giovedì 30 gennaio 2020

"LA DODICESIMA CHIAVE DEL CUORE" di Maria Sabina Coluccia



Buon pomeriggio amici lettori!
Nuova segnalazione: "La dodicesima chiave del cuore" dell'autrice Maria Sabina Coluccia, edito Le Mezzelane






Autore: Maria Sabina Coluccia

Genere: Romance

Casa editrice: Le Mezzelane

Disponibile in ebook a € 5,49
e in formato cartaceo a € 12,36



TRAMA:

Sophie Du Soleil, giovane erede della fortuna economica di suo padre, Louis, un produttore di liquore francese, si ribella al suo destino che sembra già tracciato e abbandona la casa natale, a Carcassonne, per inseguire i suoi sogni di artista, ad Avignone. La rottura con la famiglia sembra insanabile, finché nella vita di Sophie entra Riccardo De Brunis, avvenente avvocato italiano, che ha scelto di vivere nella città cara al suo poeta amato, Francesco Petrarca, per sfuggire a dolorosi ricordi. Tra Sophie e Riccardo nascerà l’amore, che dovrà farsi strada tra mille difficoltà. Insieme intraprenderanno un difficile viaggio alla scoperta di quelle parti mancanti di se stessi, perse nel corso della loro vita, fino a ricomporre il disegno che li vuole uniti. L’occasione sarà data da una vecchia profezia sul futuro della fabbrica di liquore, che il padre di Sophie, malato, affida alla figlia. Scoprire il pezzo mancante alla soluzione del rebus consentirà a tutti di ritrovare l’essenza dell’amore. Il viaggio di Sophie e Riccardo si svolgerà sul piano fisico e simbolico: attraverserà i luoghi della Francia dove il grande poeta italiano ha lasciato le sue tracce e si snoderà trai sentieri impervi della poesia petrarchesca e dell’alchimia, conducendo infine i protagonisti, quando tutte le maschere saranno cadute, a rinascere, come la mitica Fenice. 



BIOGRAFIA:

Maria Sabina Coluccia nasce il 20 febbraio 1966 ad Ancona, nelle Marche, dove vive e insegna. Laureata in Lettere Moderne a Urbino, ha frequentato anche L’Istituto per la Formazione al Giornalismo. Ha svolto la professione giornalistica fin da giovanissima come collaboratrice, per la redazione anconetana del quotidiano bolognese Il Resto del Carlino, in seguito come redattrice nella redazione centrale del quotidiano locale Corriere Adriatico, occupandosi prevalentemente di cronaca, cultura, spettacoli. I suoi interessi maggiori sono la scrittura e le discipline esoteriche e di frontiera. Diversi suoi racconti sono stati pubblicati in varie antologie. Ha realizzato, con l’autrice romana Loriana Lucciarini, Racconti di Stelle al bar Zodiak, dodici racconti a sfondo astrologico, commentati in chiave karmica con approfondimenti mitologici. Con la stessa autrice ha curato L’amore tantrico è un piatto vegano, ma in crociera no! romanzo collettivo, edito da Le Mezzelane Casa Editrice. Per Delos Digital ha pubblicato il racconto lungo fantasy Il canto della foglia dorata. Ha partecipato a diversi concorsi letterari con ottimi risultati. 
La dodicesima chiave del cuore è il suo ultimo romanzo pubblicato con Le Mezzelane Casa Editrice.



DICE L’AUTRICE:

Se dicessi in giro che questo romanzo si è presentato a me in modo autonomo e si è imposto alla mia attenzione, la gente mi prenderebbe per pazza. Però è proprio così che è andata. Qualche anno fa feci una vacanza con la mia famiglia nel Sud della Francia e prima di partire tracciai l’itinerario con una certa precisione. Toccava i luoghi che sono diventati teatro della narrazione della storia di Sophie e Riccardo, i protagonisti de La dodicesima chiave del cuore. Non avevo ancora neppure pensato di scrivere il romanzo, ai tempi di quel viaggio. Desideravo solo fare un’esperienza in un luogo che mi ha sempre “chiamato”, la Francia, in particolar modo quella del Sud. Ricordo per esempio che mi ostinai a visitare il piccolo paese dove si trovano la Torre Magdala e la chiesetta dedicata a Maria Maddalena, alle porte dei Pirenei francesi, nei Paesi Catari, spinta dalle suggestioni che avevo colto dalla leggenda sull’arrivo della Santa in terra di Francia. Carcassonne, il luogo da cui tutto inizia in questo romanzo, era già nel mio immaginario da tempo e desideravo visitarla. Non sono accaduti eventi particolari durante quel viaggio, a parte una specie di riconoscimento interiore con le atmosfere di quei luoghi, con lo Spirito di quei paesaggi. Rientrata in Italia, mesi dopo, iniziai la stesura del romanzo. Il primo passo fu la ripresa del Canzoniere petrarchesco. Cercavo qualcosa di preciso, tracce di un Petrarca meno conosciuto ai più, un poeta che si intendesse di alchimia. Cercai, studiai e trovai. Esaminai e mi appuntai i passaggi esoterici del Canzoniere, che sono la strada su cui cammina il protagonista maschile del romanzo, Riccardo, il filo che egli tiene saldamente in mano e che serve a Sophie per non perdersi, nella ricerca della sua essenza. Non sbaglio se affermo che questo romanzo lo hanno scritto loro, Riccardo e Sophie.
Di notte sognavo interi capitoli, scene, dialoghi e spesso mi svegliavo la mattina prestissimo con l’urgenza di fermare quelle informazioni sulla carta, prima di perderle. Non sbaglierei molto se affermassi che il romanzo è nato e si è sviluppato mentre dormivo. Nei momenti liberi dal lavoro o da altri impegni familiari, organizzavo le idee, davo forma e vita ai personaggi e quando mi bloccavo aspettavo la notte, sicura che mi avrebbe portato il pezzetto mancante per continuare a scrivere la storia. Ho scritto anche altro, nel frattempo, ma questo lo ritengo un romanzo che mi è stato in un certo modo ispirato da una dimensione diversa da quella in cui vivo. La stessa percezione l’ho avuta con il racconto fantasy pubblicato con Delos Digital, Il canto della foglia dorata. A volte mi sposto in altre dimensioni, oniriche, fantastiche, ma perfettamente reali e concrete nella mia testa. C’è chi le chiama vite parallele, chi vite precedenti. Io non lo so cosa siano, so solo che lì trovo le parole che mi servono. E diventano storie. Quello che mi fece fermare a riflettere però fu la nascita del titolo. La dodicesima chiave del cuore mi arrivò come un fulmine, all’improvviso, subito. Non conoscevo ancora, quando mi misi a scrivere, Le dodici chiavi della filosofia, di Basilio Valentino, monaco benedettino tedesco del quindicesimo secolo, autore di vari trattati di alchimia. Mi portò Riccardo, il mio protagonista maschile, a imbattermi in quell’opera, che magicamente si incastrava alla perfezione con la storia che stavo scrivendo. Io ero partita, in maniera piuttosto accademica, da insegnante che sono, da Francesco Petrarca. Strada facendo è apparso Basilio Valentino, con le sue Dodici chiavi della filosofia. Due titoli per alcuni versi simili, nel numero dodici, nel trattare di alchimia, seppur in modo diverso. Chissà che insieme, il poeta e l’alchimista non mi abbiano utilizzato per parlarci di mistero, poesia, amore e alchimia? Io credo di sì. 






BREVE ESTRATTO:

Capitolo primo – Acquaceleste
L’ultima confezione di sapone al profumo di mughetto decorato con spighe di lavanda faceva bella mostra di sé in vetrina, nell’angolo dedicato agli “oggetti di una volta” che facevano impazzire di desiderio le clienti di mezza età del mio atelier in Place du Palais, al quale avevo dato nome Cose di un tempo antico.
Acquaceleste era un sapone dall’elegante forma di cigno bianco, circondato da una nuvola di pizzo e tulle. Suggeriva sensazioni di altri tempi: un misto di nostalgia e tenerezza, di infanzia perduta e di innocenza.
L’annusavo rapita, soddisfatta del mio estro creativo, della maestria con cui avevo saputo far sposare, ancora una volta, pizzi, nastri, colori, profumi e forme.
Il mughetto annuncia per tradizione l’arrivo della primavera, promesse d’amore mantenute. Acquaceleste avrebbe avuto il successo che meritava e avrebbe portato la primavera nel cuore di chi lo avrebbe acquistato. Ero persa in queste considerazioni, quando un uomo entrò nell’atelier. Il mio mondo fatto di piante succulente e aromatiche, impreziosito da nastri e pizzi, saponette ed eleganti boccette di profumo, lo accolse. Diedi uno sguardo all’orologio appeso alla parete. Il timone della vecchia barca di papà, l’unico ricordo che avevo portato con me da Carcassonne quando avevo lasciato la mia famiglia dopo la laurea in chimica, era stato restaurato e adattato a orologio. Scandiva il tempo con un fiore per ogni ora del giorno. In quel momento le lancette si trovavano in corrispondenza del mughetto: le sei del pomeriggio. Sapevo che quello sarebbe stato l’ultimo cliente della giornata. Avevo un appuntamento importante con Philippe, il mio fidanzato, che non vedevo da un mese, e avevo intenzione di chiudere in orario.
«Buonasera signorina», esordì l’uomo avanzando con timore, attento a non urtare i lavori esposti sugli scaffali più bassi. Si avvicinò al banco e prima di parlare mi sorrise. «Sto cercando un regalo per una persona speciale e ho notato in vetrina un bellissimo cigno bianco».
I suoi occhi neri e profondi si posarono su Acquaceleste, poi tornarono subito a me, creandomi un inspiegabile imbarazzo. La sua pelle abbronzata contrastava in modo gradevole con il completo di lino chiaro che indossava. Un ciuffo di capelli neri gli ricadeva sulla fronte.
«Buonasera e ben arrivato nel mio negozio speciale. Io sono Sophie e, come può vedere, qui ci sono tantissimi oggetti belli e magici. Se vuole può dare un’occhiata, prima di decidere». Lui alzò lo sguardo all’orologio. «Bello, quel timone. È in vendita?» 


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