mercoledì 7 agosto 2019

RECENSIONE "UNA RANA IN VALIGIA" di Cristina Origone



Buongiorno follower!
Franca Poli ha letto "Una rana in valigia" dell'autrice Cristina Origone, edito HarperCollins Italia





Autore: Cristina Origone
Genere: Romance

Editore: HarperCollins Italia
Collana: Elit Romance

Disponibile in ebook a € 3,99

Pagina autoreCristina Origone 




TRAMA:

Ophélie sapeva che non doveva lasciare quell'importante film nelle mani di Beatrice, incorreggibile sbadata. Ora si trova a dover inseguire lo sconosciuto che ha scambiato il suo trolley blu con quello dell'amica niente meno che su un volo per Santorini, Grecia. All'arrivo la aspettano alcune sorprese: nel trolley non c'è il film ma... altre curiosità; e lo sconosciuto non solo la invita a rimanere a casa sua finché non avrà trovato un volo di ritorno ma con il suo fascino e la sua dolcezza le sta letteralmente rubando il cuore. Ophélie può permettersi però di affidare il cuore a un uomo? Forse è meglio che torni a casa prima che tutta la sua vita vada a rotoli! 




Ho acquistato questo libro attratta dal titolo e dalla copertina. Non sempre però questo metodo di scelta si rivela giusto, quindi c'era il rischio di andare incontro a una delusione. Invece no! Il libro mi è piaciuto molto, merita veramente di essere letto.
Sono rimasta coinvolta nella storia fin dalle prime pagine, mi è risultato facile entrare in empatia con la storia stessa e con i vari protagonisti. Ho amato tutto di questo libro: la trama, l'ambientazione, in particolare Sestri Levante e Santorini, il modo di scrivere dell'autrice, i vari personaggi. Si legge velocemente, grazie appunto a una trama ben strutturata, che cattura pagina dopo pagina. La scrittura è molto accurata e lineare e i dialoghi risultano veloci e mai noiosi. Quelli che intercorrono tra la protagonista, Ophélie, e Beatrice, la sua migliore amica, sono veramente spassosi e divertenti.
La narrazione avviene in prima persona con il pov di Ophélia, che si alterna con i ricordi della “donna delle mandorle”, un'anziana signora con problemi di memoria di cui non rivelo l'identità per non fare spoiler. Inoltre, l'autrice ha inserito alcuni estratti tratti dal libro che sta leggendo Ophélia. Ho apprezzato questo metodo narrativo e anche l'idea di dedicare alcune pagine ai fatti accaduti negli anni quaranta. All'interno di questo romanzo si possono trovare due storie d'amore, che si intrecciano tra di loro e che poi danno vita a un finale veramente bello, sorprendente e per nulla scontato. Da un lato ci sono le vicende di Ophélie, del suo viaggio, non solo alla ricerca di una valigia, ma forse anche di se stessa, e dell’incontro con l’affascinante Jacopo. Dall’altro c’è la storia, un po' misteriosa, di Amalia/Celestina, incentrata sui ricordi di una donna che alterna momenti di lucidità a vuoti di memoria.
Il tutto ha inizio quando Beatrice comunica all'amica Ophélie che purtroppo all'aeroporto di Genova è avvenuto uno scambio di valigie. A quel punto Ophélie se vuole recupere il suo bagaglio, assieme al suo contenuto, deve per forza seguire lo sconosciuto che ha preso il suo trolley. Questo inseguimento la porta a Santorini. Lì avrà una deludente sorpresa. Nella valigia non c'è ciò per cui è volata fino in Grecia. Conosce, però, colui che è effettivamente il responsabile dello scambio... Jacopo Corti. Affascinante, sexy e misterioso, l'uomo la invita a rimanere come ospite suo e della figlioletta Chiara, nella villa che possiede sull'isola.
