Recensione "Resta in noi" di Stefania De Girolamo, edito
Porto Seguro Editore. A cura di Rita Quinzio.
Autore: Stefania De Girolamo
Genere: Narrativa contemporanea
Casa editrice: Porto Seguro Editore
Disponibile in formato cartaceo a € 16,05
A breve anche in ebook
L’anziano Agostino Cadelmi, dopo una vita trascorsa circondato dall’amore dei genitori – dai quali ha ereditato tutti quei valori di libertà, altruismo e generosità che la folle e distopica società ha tentato di abbattere – col sopraggiungere della vecchiaia, ormai rimasto solo al mondo, si trasferisce in una clinica. Qua si scontra con la dura realtà dei maltrattamenti del personale nei confronti degli ospiti, e durante una delle sue fughe notturne conosce Gianluca, un giovane disobbediente e problematico dedito allo shifting, un meccanismo simile a un sogno lucido che gli permette di cambiare la realtà a proprio piacimento durante un apparente stato di trance. Questo spostamento di coscienza consente al ragazzo di vivere una vita parallela in cui riportare ogni valore lentamente perduto dalla società, per provare finalmente a essere felice. Resta in noi è un romanzo intenso che con delicatezza e drammaticità confonde esistenze reali e immaginarie. ce in una clinica. Qua si scontra con la dura realtà dei maltrattamenti del personale nei confronti degli ospiti, e durante una delle sue fughe notturne conosce Gianluca, un giovane disobbediente e problematico dedito allo shifting, un meccanismo simile a un sogno lucido che gli permette di cambiare la realtà a proprio piacimento durante un apparente stato di trance. Questo spostamento di coscienza consente al ragazzo di vivere una vita parallela in cui riportare ogni valore lentamente perduto dalla società, per provare finalmente a essere felice. "Resta in noi" è un romanzo intenso che con delicatezza e drammaticità confonde esistenze reali e immaginarie.
Avevo già avuto occasione di leggere dalla penna intensa, disincantata eppure leggera di Stefania De Girolamo “La colpa è la solitudine”, ma questa, appena conclusa, non è stata una lettura, è stato uno "shifting". Stefania non solo mi ha fatto scoprire un fenomeno che ignoravo, no! Mi ha preso la mano e mi ha condotto tra le pagine del suo libro per mostrarmelo. Così ho visto con gli occhi di Gianluca, uno dei protagonisti, ho sentito lo smarrimento di Gina e mi sono dovuta fermare, respirare e riprendere, mi sono seduta sulla panchina accanto ad Agostino, ad ascoltare i suoi ricordi, proprio come se fossi sua nipote. Poi chiudevo il libro ma lo 'shifting' continuava, come quei sogni che si fanno tra il dormiveglia e trascinano in realtà apparentemente lontane, ma semplicemente compenetranti il nostro quotidiano.
E se da una parte il morbo infettante veniva a parer loro contenuto, di fatto il morbo della vacuità dilagava più contagioso...
Così si legge a p.72. Stefania interiorizza la realtà e ci restituisce la sua visione (che è per certi versi la mia), ma non si ferma ci apre una finestra su uno dei futuri possibili, distopico ma possibile. Penna disincantata, certo, ma incantatrice e proprio per questo in grado di indurre una seria riflessione. Stefania apre un dibattito sul senso della realtà che respiriamo, sulle relazioni tra generazioni, da cui tutti sembrano voler rifuggire, abbandonandosi a una virtualità poco virtuosa:
Ricordava vagamente di aver inseguito gli stessi obiettivi, per qualche tempo: studiare, lavorare e spendere... Ma la verità era che si sentiva morire dentro ogni giorno di più, sentiva la sua stessa vita scivolare via ingoiata dal nulla...
Resta in noi è il titolo, ma non solo! È un vaticinio perché questo romanzo in me è restato, resta e resterà. Da leggere assolutamente.
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