Buongiorno follower, buon inizio settimana!
Approfittando della promo gratuita, ho scaricato "La droga delle vergini" dell'autore Pino Perriello. Un romanzo che, ahimè, non mi ha del tutto convinto. Di seguito, il mio parere.
Autore: Pino Perriello
Genere: Thriller
Disponibile in ebook a costo zero
E in formato cartaceo a € 11,50
TRAMA:
Mario è un uomo brutto, con una figlia adolescente che sembra un “sorcio” in sovrappeso. Inizia così la ricerca della bellezza, una ricerca che può diventare l’ossessione di tutta una vita. Ma a volte basta poco, una scelta affrettata, per finire nel beauty center sbagliato e trasformare il sogno della bellezza nell’incubo dell’anoressia. Ed è così che la sua bambina, giorno dopo giorno, arriva a non avere più la forza di alzarsi dal letto della sua cameretta. Sua figlia rischia di morire e lui non sa come salvarla.
Tutto cambia solo quando Mario comprende che si tratta di anoressia indotta, causata da qualcuno che vive nel mondo sfrenato della bellezza. Ma sono anni che vive rintanato nel suo mondo di uomo brutto. Eppure sa che, per salvare la sua bambina, dovrà trovare il coraggio di scendere nelle pieghe più insidiose del mondo della cosmesi, dove si nascondono perversi ipnotisti e spietati assassini.
Ginevra, quindici anni, ha smesso di mangiare da quando ha iniziato a frequentare un centro estetico e adesso è ridotta in fin di vita.
La storia viene raccontata con il pov del padre, Mario Pars, detto “sorcio”. Un uomo schiacciato dal senso di colpa per essere nato “brutto” e aver trasmesso alla figlia le stesse imperfezioni, facendola sentire inadeguata, diversa dalle amiche. Colpevole di averla portata in un centro estetico. Colpevole della sua anoressia.
Per la mia bambina che sta morendo di bruttezza, la bruttezza che ha ereditato da me.
Un personaggio dai tratti egoistici. Ne dà prova quando preferisce rifugiarsi in palestra invece di andare in farmacia ad acquistare il necessario per la sopravvivenza della figlia, perché incapace di reggere la situazione. Ma il “non farcela” non può e non deve essere un’opzione in una circostanza del genere. Inoltre, tende un po’ troppo a piangersi addosso, per i miei gusti. Stiamo parlando di una persona adulta, inserita lavorativamente e con una famiglia, che si lascia sopraffare dalle insicurezze. Un protagonista che potrebbe non trovare la simpatia del lettore, ma che, proprio per questi motivi, risulta reale. D’altronde, è pur vero che non tutti siamo eroi, non tutti resistiamo allo stress e non tutti diamo il meglio quando serve.
L'incontro con Cosmo Marescotti, fondatore del forum “La brutta bellezza”, un giovane che ha perso la sorella anni prima per anoressia, apre la strada a delle verità sgradevoli, all’apparenza insensate, troppo per prenderle seriamente in considerazione. Ma sarà davvero così? Il dubbio che l’anoressia della figlia sia stata indotta, come un tarlo, inizia a farsi strada fino a mettere radici. Il tutto rafforzato dal confronto con altre persone che hanno avuto a che fare con il Beauty Center e il suo fondatore, Silvano Bellira.
Una lotta contro il tempo per salvare la ragazza. La scelta drastica, dettata dalla disperazione, che porterà a un tragico epilogo.
Buono lo stile, ma sono presenti diverse imperfezioni e alcuni dialoghi non convincono. Alcuni passaggi, poi, andrebbero sviluppati meglio…
Per esempio, non viene dato spazio alle motivazioni che portano la ragazza a frequentare il centro estetico, si danno per scontate. Di lei si dice che abbia ereditato la bruttezza del padre, ma del fatto che sia anche in sovrappeso viene indicato nella trama e basta. Manca anche l’esposizione degli avvenimenti accaduti prima, quelli che portano la giovane ad avvicinarsi al centro. Qualche cenno sarebbe stato gradito, oltre che utile, considerando che l’argomento è - purtroppo - sempre attuale, nonché di interesse. Invece di analizzare le problematiche della ragazzina, ci si concentra solo sul padre penalizzando il resto.
Altri andrebbero rivisti completamente come quello nella parte iniziale in cui si parla di collegare Ginevra all’ossigeno. Più che ossigeno, la ragazza avrebbe avuto bisogno di una flebo, nutrita artificialmente e non lasciata lì a perire in un letto. Passi anche l'idea di volerla assistere a casa - sebbene sia molto forzata vista la gravità della situazione - ma con le dovute cure. Quand’anche una persona decida di non mangiare più e di lasciarsi morire, può essere tenuta in vita con altri mezzi e non deve mancare il supporto psicologico. Quindi, questa parte non ha proprio senso.
Mi rendo conto che la storia verta quasi interamente su questo dettaglio, ma è sbagliato, di conseguenza le basi dell’intera vicenda traballano e crolla la credibilità di tutto quello che succede dopo. Basti pensare che, se la ragazza fosse stata ricoverata in un ospedale, controllata e monitorata, sarebbe senz’altro venuto fuori il vero problema (non posso essere più specifica per non fare spoiler).
In conclusione, mi dispiace, ma il romanzo fa acqua da troppe parti. Poteva essere una bella storia, ma, come spiegato, parte male dall'inizio e il resto è venuto da sé.
PS: Cover e titolo non mi entusiasmano: nel caso della prima, se mi fossi soffermata su quella, non avrei scaricato il libro; per il secondo avrei optato per qualcosa tipo “La vera bellezza” o “Spacciatori di falsa bellezza”. Parere personale, naturalmente.
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