martedì 21 settembre 2021

RECENSIONE "CUORE DI GHEPARDO" di Mathilda Blake

 

Daniela Colaiacomo ha letto per noi "Cuore di ghepardo
dell'autrice Mathilda Blake, edito Mondadori.



Autore: Mathilda Blake
Genere: Romance

Casa editrice: Mondadori

Disponibile in ebook a € 2,99
A breve anche in formato cartaceo 

Contatto FacebookMathilda Blake



TRAMA:

Riuscirà lei a catturare
il suo cuore selvaggio?

Cresciuta a stretto contatto con gli animali, Eva van der Meer è una ragazza impulsiva e selvaggia, che lavora presso lo zoo di Amsterdam e che odia la caccia più di ogni altra cosa. Quando lo zoo ingaggia un cacciatore per catturare una coppia di ghepardi con i quali poter avviare un progetto di conservazione della specie, Eva proprio non capisce perché affidino a lei l’incarico di fargli da guida turistica in città. Duke von Lionberger, detto il duca, si rivela un uomo molto diverso da ciò che lei aveva in mente e tra i due l’attrazione prende presto il sopravvento. Ma quando Eva si ritroverà per errore sulla nave che sta riportando in Africa il duca, capirà che le loro avventure insieme sono appena all’inizio… 



Quello che più mi ha colpita di questo ultimo lavoro di Mathilda Blake è l'attenzione ai particolari con cui descrive l'ambientazione da lei creata: Amsterdam, le sue vie e gli edifici, le informazioni che fornisce, e lo Zoo Natura Artis Magistra, con i suoi animali e le persone che gravitano attorno ad esso. 
Mi hanno stupito gli interessanti riferimenti alla storia olandese.

Quando furono costruiti i palazzi che affacciano sui canali, era in vigore una tassa alquanto onerosa sull’occupazione del suolo pubblico. Per pagare meno, quindi, si costruivano case strette e alte in modo da sfruttare la verticalità. Di conseguenza, però, anche le scale interne erano molto strette. Ed era impossibile trasportare mobili ai piani alti: tutto passava dalle finestre. Si mettevano una carrucola e un gancio, che potete vedere all’apice di quasi ogni palazzo, subito sotto il tetto. - Eva ne indicò uno, giusto per avvalorare la sua spiegazione. - E per evitare che i mobili durante il sollevamento sbattessero sulla facciata, questa veniva costruita con un’inclinazione in avanti.

O come la chicca tutta olandese secondo la quale i tulipani siano stati i protagonisti della prima vera crisi finanziaria europea.
Ma c'è molto di più in questa storia appassionante: c'è Eva van der Meer, una donna intelligente e molto istruita che combatte i pregiudizi dell'epoca nei confronti del genere femminile, veste abiti non convenzionali, se non addirittura inappropriati, si adopera in ogni modo a lei possibile per garantire la protezione delle specie animali in via di estinzione e si infuria quando non ottiene l'attenzione che merita.
È il 30 settembre 1883, in Olanda, per la precisione nello Zoo Natura Artis Magistra di Amsterdam. 

Figlia del bibliotecario dello zoo, Eva era cresciuta a “pane e Darwin”, come ironizzava lei stessa: aveva passato gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza fra pubblicazioni scientifiche di biologia, trattati di etologia, convegni naturalistici e osservazione degli animali presenti nel Natura Artis Magistra. Conosceva tutte le specie classificate a livello enciclopedico, e anche quelle che ancora non lo erano, ma che almeno erano state descritte o disegnate. Sapeva identificare la maggior parte degli animali esistenti, che fossero mammiferi, pesci o persino insetti. E li amava. Li amava tutti.

E sopra ogni cosa odia i cacciatori.
Nabia, la femmina di ghepardo dello zoo, non è incinta, così Gerardus Frederik Westerman - l’anziano fondatore del Natura Artis Magistra, che si vantava di basare la propria filosofia sulla conservazione e la salvaguardia delle specie -, informa Eva di aver affidato al Duca Von Lionberger - famoso cacciatore dal passato oscuro e dalla dubbia reputazione - la cattura di un maschio e di una femmina di ghepardo originari dell'Africa. Per evitare che il Duca passi al miglior offerente quando le trattative sono già avviate, la giovane dovrà intrattenerlo e occuparsi della sua permanenza in città: non immagina cosa il destino le riserva. 
Eva è una forza della natura, l'energia che scaturisce dalle sue movenze e dai suoi gesti nei confronti degli animali di cui si occupa, contravvenendo i desideri degli associati del Natura Artis Magistra - il risveglio dall'apatia in cui è caduta Tara, la leonessa che ha perso il cucciolo, ne è un esempio -, è così vitale da trascendere le pagine, le sue emozioni quasi tangibili.
Il Duca, inizialmente, viene presentato come uno scanzonato e affascinante libertino dagli atteggiamenti ambigui, che nasconde un turpe passato; centellinando le informazioni su di lui, Mathilda Blake ne rivela la vera natura e... l'attrazione - peraltro reciproca -, che lo spinge verso Eva.  
Ho avuto modo di apprezzare le qualità della scrittura di Mathilda in Come una sinfonia e questo libro, anche se di tutt'altro genere, ne è la conferma. La fluidità e la chiarezza espressiva guidano il lettore verso la fine della storia, mentre la passione, non solo per gli animali e la natura, lo coinvolge totalmente.    
Il libro rispecchia l'attenzione dell'autrice verso gli animali, si percepisce chiaramente mentre racconta le vicissitudini dei suoi protagonisti, tessendo una trama ricca di colpi di scena e momenti intriganti: mi è piaciuto molto e lo consiglio. 


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