Quando parte da casa per andare all'aeroporto, prende il libro che il suo defunto padre stava leggendo prima di morire e che parla di una storia d'amore avvenuta negli anni quaranta, durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo fa in modo istintivo. Nemmeno lei riesce a spiegarsi il perché. Però si pone alcune domande: Come mai suo padre stava leggendo un romanzo rosa? E perché lei ne è talmente attratta e coinvolta emotivamente da non riuscire a smettere di leggerlo? Le vicende narrate sono vere, oppure sono frutto della fantasia dell'autrice?
Mi sono piaciuti sia Ophèlia che Jacopo. Lei è una giovane donna che ha sofferto molto dal punto di vista affettivo. Il divorzio dei genitori e una serie di amori sbagliati hanno fatto sì che si creasse una barriera intorno per non soffrire più. Così ha deciso di dedicarsi esclusivamente al lavoro e alle fidate amiche, in particolare Beatrice, anche se non riesce ad aprirsi totalmente nemmeno con lei, perché è restia a mostrare e svelare le sue emozioni più recondite. Non ha fatto però i conti con l'affascinante Jacopo…
Anche lui è una persona che ha sofferto affettivamente e come lei è restio a far trapelare le proprie emozioni. È vedovo con due figli, una bambina di circa sette anni e un ragazzo adolescente con il quale ultimamente i rapporti sono un po' tesi.
Tra i due scatta immediatamente una scintilla, un feeling a cui è difficile sottrarsi. Scoprono inoltre che sono molto simili. Entrambi delusi dalla vita, si sono chiusi in loro stessi, si sono persi. Riuscirà la splendida Santorini a fare la sua magia, ovvero a fare in modo che due anime che si sono perse riescano a ritrovare la via di casa, a ritornare a vivere, ad amare di nuovo?
Ho apprezzato molto anche gli altri personaggi. Fra tutti la sbadata e divertente Barbara e la dolce e furba Chiara che con la sua rana Margot ha avuto un ruolo fondamentale nell'incontro tra il padre e Ophélia. Ma anche Amalia, una donna forte che, quando era giovane, non si è piegata alla volontà della madre e che ripercorre nel ricordo la sua vita risalente alla seconda guerra mondiale.
E poi Luisa. Mi sono immedesimata immediatamente in lei. Avere una madre malata di demenza senile non è facile. È frustrante, snervante, non sai mai se ti riconosce oppure no.
Questo romanzo parla della perdita di una persona cara, della guerra con tutti gli orrori e la devastazione che si porta dietro. Delle difficoltà incontrate da chi deve seguire un familiare sofferente di una malattia che intacca la memoria, problema che io purtroppo conosco bene. In questo caso, l'autrice è stata brava a descrivere i vari cambi di umore di Celestina e della difficoltà che ha la figlia a gestire la madre. Ma parla anche di una bella amicizia tra Ophélia, la sbadata Beatrice e le altre ex compagne di scuola.
Mi è piaciuta la storia/leggenda del Mandorlo, che io sinceramente non conoscevo:

«Acamante era un eroe greco, figlio di Fedra e Teseo. In viaggio verso Troia, sostò per qualche giorno in Tracia e conobbe la principessa Fillide. Quando i loro sguardi si incrociarono, nacque un tenero e sconvolgente amore. Ma il destino di Acamante era segnato dalla guerra di Troia: la ragazza attese dieci anni e, venuta a conoscenza della caduta di Troia, non vedendo alcuna nave all'orizzonte, immaginò che Acamante fosse morto e si lasciò morire di dolore. La dea Atena impietosita dalla storia degli innamorati trasformò Fillide in un mandorlo e quando Acamante, in realtà ancora in vita, seppe di questa trasformazione si recò nel luogo dove c'era l'albero e l'abbracciò. Fillide sentì quell'abbraccio e, in cambio, fece spuntare dai rami dei piccoli fiori bianchi. Quando in primavera i rami fioriscono, testimoniano il loro amore eterno».

A questo punto non mi resta che complimentarmi con Cristina Origone e consigliarvi questo libro al cui interno troverete una storia travolgente e coinvolgente che mi ha fatto piangere, ridere e mi ha trasmesso tante emozioni.


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