Vi segnalo "Sono solo coincidenze" il nuovo romanzo dell'autore Domenico Carpagnano, edito Bertoni Editore.
Titolo: Sono solo coincidenze
Autore: Domenico Carpagnano
Genere: Giallo
Casa editrice: Bertoni Editore
Disponibile in formato cartaceo a € 16,62
Contatti autore: Domenico Carpagnano
TRAMA:
In via del Topo, a Perugia, un vicolo del centro storico, viene rinvenuto il corpo senza vita di una donna priva di documenti, morta per accoltellamento. Gli unici elementi che il commissario Giorgio Anselmi avrà a disposizione per cercare di identificarla e scoprirne l’assassino saranno un cellulare, trovato a pochi passi dal cadavere, delle chiavi, il furto in un appartamento a cui si accede dallo stesso vicolo e una scritta sul muro dal significato oscuro: Ricordati che non c’è nessun posto al mondo in cui Dio non possa trovarti. A mano a mano che le indagini andranno avanti, la storia si arricchirà di personaggi (un avvocato colpito dall’ictus, i figli, i generi e il suo medico di fiducia, una babysitter, una badante e altri ancora), che, anziché aiutare il commissario a ricostruirla, contribuiranno a ingarbugliargliela con i loro alibi farlocchi e probabili moventi. Toccherà ad Anselmi lavorare sugli indizi e cercare di separare le coincidenze da quelle che tali non sono.
PRESENTAZIONE:
Il 30 ottobre è ritornato nelle librerie, con i tipi della Bertoni Editore, Domenico Carpagnano - pugliese d’origine, ma umbro d’adozione - con il suo “Sono solo coincidenze”, un noir che, come inedito, ha già ricevuto una menzione d’onore al Festival Giallo Garda 2020.
Come nei precedenti romanzi, Carpagnano ha ambientato la storia tra i vicoli del centro storico di Perugia.
Il protagonista è sempre il commissario Giorgio Anselmi, un poliziotto gattaro, ben lontano dall’archetipo dell’investigatore supereroe a cui ci ha abituati la letteratura di genere, ma non per questo meno capace, tra i mille inciampi, di risolvere il caso su cui si ritrova a indagare. Anselmi non ha un buon rapporto con il sangue, è sovrappeso, pigro, insonne, la mattina ha difficoltà a carburare, ama la sintesi, e, alla ricerca di qualcosa che l’aiuti a smettere di fumare, ha trovato il succedaneo nei Baci Perugina, i quali - è quello che sostiene per giustificarne l’abuso - non solo lo rilassano come e più delle sigarette, ma lo aiutano anche a pensare. In “Sono solo coincidenze”, indaga sull’omicidio di una giovane donna, ritrovata cadavere in via del Topo, una traversa di via della Viola, il vicolo che Carpagnano descrive come “una stradina in discesa e senza uscita che di giorno incantava per la sua bellezza e di notte era un buco nero, pronto a inghiottire chiunque vi si fosse avventurato. Un budello stretto e lungo non più di quaranta/cinquanta metri che, per come era fatto, in qualunque punto ci si fosse messi, non ci sarebbe stato modo di apprezzarlo in tutta la sua lunghezza.”
I personaggi con cui avrà a che fare nel corso delle indagini sono un anziano avvocato, costretto all’immobilità assoluta a causa di un ictus, i suoi due figli, il genero e la nuora, il suo medico curante, la giovane badante, una colf impicciona, e, ancor prima, in ordine di tempo, due ragazze: una studentessa universitaria fuori sede e una babysitter, che coabitano in un appartamento di via del Topo.
Per cercare di ricomporre il puzzle, il commissario dovrà chiedersi se e cosa c’entrino questi personaggi con l’omicidio e se siano solo delle coincidenze la scritta (Ricordati che non c’è posto al mondo in cui Dio non possa trovarti) comparsa qualche giorno prima sul muro di fronte a casa delle due ragazze, il furto che quelle hanno subito nel loro appartamento, proprio la notte dell’omicidio, e il fatto che il cellulare di una delle due sia stato rinvenuto per strada, a qualche metro di distanza dalla povera vittima.
“La soluzione, quella vera, inaspettata, lineare, lampante”, come ha scritto una lettrice in una recente recensione, arriverà alla fine, lasciando “nel cuore un senso caldo di umanità, di rispetto della persona, fosse pure quella di un assassino.”
Carpagnano, al quale abbiamo chiesto come mai, anche questa volta, abbia scelto di ambientare la storia a Perugia, anziché nella sua regione d’origine, ci ha risposto che i vicoli medievali del centro storico sono la location perfetta per chi scrive gialli, cosicché non è stato costretto a inventarsi nulla, essendosi limitato a raccontarli per quello che sono, in tutta la loro straordinaria bellezza. “E poi,” ha concluso “perché non fare un piccolo spot per la città che mi ha accolto e per il prodotto (il Bacio Perugina) per il quale è famosa in tutto il mondo?”
