non di nuovo, e non senza conseguenze.

Abituata com’è a poter contare solo sulle proprie forze, Miranda non riesce a comprendere per quale motivo le persone che ha appena incontrato siano così gentili con lei, e così pronte ad accoglierla fra le loro braccia: indecisa se fidarsi o meno, tuttavia, sa di avere le ore contate e di non potersi permettere di riposare, o credere di essere al sicuro.
Dal canto loro i Cassidy, benché convinti che la ragazza comparsa dal nulla a cui stanno dando rifugio stia nascondendo un segreto terribile, non si tirano indietro. L’unico ad avere qualche riserva è Garrett Fisher, il burbero veterinario che ha appena accettato di vivere con loro alla tenuta e occuparsi della clinica per animali in difficoltà che hanno appena aperto. Nonostante la sua ferma determinazione a non lasciarsi coinvolgere o ammansire, tuttavia, Garrett si trova a dover combattere con il desiderio devastante e incontrollabile di proteggere Miranda e tenerla al sicuro.
Mentre lei cerca un modo per sfuggire al proprio crudele inseguitore senza coinvolgere i nuovi amici, verità agghiaccianti emergono dal passato e minacciano di tramutare la pace appena conquistata in cenere e rovine. Quello che ci vorrà per uscire indenni dall’incubo che sta per abbattersi sulle loro teste sono una forza di volontà ed una fiducia incrollabili, e l’aiuto di un angelo custode insolito quanto provvidenziale...

Terzo e ultimo capitolo della trilogia “Ritorno a casa”, la storia di Garrett e Miranda vi riporterà a trovare vecchi amici e scoprire nuovi orizzonti e, infine, a casa. 





BIOGRAFIA:


Sara P. Grey (pseudonimo) ha 39 anni e vive in un piccolo ma vivace paesino in provincia di Como assieme alla propria anima gemella, la gatta Muffin.
Freelance convinta, lavora felicemente da casa come consulente per il web, copywriter, blogger e digital couch potato, fra le altre cose.

Nel tempo libero ama scrivere, dedicarsi ai film e alle serie tv che l'appassionano, e soprattutto leggere: la sua più grande passione, oltre ai gatti, sono i romanzi e la narrativa. Datele un lieto fine, e risolleverete il suo mondo!
La trovate su Facebook: SaraPGrey e Instagram: @sarap.grey 




Romanzo carino che si legge velocemente, grazie anche a una trama che coinvolge dalla prima all'ultima pagina. La scrittura risulta molto accurata e lineare, i dialoghi che intercorrono tra i vari personaggi sono vivaci e frizzati e la narrazione avviene in terza persona.

Questo libro fa parte di una trilogia, tre romanzi auto-conclusivi e con un finale ben definito. Si possono, quindi, leggere singolarmente, però, visto che i protagonisti dei precedenti libri fanno la loro comparsa anche negli altri volumi, il mio consiglio è di seguire l’ordine di pubblicazione.
Miranda Liu è una bella e, all'apparenza, fragile ragazza di diciannove anni, in fuga da un passato fatto di abusi e violenze.
Lei è abituata a contare solo ed esclusivamente su se stessa. Quindi rimarrà sorpresa quando troverà delle persone che l'aiutano e cercano di proteggerla, nonostante non sappiano niente del suo passato.
Logan e Marlene Cassidy sanno che quella ragazza nasconde un segreto, ma nonostante tutto le offrono ospitalità. L'unica persona che ha delle riserve è il veterinario della loro tenuta, Garrett Fisher. Teme che Miranda sia portatrice di guai e possa mettere in pericolo i suoi amici e... il suo cuore. Sì, perché si trova a dover combattere contro una potente attrazione e il desiderio di proteggerla. Non è il solo però. Anche la giovane donna si sente attratta da quell'uomo burbero, ma sa di non poter cedere per non mettere in pericolo la vita dei suoi nuovi amici.
Devo dire che mi sono commossa, ma ho provato anche tanta rabbia, quando Miranda, finalmente, riesce ad aprirsi e a raccontare cosa ha dovuto subire da parte di persone che avrebbero dovuto proteggerla e amare.
La storia è molto bella, mi ha appassionato. Ho apprezzato molto l'amicizia che lega i componenti delle due famiglie, i Grime e i Cassidy. Il loro amore per gli animali, ma anche l'istinto di protezione nei confronti di una persona che non conoscono, che ha difficoltà a fidarsi di loro. Anche Garrett mi è piaciuto molto. All'apparenza è un uomo burbero, taciturno, ma sotto quella scorza da duro si nasconde un animo sensibile. Inutile dire che invece ho odiato colui che ha fatto del male, sia fisicamente che psicologicamente, a Miranda. Alla fine ha ottenuto ciò che meritava… anche grazie a Queenie, una cavalla che si era affezionata alla ragazza. 
L'autrice è riuscita a descrivere il carattere dei personaggi in modo molto realistico e dettagliato, sia caratterialmente che psicologicamente, soprattutto quello della ragazza e del suo aguzzino. Per non parlare del loro aspetto fisico, in particolare quello del veterinario della tenuta Garrett Fisher.

