venerdì 13 gennaio 2023

RECENSIONE "UN MARCHESE PER NEMICO" di Lyanne Quay

 

Buongiorno follower, buon venerdì!
Daniela Colaiacomo ha letto "Un marchese per nemico. Odiare il proprio nemico fino a morire d'amore, e sperare che lui ricambi la cortesia" dell'autrice Lyanne Quay, edito Òphiere - i brillanti di Mamma editori.


Autore: Lyanne Quay
Serie: Hellfire
Genere: Romance storico

Casa editriceÒphiere

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 11,80



TRAMA:

Londra
Il bel mondo dell’aristocrazia britannica
il Settecento del Secolo dei Lumi
Si dice che, a forza di guardarsi allo specchio, ne esca il demonio, ma se a riflettervisi è il marchese di Ettrick, a uscirne è il diavolo in carne e ossa. Un demone cartesiano, dall’aspetto artificioso e sulfureo, curato nei particolari per intimidire e sedurre.
Ha trasferito l’amore sentimentale in quello per la Scozia e, dalle donne, vuole solo un’anima da rivendere. Almeno fin quando non cercherà di soggiogare quella di Horatia.
La giovane orfana scozzese, allieva di Sansevero, il principe degli alchimisti, alchimista ella stessa e studiosa di anatomia, è diventata una valente squartacadaveri e viene richiamata a Londra dal suo tutore, il diavolo in persona, il marchese di Ettrick.
Horatia e il Marchese sono inconciliabili, come Venere l’astro della sera e Lucifero l’astro del mattino, almeno finché non scopriranno di comporre insieme la più luminosa di tutte le stelle.
Il minuetto dell’angelo e del diavolo sullo sfondo della più sfrenata guerra dei sessi.

Quello che da subito mi ha colpita di questo libro è stata la sua peculiarità, il tratto distintivo che lo differenzia da tanti altri: il linguaggio, a mio parere, consono alla particolare collocazione storica, la seconda metà del Settecento inglese a ridosso della guerra d'indipendenza americana.
Siamo nel 1746, lord Fox Codwallader Scott, settimo marchese di Ettrick, appena diciottenne alla sua prima missione per conto della Gran Loggia di Scozia, incaricato della scorta di James Gordon, di sua moglie Susan e della loro bambina Horatia, commette un terribile errore.

Era ancora difficile ammetterlo, ma il cavaliere di diciotto anni prima aveva esitato a far fuoco. E sol perché davanti si era trovato due donne.
Era stata una remora fatale, perché le dame spararono. Uccisero. Non c’era stata speranza per i giovani coniugi e ben poca ne era rimasta per la loro piccola orfana.

Quando Sua Grazia Sholto Gordon, decimo duca di Napier, nonno della piccola, avendone ripudiato il padre, rifiuta di riconoscerla come nipote e di accoglierla in casa, il giovane cavaliere, con dispendio di energie e di sostanze, ne assume la tutela. 
Horatia cresce così al Miglio d’Oro, un gruppo di giovani donne riunite per essere educate e istruite sotto l'egida Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, a Napoli. Ha rimosso il passato legato all'omicidio dei genitori e il rifiuto di suo nonno, mentre associa all'odore di cumino brutte notizie e disgrazie - sta a voi scoprirne il motivo -; l'unico ricordo, piacevole e confortante, è un viso, Angelo d’amore, lo chiamava lei, ma forse erano soltanto gli occhi di suo padre. 

Se tentava di risalire a quel giorno, un senso di calore la circondava, sicurezza e amore. Ma poi subentrava il cumino e nella mente calava il buio, tra malessere e capogiri, finché non comparivano gli occhi a salvarla. Rassegnata alla solitudine interiore, senza qualcosa di suo, Horatia non aveva nulla di esclusivo, nemmeno i ricordi, nemmeno il futuro consegnato al tutore.

Convinta che Fox l'abbia di proposito allontanata dalla propria famiglia, prova per lui un rancore profondo.
Alla morte di tutti i suoi parenti, essendo la patente del ducato trasmissibile in linea femminile, Horatia eredita il titolo diventando ricchissima.
Fox, nell'intento di recuperare parte dell'ingente somma di denaro spesa per il Miglio d’Oro e l'educazione della giovane duchessa, la richiama a Londra per un matrimonio convenientemente combinato. 
Donna forte e di carattere, Horatia vuole tornare a Napoli dove si sente al sicuro e per questo mette in atto una vendetta singolare.
Fox è affascinato da Horatia sin da quando, nanetta inquietante con una maledetta forza nelle dita, l'ha presa in braccio.

Horatia era enormemente pericolosa, ben più delle assassine mandate dalle compagnie commerciali, ben più di una cortigiana astuta. E quegli occhi gli facevano tremare le ginocchia. Era davvero una strega. Ettrick non era avvezzo alle stupide superstizioni, ma la sensazione di pericolo non se ne andava.

Dopo aver consegnato la bambina all'educazione del principe di Sansevero, era restato nella penisola per qualche mese, a vagare in caccia di arte e bellezza.

Al ritorno non sarebbe più stato lo stesso. Non solo il fallimento lo aveva segnato profondamente. In quei cinque mesi nel continente, aveva appreso dai prelati romani e della corte borbonica il segreto potere di uomini prodighi di sforzi nel mascherare il pugno di ferro dietro la posa fatua e imbelle. Era tornato in Patria con i tacchi rossi, il carminio e la lana di Spagna per tamponare le gote, diverse mouche di forma estrosa e la perizia nel sistemarsi i capelli con ricci ad ala di piccione. 

Si è trasformato in un diabolico, impeccabilmente mefistofelico, come con concordia assoluta vigeva l’abitudine di menzionare lord Fox Codwallader Scott, settimo marchese di Ettrick, con timore non scevro di ammirazione; l'esasperante  cura dell'aspetto fisico inquietante, oltre ad allontanare i ricordi dolorosi, è una maschera utile a dissimulare gli interessi politici che lo mettono a capo della gran loggia di Scozia: un uomo pericoloso che, però, non ha fatto i conti con Horatia, donna bellissima e molto intelligente, dalle doti particolari.

Amava la compagnia silenziosa dei morti, i bagni segreti nel camerino a mare, il fornello, la fornace e gli alambicchi, la solitudine e la passione dell’arte. Le permettevano di restare nascosta. Le emozioni potevano scorrere libere senza nessuno a spiarle. Non agognava ricevimenti, né danze, né di condurre i giovani conterranei del Grand Tour, come amavano fare le sorelle del Miglio d’Oro.

Con la frequentazione, il sentimento di rabbia di Horatia nei confronti di Fox cambia così come l'aspetto esteriore del marchese e, mentre le schermaglie tra i due si fanno sempre più sottili e intriganti, la notevole differenza d'età fisica diventa sempre più trascurabile a livello mentale.
Pervaso di erotismo sottile, latente, il libro è molto particolare: l'ambientazione, il linguaggio, l'ironia lo rendono unico nel suo genere mentre si percepisce vivido ogni contatto tra Horatia e Fox. 
L'accuratezza dei particolari, sia per quanto riguarda i protagonisti che per ciò che concerne il periodo storico e gli usi del tempo, uniti al colpo di scena finale, rendono la lettura affascinante e intrigante, una chicca che consiglio vivamente.


1 commento:

  1. Caspita che bella recensione, non solo è lusighhiera, ma intessuta com’è di brani indicativi del tipo di prosa, sarà utile ai lettori per stabilire se il romanzo fa al caso loro. Grazie!

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