BREVE ESTRATTO:
«Il suo compito» aveva raccomandato Maria, la figlia dell’avvocato, a Rosaria - quando con Sofia, la cognata, l’aveva scelta tra quelle che avevano risposto all’annuncio di lavoro - «dovrà essere di occuparsi esclusivamente di nostro padre.»
A mettere ordine in casa e a preparare da mangiare ci avrebbe pensato Ylenia, la signora delle pulizie.
Purtroppo non si era fatto avanti nessun uomo e se avevano preferito lei alle altre, era perché aveva un fisico robusto. Giusto quello - almeno così le avevano detto quando l’avevano scelta - che sarebbe servito a una donna della sua età per gestire da sola un corpo malandato come quello dell’avvocato, che, benché fosse molto magro, non sarebbe stato certamente semplice da governare. Per come era messo, infatti, era facile prevedere che non sarebbe stato molto collaborativo.
A causa dell’ictus, i movimenti di Pansini erano quasi interamente compromessi e il suo eloquio - per quanto non pregiudicato - non era più fluido come quello di una volta, quando le parole erano la sua arma vincente ed era grazie a quelle che era riuscito ad accumulare un’immensa fortuna.
Le frasi che gli uscivano dalla bocca, a causa della paresi facciale, avevano un suono che non solo non riconosceva più come il suo, ma neppure gli piaceva. Era per questo che, quando poteva, preferiva stare zitto, piuttosto che accettare la sofferenza di doversi ascoltare.
Per chi si sarebbe dovuto occupare di lui, l’unica consolazione era che i suoi attacchi d’ira erano celati dall’impossibilità che aveva di esprimerli con i gesti e con le parole. A dimostrarlo c’erano solo il colore paonazzo del suo viso e quel suo farfugliare incomprensibile. Sì, perché - se quando era calmo non aveva grandi problemi a farsi capire e a reggere una conversazione, anche lunga - quando era agitato le parole gli si attorcigliavano e, sovrapponendosi le une alle altre, venivano fuori oscure come geroglifici.
«Ci auguriamo» aveva aggiunto Sofia, la nuora del povero Pansini, in occasione dell’assunzione di Rosaria - dando per scontato che non tutte le aspiranti a quel lavoro sarebbero state disposte a farlo e tacendole che qualcuna, prima di lei, se n’era già tirata fuori - «che non abbia problemi con la nudità del corpo di un uomo. Sa, mio suocero non è in grado di lavarsi da solo e, prima di assumerla, dobbiamo sapere se questo possa crearle un qualche imbarazzo. Sebbene sia un uomo malato,» aveva aggiunto premurosa, come volesse mettere le mani avanti nel caso in cui qualcosa fosse andata storta, «è pur sempre un uomo, per cui comprenderemmo benissimo il suo eventuale disagio.»
Rosaria aveva risposto senza pensare che per lei quello non era un problema, anche se - non avendo nessuna esperienza sull’argomento - non poteva certo dire di esserne sicura.
Ci teneva molto a quel lavoro perché si lasciasse impressionare da quel dettaglio così secondario. Del resto, l’avvocato, oltre all’handicap derivatogli dall’ictus, aveva superato da un pezzo i settant’anni e, pelle e ossa com’era, se anche - a dispetto delle sue condizioni fisiche - avesse mostrato di avere una qualche vitalità sessuale, difficilmente avrebbe potuto rappresentare un pericolo per lei. Sempre che, ovviamente, Sofia avesse voluto alludere a quello quando le aveva parlato di imbarazzo e non l’avesse fraintesa.
Domenico Carpagnano, avvocato, è nato nel 1954 a Barletta, dove ha esercitato la libera professione fino al 2013.
Nel 2014 si è trasferito a Perugia, città nella quale ha completato gli studi universitari, per dedicarsi a tempo pieno alla pittura e alla scrittura.
Dopo “Per una vita rubata”, il suo romanzo d’esordio (del 2016), ha pubblicato con i tipi della Bertoni Editore “La verità comoda” nel 2018 e “Gli occhi della Basilica” nel 2019. Con “La verità comoda” è stato finalista al Premio letterario “Le notti di Barliario - Salernoir 2019” e ha ricevuto una menzione al Festival Lecceingiallo 2020.
Oggi si ripresenta ai suoi lettori con “Sono solo coincidenze”, un giallo che - come gli altri - è ambientato nel capoluogo umbro e ha già ricevuto una menzione nella categoria inediti al Festival Giallo Garda 2020.
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