giovedì 8 luglio 2021

"ROGUE RASCAL - JACK" di Kylie Gilmore

 

Buongiorno follower!
Vi segnalo "Rogue Rascal - Jack", romanzo di recente pubblicazione 
dell'autrice Kylie Gilmore, nono volume della serie "I Rourke".



Autore: Kylie Gilmore
Serie: I Rourke Vol.9

Genere: Romance Contemporaneo

Casa editrice: Extra Fancy Books 

Disponibile in ebook a € 4,99
E in formato cartaceo a € 10,99

Pagina autore: Kylie Gilmore Author



TRAMA:

Ciò che succede a Las Vegas mi segue a casa… ed è la sorellina del mio miglior amico.
Jack
Io sono il buontempone, quindi, quando il mio miglior amico mi incarica del suo addio al celibato, è ovvio che siamo tutti diretti a Las Vegas. Dopo la nostra notte folle mi sveglio in una stanza d’albergo che non conosco, con una fede al dito. Peggio ancora, c’è un velo da sposa sul comodino.
Poi mi rilasso. Ah-ah, molto divertente, ragazzi. Sono il re degli scherzi e i miei amici si stanno vendicando.
Ma poi appare la mia sposa e comincia il vero incubo. È Riley, la sorellina del mio miglior amico, ed è cresciuta e, gulp, sposata. Con me. Il mio miglior amico mi aveva proibito perfino di guardarla, per via della mia reputazione di donnaiolo.
Deve finire, e in fretta.
Solo che, non so come, mi trovo sempre più coinvolto nella sua vita, mentre cerco di limitare i danni, e succedono cose strane mentre cerchiamo di porre fine al nostro matrimonio…
Ci sto ripensando…

Commedia romantica standalone con un lieto fine da svenire. Nessun cliffhanger.


BREVE ESTRATTO:

