martedì 18 ottobre 2022

RECENSIONE "I GIORNI DOLCI" di Silvia Iside

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Andrea Macciò ha letto per noi "I giorni dolci" dell'autrice Silvia Iside.



Titolo: I giorni dolci 

Autore: Silvia Iside

Genere: Giallo storico

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 11,03

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TRAMA:

Negli anni Novanta, in Albania, durante la caduta del regime di Enver Hoxha che aveva vietato tutti i credi religiosi, tre morti vengono ritrovati in un albergo: l’Hilda.
I “djinn”, entità soprannaturali, compaiono nel testo attraverso i vaneggiamenti di Nexhmije, una donna che vive barricata nell’hotel in cui si sono verificati i delitti. Gli spettri sembrano avere un ruolo attivo nella vita dei personaggi e nella loro ricerca di un raggio di speranza.
È proprio la mancanza di fede a far sentire morti i vivi e a far loro credere nelle superstizioni secondo le quali i morti parlano. 



I giorni dolci di Silvia Iside è un originale giallo con riferimenti al mondo soprannaturale ambientato nell’Albania degli anni Novanta, dopo la caduta del regime di Enver Hoxha, che negli anni Sessanta consumò la rottura dell’Albania con il blocco sovietico e il Patto di Varsavia, rifiutando la politica di “destalinizzazione” ed ergendosi a custode dell’ortodossia “rivoluzionaria”. Per un breve periodo l’Albania ha intrattenuto buoni rapporti con la Cina, salvo poi rompere con la stessa all’inizio degli anni Ottanta.
L’Albania narrata nel libro di Silvia Iside è un paese che sta uscendo da un lungo isolamento politico e culturale, e nel quale iniziano ad arrivare tramite i media le immagini di un’Italia che diventerà la meta principale dell’emigrazione negli anni successivi.
In questo contesto si consuma un misterioso omicidio in un albergo, l’Hotel Hilda. Tre persone sono ritrovate uccise, tra cui Bashkim e Juli. Una donna misteriosa che vive barricata nell’albergo, Nexhmjie, evoca i “dijnn” entità soprannaturali, spiriti che potrebbero avere secondo lei un ruolo attivo nella morte degli inquilini dell’Hotel Ilda.
Sull’omicidio indagano il giudice istruttore Rifat, detto Fati, il medico legale Krenar e il capo della polizia Admir. Tra i sospettati, gli inquilini delle “casette rosse” della zona, tra i quali i giovani Selenice e Parashquev e Frate Tani, un religioso espropriato dal suo ruolo dalla riforma di Hoxha che aveva vietato ogni forma di credo religioso organizzato senza però soffocare l’anelito alla spiritualità. Ed è paradossalmente proprio la mancanza di fede a rendere i protagonisti più sensibili alle superstizioni.
I giorni dolci sono, per Rifat detto Fati, le lunghe giornate di inizio estate.
Il giallo storico di Silvia Iside, ricchissimo di documentazioni storiche e sociologiche, trasporta il lettore in un mondo affascinante e poco conosciuto, quello di un paese rimasto appartato dalla storia e dal mondo per oltre vent’anni, colto in una fase di transizione tra dittatura e democrazia.
Nel romanzo emerge marginalmente il controllo soffocante che esisteva sull’editoria, la cultura, la vita quotidiana e in particolare la repressione di ogni forma di spiritualità e religione. La misteriosa Nexmmije e Frate Tani sono tra i personaggi più affascinanti. L’intrigo giallo resta ben congegnato e originale, intersecandosi con efficacia con la ricostruzione storica e le vicende sentimentali e private dei personaggi.
Interessante la scelta di ambientare un giallo in un periodo di transizione tra un regime autoritario e una democrazia, che ricorda quello del Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni che opera in polizia nel periodo iniziale del fascismo senza condividerne le politiche.
La scrittura di Silvia Iside, non facilissima, è molto accurata e affascinante. Il romanzo è un’ottima occasione per essere trasportati in un altrove diversissimo dall’Italia di oggi, ma in realtà vicino nel tempo e nello spazio.
Un libro denso, evocativo di un mondo scomparso e originale, che potrà interessare e intrigare anche chi non è strettamente appassionato di gialli in quanto capace di usare i generi letterari per farne sintesi e superarli per approdare alla letteratura senza aggettivi.


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