domenica 21 agosto 2022

RECENSIONE "LA CUFFIA BIANCA" di Antonella Fraternali

 

Buongiorno follower, buona domenica!
Vi lascio la recensione al romanzo "La cuffia bianca" dell'autrice 
Antonella Fraternali, edito Giuliano Ladolfi Editore. 
A cura di Laura Altamura.



Autore: Antonella Fraternali

Genere: Narrativa 


Disponibile in formato cartaceo a € 14,25

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TRAMA:

«Avevo già dimenticato i particolari del viso di Andrea, ma l'odore non potevo dimenticarlo, lo sentivo ancora sui miei capelli, anche se sapevo che non c'era più... Il suo odore aveva risvegliato i miei sensi, assopiti da troppo tempo nell'indifferenza. Mi ero trascinata in quella vita, dove i sogni servivano a non abituarmi alla mancanza d'amore». 

Isabella, una giornalista precaria della Rai, durante una vacanza in Sardegna stringe amicizia con Augusta, donna matura e passionale, che intuisce il suo segreto, nascosto dietro ad una apparente vita tranquilla. Qualche estate dopo, tra confidenze e consigli, tra spiagge mozzafiato e notti stellate, Isabella viene sconvolta dall'incontro con Andrea. Affascinata dai suoi occhi turchini, lei cerca di evitarlo, ma tra i due nasce una forte attrazione sensuale, mentre Augusta le racconta la bellezza dell'amore e la magia del mare, fino all'ultimo misterioso saluto.


Isabella Monacali è una donna dal buon carattere, ex ballerina, che, pur avendo lavorato come giornalista precaria della Rai, non ambisce a un posto dirigenziale ma ha sempre dato priorità alla sua famiglia dedicandosi al piccolo Alessandro con amore e pazienza.
Suo marito, di contro, è un uomo distratto, “schiavo” della famiglia di origine, tradizionale integralista nel senso deleterio del termine. Un partner poco attento alle sue esigenze di donna, scarsamente attratto da una moglie che si è donata a lui fin da giovinetta e che cerca in lui una passione sensuale poco corrisposta.
La sua vita monotona verrà stravolta da due incontri: Augusta, una donna anziana che si lega a lei, narrandole la sua vita e le sue emozioni anche trasgressive, e Andrea, l’Amore per antonomasia.
Augusta è una donna d’altri tempi, elegante, a tratti misteriosa, e fra le due si instaura un legame inossidabile di quelli che dureranno nella vita e ben oltre la morte “fisica”.
Sarà lei a insegnare al cuore puro di Isabella a sapersi ascoltare e a volersi bene, in un intreccio di confessioni e confidenze.
Ho visto in Augusta una sorta di alter ego più maturo e sapiente della protagonista, un faro nel suo cammino incontrato proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno, data la sua inerzia nell’uscire da una vita che, pur standole stretta, non riusciva a gettarsi alle spalle.
Un trionfo delle figure femminili, amicizia, solidarietà fra donne sono i valori che trapelano.
E poi c’è l’uomo che riesce a rubarle l’anima accompagnandola verso la sperimentazione del piacere intenso e multisensoriale, del donarsi nel senso più pieno del termine.
L’autrice ha descritto in maniera impeccabile cosa accade quando il cuore di una donna, sopito, anestetizzato, quasi ammorbato dalla quotidianità triste e insoddisfacente di un matrimonio di facciata, si risveglia all’amore. Qualcosa che succede spesso e a cui, molte donne, non prestano ascolto per paura del cambiamento o del giudizio dei familiari o, in senso più ampio, della società.
Il timore di far soffrire il bambino, costringendolo ad accettare la separazione dei genitori, fa di Isabella una donna squisitamente umana e realistica.
A proposito di canoni imposti, riporto due passaggi da cui si evince che lo spettro della famiglia perfetta, con figli, sia uno standard a cui molte di noi (e molti uomini) sentono la necessità di conformarsi, rinunciando spesso alla serenità:

«No, mamma! Tu hai ragione a dire che nessun matrimonio è perfetto, però non puoi dirmi cosa devo sentire... è da tanto tempo, ormai, che non amo più Gabriele, e non posso farci niente, perché... credo che abbia sempre avuto qualche altra... persona»
Ce ne sono alcuni che riescono ad avvertire la nostra anima femminile, che ci amano con una passione che potrebbe essere quella di una donna e sanno di non possederci mai veramente, come ogni femmina sa che non potrà mai possedere un maschio.

Gli amori nascono, crescono, si spengono e tutto passa, tutto scorre via. La famiglia invece no, resta, è lì, l’unico potente legame con le persone da amare per sempre, l’unica eredità davvero preziosa da lasciare ai figli. Il vincolo di sangue che i nonni hanno tramandato ai genitori, l’attaccamento profondo delle radici nella terra, solido come le querce, caldo come il sole.

Qualche intrigo e dei segreti sono la ricetta giusta per una trama avvincente e scorrevole.
La presenza di dialoghi e la narrazione in prima persona conferiscono snellezza al tutto, rendendo il romanzo molto godibile.
La caratterizzazione dei personaggi è ben definita, come pure lo sfondo, la Sardegna, questa terra apparentemente brulla e ostile ma popolata da persone genuine e schiette.
Ho percepito tanta profondità e capacità di introspezione in una storia che ha il sapore buono dei valori essenziali.
Concedetevi questa lettura gradevole, non ve ne pentirete!


1 commento:

  1. Grazie a Laura Altamura non solo per aver letto la cuffia bianca, un grazie davvero sentito per averlo interpretato, cogliendo sfumature tra le righe. E grazie a Silvia Cossio per avermi prestato attenzione. Mi sento fortunata 🙏🕉️ 😍

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