Jack
Dove sono? Sbatto le palpebre un paio di volte mentre metto a fuoco la stanza d’albergo, nella luce brillante di una mattina a Las Vegas. Questa non è la mia stanza. Sono assetato e la testa mi sta uccidendo. Dev’essere stato un addio al celibato da sballo ieri sera. Ovvio, l’avevo organizzato io, essendo il testimone. Ho fatto tutte le cose giuste. Io e i ragazzi siamo volati da New York a Las Vegas per tutto il pacchetto: gioco, bevute, spogliarello. Bisogna farlo, prima che il mio amico sia incatenato a vita. Poveretto. Mi volto sul fianco e vedo la cosa più allarmante che uno scapolo irriducibile come me possa vedere...
Un velo da sposa sul comodino.
Mi appoggio sui gomiti e vedo un abito bianco, con le paillettes, drappeggiato su una sedia. Un abito da sposa? Un momento. Ricordo quel vestito. C’era una festa di addio al nubilato in uno dei club e ho ballato con una donna che indossava quell’abitino bianco e sexy. Da lì in poi i miei ricordi sono confusi. Merda. Ho rubato la sposa di qualcuno? Non era nemmeno il mio tipo... tutta genuina e innocente, arrossiva quando flirtavo con lei. Le cose si mettono male.
Ispeziono la stanza e vedo un paio di scarpe rosse con il tacco alto in un angolo. Nessun segno della sposa. Non c’è una borsa e nemmeno una valigia in vista. I miei vestiti sono sul pavimento. Sbircio sotto le coperte. Okay, indosso ancora i boxer. Forse volevo solo mettermi comodo per dormire ieri sera. Giusto? Non ho veramente fatto sesso con la sposa di qualcun altro. Sarebbe stata una cosa veramente orribile da fare. Posso anche essere quello che spinge tutti gli altri a godersi una notte selvaggia, ma non sono sconsiderato e non rovinerei mai una coppia.
Alzo la mano sinistra. Gulp. Una fede d’oro. No, no, no. Che cosa diavolo è successo ieri notte?
Fisso il velo sul comodino e mi accorgo che sotto c’è qualcosa. Forse è un indizio su cos’è successo ieri sera. Alzo il velo e trovo una brochure con l’immagine di una sposa sorridente e c’è scritto a grandi lettere sopra: Love Struck Wedding Chapel. Un nastro azzurro la proclama “La migliore di Las Vegas”! In fondo c’è la scritta: pacchetti nuziali convenienti! Così dozzinale.
Mi rilasso, sdraiandomi. Indizi piantati appositamente e nessuna sposa in vista? So che cosa sta succedendo. I ragazzi mi stanno giocando la madre di tutti di scherzi, facendo in modo che sembri che mi sia sposato a Las Vegas. Ah-ah. Per un momento ci sono veramente cascato. Se non avessi questo maledetto mal di testa lo avrei capito immediatamente.
Respiro. Gesù, sono veramente contento di non aver accidentalmente rubato la sposa di qualcun altro mentre ero ubriaco. Okay, ammetto di essermi meritato questo scherzo dopo tutti quelli che ho giocato ai miei amici. È un po’ la mia caratteristica. Il mio primo scherzo l’ho fatto il giorno in cui sono nato. Avrei dovuto nascere il primo di aprile, un vero pesce d’aprile, ma l’avevo tirata in lungo ed ero nato il due. Te l’ho fatta, mamma! I miei genitori lo ripetono sempre, chiamandomi canaglia. Pensavano che, visto che ero il terzogenito, il travaglio sarebbe stato facile. No. Io sono quello che causa sempre guai.
Sento lo sciacquone e mi metto seduto di colpo, rimpiangendolo immediatamente quando la stanza comincia a girarmi attorno. C’è qualcuno in bagno. Mi ci vogliono un paio di minuti perché la stanza torni a fuoco. L’acqua sta scorrendo. Come avevo fatto a non notare che la porta del bagno era chiusa? È la sposa? Forse è uno dei ragazzi che sta per uscire, con un grande abito bianco spumeggiante per farmi uno scherzo. Sarebbe proprio da Sam fare una cosa del genere. È lo sposo, il mio miglior amico, quello che subisce la maggior parte dei miei scherzi. Si fanno scherzi solo a quelli cui si vuole bene.
«Ehi?» gracchio. Ho bisogno d’acqua.
Tiro indietro le coperte e raccolgo i jeans dal pavimento, infilandomeli. Controllo il portafogli: il preservativo di emergenza è ancora lì. E se in bagno ci fosse la sposa? Merda, merda, merda. Potrebbe potenzialmente essere un disastro. Perché non riesco a ricordare la notte scorsa? Non mi ubriaco mai tanto da perdere i sensi. Mi hanno drogato? Non riesco a credere che i miei amici farebbero una cosa simile, anche in nome di uno scherzo colossale. Sam, Rick, Mike e io siamo amici da otto anni oramai, da quando Sam si è trasferito dall’altra parte del corridoio. No, non lo farebbero mai. E può significare una cosa sola: sto per incontrare la mia sposa.
Fisso la porta del bagno, paralizzato. Pensa! Ricordo un locale di spogliarelli, di aver bevuto in un club e poi altri drink. Ci siamo imbattuti in un addio al nubilato con quella ragazza carina e genuina. Aspettate. L’addio al nubilato era per la fidanzata di Sam. Non avrebbe dovuto vederla prima del matrimonio, per qualche vecchia tradizione, e la cosa non aveva senso, visto che il matrimonio ci sarà solo la settimana prossima. Ci eravamo andati lo stesso perché dovevamo vederla. Ero rimasto impegolato con il resto delle damigelle, a flirtare, bere, ballare. Sam se n’era andato a pomiciare in un angolo con la sua fidanzata. Io stavo ballando con un gruppo di donne, poi era rimasta solo la donna con l’abito bianco con le paillettes. Quel vestito, che aderiva a un corpo incredibile. Ballava dietro di me, strofinandosi contro la mia schiena in modo sexy e all’inizio non sapevo chi fosse. Oh, cazzo. No, non ditemi... non è possibile. Non con lei. Sam mi aveva avvertito di non avvicinarmi a lei, la sua sorellina. Non è così piccola, è solo così che la vede Sam. Non può essere lei.
Per favore, ditemi che non è lei.
Fisso il vestito bianco con le paillettes drappeggiato sopra la sedia e mi dico che è tutto uno scherzo. Uno dei ragazzi deve aver organizzato tutto. Ci hanno visto ballare e hanno pensato che sarebbe stato uno spasso. Giusto. Dev’essere così.
Okay, ragazzi, il divertimento è finito.
Vado lentamente verso il bagno, faccio un respiro profondo e busso.
La porta si apre. No-o-o-o-o!
Riley Walsh mi guarda con un sorriso quasi timido. Adesso ha ventisei anni, credo. La conosco da quando ne aveva diciotto e avevo mantenuto le distanze per tutti quegli anni, su ordine di suo fratello. I capelli castano scuro lunghi fino alle spalle sembrano una cascata di lucida seta, ha una quantità minima di trucco e indossa una blusa bianca, pantaloni neri e ballerine nere. Perfino per Las Vegas si veste come la contabile che è. La blusa la copre fino al collo, ha le maniche che arrivano sotto il gomito e scende fluida sotto la vita. Diversamente dall’abito di ieri sera, che aderiva a una figura a clessidra che non sapevo esistesse. Nessuna meraviglia che mi fossi confuso con Riley vestita in quel modo. Ubriaco, dovevo averla seguita in albergo. Questa dev’essere la sua stanza, ma lei è ordinata e non lascia le cose buttate in giro per la stanza come faccio io.
La fisso mentre viene verso di me. Per favore, ditemi che non è successo niente a letto stanotte. Per favore ditemi che non siamo sposati. Sembra che non riesca a trovare la voce, la lingua sembra troppo spessa. La mia mente ha bloccato il ricordo del matrimonio perché è il più grosso errore della mia vita e Sam mi ucciderà?
«Niente da dire alla tua sposa?» mi chiede.



Kylie Gilmore è l’autrice Bestseller di USA Today delle serie: I Rourke; The happy endings Book Club; The Clover Park e The Clover Park STUDS. Scrive romanzi rosa umoristici che vi faranno ridere, piangere e allungare le mani per prendere un bel bicchiere d'acqua.
Kylie vive a New York con la sua famiglia, due gatti e un cane picchiatello. Quando non sta scrivendo, tenendo a bada i figli o prendendo debitamente appunti alle conferenze per gli scrittori, potete trovarla a flettere i muscoli per arrivare fino all’armadietto in alto, dove c’è la sua scorta segreta di cioccolato.


Nessun commento:

Posta un commento