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Recensione: "Fame d'amore: La mia lotta" dell'autrice
Francesca Cilumbriello. A cura di Andrea Macciò.
Autore: Francesca Cilumbriello
Genere: Raccolta - Diario
Disponibile in ebook a € 4,64
E in formato cartaceo a € 14,49
Fame d’amore: la mia lotta è il libro d’esordio di Francesca Cilumbriello, educatrice professionale ed ex insegnante di Viareggio.
Fame d’amore è una raccolta in forma di diario, ambientata tra l’estate e l’autunno del 2005, nella quale l’autrice descrive l’esperienza di una donna adulta e dalla vita inserita in quella che è considerata la “normalità” sociale (è sposata con una figlia e lavora come insegnante precaria di filosofia e scienze umane) con l’anoressia e i disturbi del comportamento alimentare, che hanno iniziato a segnare la sua vita a quattordici anni e periodicamente si sono ripresentati nel corso della sua esistenza.
Un tema delicato e molto attuale, considerato che oggi ne soffrono molte ragazze adolescenti, e che i DCA cominciano a essere diffusi anche tra i maschi della stessa età, le donne e gli uomini adulti.
Le diverse tipologie di disturbo del comportamento alimentare (l’anoressia, la bulimia e il binge eating, ovvero il mangiare in maniera compulsiva) spesso si manifestano a fasi alterne nella stessa persona.
Fame d’amore non è un trattato redatto da esperti del settore, né una storia romanzata, ma rappresenta piuttosto la trascrizione in forma di monologo interiore di pensieri, sensazioni ed emozioni vissute dalla protagonista Martina nel periodo tra luglio e novembre 2005.
Oggi ci sono molti pregiudizi sociali sulle ragazze affette da disturbi del comportamento alimentare, che il senso comune attribuisce di solito all’aspirazione a raggiungere modelli di bellezza e perfezione fisica proposti dai mezzi di comunicazione di massa e dai social network.
La raccolta di pensieri di Francesca Cilumbriello è uno spaccato di vita realmente vissuta, e per questo la sua lettura può indurre emozioni molto intense e per le persone che hanno sofferto situazioni simili una sorta di identificazione con i tormenti e le contraddizioni di Martina. Il diario è impostato non come narrazione cronologica, ma rappresentando trasversalmente gli stati d’animo di Martina, attraverso i quattro capitoli “Le mie eterne ossessioni” “I miei piccoli e grandi attimi di felicità” “Momenti di depressione” e “Riflessioni”.
Da questo racconto appare come la causa scatenante dei disturbi del comportamento alimentare non sia solo la ricerca ossessiva di canoni di perfezione estetica, ma sia piuttosto una sorta di silente richiesta di aiuto da parte di persone che sentono più di altre la difficoltà ad adeguarsi a modelli sociali che possono essere di bellezza ed estetici, ma anche relativi agli “obblighi sociali” del matrimonio, del lavoro, della maternità.
Tutto questo è narrato con grande intensità in Fame d’amore, dove emerge come l’ossessione per l’aspetto fisico e il cibo della protagonista esprima la sua difficoltà a riconoscersi in una normalità sociale nello stesso tempo inseguita e vissuta con disagio e sofferenza anche negli aspetti apparentemente appaganti, come la maternità, la vacanza al mare, il rapporto con gli studenti, il matrimonio.
Leggendo questo libro non è difficile comprendere come nei meccanismi mentali e le fragilità raccontate dalla protagonista si possano riconoscere anche persone non apertamente affette da disturbi del comportamento alimentare.
La sottile linea rossa sulla quale Martina cerca di restare in equilibrio è quella dove si muovono tutti.
Un libro coraggioso che esce dalla retorica del pensiero positivo e della performatività oggi dominante: Martina riesce a trovare un suo precario equilibrio di vita solo accettando totalmente le sue fragilità e mettendo al primo posto il suo benessere psichico, una scelta che ancora oggi è vista dalla società con un velo di sospetto per una donna con una figlia.
Il libro è un invito a guardare oltre le apparenze: anche se in apparenza una ragazza può manifestare problemi del comportamento alimentare che sembrano partire dall’inseguimento di modelli inarrivabili di perfezione estetica, c’è sempre dietro una grandissima sofferenza interiore, una “fame d’amore” inappagata che la stessa persona che ne soffre si sforza di celare alla vista degli altri, fino a rischiare di crollare del tutto.
Fame d’amore: la mia lotta è una lettura di grande intensità emotiva che riesce a portare chi legge dentro la mente delle ragazze e delle donne che soffrono di anoressia e altri disturbi del comportamento alimentare, che oggi stanno aumentando forse proprio perché i modelli sociali, siano essi estetici o di comportamento, con l’avvento dei social network stanno diventando potenzialmente molto più invasivi che in passato, aiutando a liberarsi dai pregiudizi sociali che ancora pesano su chi soffre di questi disturbi.
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