Molto bello l'epilogo. Non mi riferisco però a quello che mette la parola fine a questa trilogia, che comunque è esaustivo e mi è piaciuto. Mi riferisco a quello divertente narrato da Oscar. Voi vi chiederete: ma chi è Oscar? Beh per saperlo dovrete leggere il libro che naturalmente consiglio. 

Complimenti a Sara P.Grey per essere riuscita a trasmettermi tante belle emozioni. 





BREVE ESTRATTO:


Miranda “Mimi” Liu camminava a piedi nudi per le strade cupe e arrabbiate della città, e aveva paura.
Era un terrore paralizzante, a dire il vero, quello che le stringeva la gola e le impediva quasi di respirare, che le attutiva i sensi e al tempo stesso li accentuava a dismisura, causandole delle specie di allucinazioni che le facevano sembrare tutto ancora più terrificante. Gli alti palazzi pieni di luce, i suoni delle auto in corsa e delle sirene che giocavano a rimpiattino dietro gli angoli, non troppo vicine ma nemmeno così lontane come avrebbe sperato, le conversazioni della gente che incrociava per strada: era tutto strano e terrificante per lei, che camminava a passo svelto come Alice nei giardini del palazzo della Regina di Cuori, intenta a non farsi scoprire.
Comunque, era un bene che Miranda fosse abituata a convivere con la paura giorno dopo giorno e sapesse andare avanti nonostante tutto, come un automa o una bambola: senza sentimenti, senza emozioni, senza provare nulla altro che non fosse quell'istinto di sopravvivenza che la spingeva avanti, ancora e ancora e ancora. Avanti oltre la soglia di quella anonima stanza d’albergo in cui aveva atteso per ore e per giorni il momento giusto, avanti e giù per il corridoio fino all’ascensore e poi dentro, giù per venti piani e fuori nel caos dell'atrio affollato di gente estranea e chiacchiericci incomprensibili, avanti a piccoli passi frettolosi, senza guardare in faccia nessuno, fino a che non si era ritrovata in strada, finalmente in grado di perdersi fra le ombre che, come fedeli compagne appena ritrovate, ne avevano salutato il ritorno con una ovazione sfrenata.
Era stata prigioniera per così tanto tempo che, una volta libera, per un attimo non aveva saputo cosa fare di sé stessa: il terrore che luipotesse comparirle davanti a sorpresa, prendendola in giro per aver creduto che le avrebbe permesso di sfuggirgli e promettendo ogni sorta di rappresaglia le stringeva lo stomaco e le faceva tremare le mani. Ma quella era stata anche la sua fortuna: nella grande città anonima, così uguale a tante altre che aveva visto solo attraverso lo schermo della TV, la sua minuscola figura da topolino coraggioso si era confusa nel caos di corpi fino a scomparire. 
Scomparire era cosa che sapeva fare meglio, del resto: quando a luiprendevano i cinque minuti, Mimi aveva imparato a farsi piccola e smettere di respirare, a convincersi di essere un pezzo di mobilio e mimetizzarsi con la carta da parati e i lussuosi tappeti che ricoprivano il pavimento. Ne andava della sua vita, proprio come in quel momento, e di quell’arte lei era diventata maestra.
La gente che la incontrava mentre si allontanava dell'albergo e poi dal quartiere sembrava non prestarle troppa attenzione, oppure la scansava, pensando alla solita tossicomane in cerca di una dose o di un pollo da spennare. A Miranda andava bene così: aveva poco tempo per allontanarsi prima che lui se ne accorgesse, e meno persone la notavano meglio era. Per quello si era tenuta lontana dai luoghi più ovvi: stazioni dei taxi, metropolitana, treni. Luoghi pieni di gente che poteva essere interrogata, intimidita, ricattata o comprata, a scapito della sua libertà. Per quello continuava a spingersi oltre il dolore causato dal freddo e dalla pioggia che l'aveva inzuppata appena aveva messo piede fuori dal riparo confortevole della propria prigione, e continuava a camminare. Per quello, e per trovare l'angolo più buio di tutti dove accucciarsi e dimenticare di esistere.
Non era nei piani morire proprio ora che era riuscita a liberarsi, ma Miranda era disposta a farlo piuttosto che tornare indietro:. Non aveva avuto tutta quella pazienza nel cercare il momento adatto per finire per arrendersi un istante dopo aver trovato il coraggio di sfruttarlo e fare qualcosa che nessun altro nella sua situazione avrebbe mai pensato di fare: scappare da Lu nascondersi da lui, privarlo di qualcosa che credeva gli sarebbe appartenuto per tutta la vita e anche oltre la morte, osare sfidarlo.
Rabbrividendo al pensiero di quello che le avrebbe fatto se l’avesse trovata, Miranda si spinse ancora più avanti, testarda e caparbia, un piede davanti all’altro, i denti e i pugni stretti, e una determinazione appena rifiorita dentro di lei che non le permetteva di fermarsi. 





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