martedì 26 novembre 2024

RECENSIONE "UN NEMICO DI PAROLE" di Davide Napolitano

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
Recensione "Un nemico di parole" dell'autore Davide Napolitano. 
A cura di Dario Zizzo.


Autore: Davide Napolitano
Genere: Narrativa storica

Disponibile in ebook a € 1,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 

Vincitore della XXIX Edizione del Premio 
Letterario Belli, indetto dall'Accademia Giuseppe Gioachino Belli di Roma (2017)



TRAMA:

Il libro è basato sulla storia vera di Gerhard Kurzbach, sottufficiale della Wehrmacht, il quale durante la seconda guerra mondiale salvò la vita a duecento ebrei polacchi, nascondendoli nelle officine di riparazioni meccaniche per veicoli militari di Bochnia, città del Governatorato Generale di Polonia.

Grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, il 19 dicembre 2011, Yad Vashem, l'Ente israeliano per la Memoria della Shoah, lo insignì dell'alta onorificenza di Giusto fra le Nazioni.

«Basterebbe un solo tedesco buono, e questo tedesco meriterebbe di essere difeso, perché grazie a lui non si avrebbe più il diritto di riversare l'odio su un popolo intero». Etty Hillesum, scrittrice olandese ebrea (1914-1943). 



È il primo romanzo di Davide Napolitano, di genere storico, basato sulla storia vera di Gerhard Kurzbach, sottufficiale della Wehrmacht che salvò centinaia di ebrei, ricevendo l’onorificenza di Giusto tra le nazioni dallo Yad Vashem, l’Ente israeliano per la Memoria della Shoah.
La genesi dell’opera risale al 27 gennaio 2017, 72° Anniversario del Giorno della Memoria, quando Davide Napolitano apprese questa storia, pensando che andasse raccontata: 

Così mi accostai a lui con delicatezza, umiltà e rispetto profondo, come si confà a uomini degni di essere considerati esemplari.

Secondo me a spaventare di più è come nella Germania, faro di cultura, possa essere allignato il virus del nazismo, per svilupparsi in una pandemia capace di infettare una buona parte del popolo, anche uomini che oggi potremmo definire “normali”, che, nel loro posto di lavoro, pensavano per esempio al tepore della loro casa, come fa il protagonista quando ancora non si è convertito:

Casa è dove nascono i ricordi, rimangono sempre dentro di noi.

Questa nostalgia dei muri domestici si rinviene anche nella sua citazione di una parte della canzone ‘Lili Marlene’, non vista di buon occhio dal regime per il suo carattere antimilitarista:

Se chiudo gli occhi il tuo viso mi appare come quella sera nella luce del lampione. Tutte le notti sogno ancora di ritornare, di riposare, con te, Lili Marleen.

C’è una sensibilità nel personaggio principale, pronta a saltar fuori da quella cappa di piombo sotto cui il nazismo tenne la Germania, lui è un campo fertile per quello che sarà un cambiamento netto: salvando gli ebrei in fondo salverà se stesso, concetto affermato dalla scrittrice Etty Hillesum: 

Basterebbe un solo tedesco buono, e questo tedesco meriterebbe di essere difeso, perché grazie a lui non si avrebbe più il diritto di riversare l’odio su un popolo intero.

Non si sa bene, come sottolineato dall’autore nella postfazione, la motivazione che portò il protagonista a salvare centinaia di ebrei, se sia stata di natura religiosa o politica; io credo che in fondo in un’epoca triste Kurzbach decise di non rinunciare all’umanità, a costo di correre il rischio più grande, il sacrificio della sua vita. È sempre una questione di scelte: farsi complice del più forte, girarsi dall’altra parte o decidere di dire "no".
L'unico neo di quest’opera è la presenza di qualche refuso.


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